01 aprile 2016

SEDUTA COME ORMAI DI CONSUETUDINE BREVE, QUELLA DI IERI ALL’ARS. TRA LE NORME PASSATE AL VAGLIO ED APPROVATE VI SONO ANCHE L’ARTICOLO 3, CHE AGGIUNGE 6 MILIONI AL BUDGET DI 36 MILIONI UTILIZZABILE PER I CONSORZI DI BONIFICA E PER I FORESTALI


Burocrati, torna il tetto ai super-stipendi


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di Raffaella Pessina


Limite fissato a 100mila euro lordi: via libera dalla commissione Bilancio. Si tratta dell’articolo 16 della mini-finanziaria


PALERMO - Seduta come ormai di consuetudine breve, quella di ieri all’Ars. È stato rinviato ieri pomeriggio per approfondimenti in commissione di merito in un’Aula semivuota il disegno di legge sulle modifiche delle norme in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale. Dopo qualche intervento, intorno alle 17.15, la seduta è stata rinviata a martedì prossimo.

Mercoledì scorso, invece, subito dopo il voto al Ddl sulle ex Province, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha affermato l’intenzione di convocare una conferenza dei capigruppo per incardinare la mozione presentata dal deputato del Gruppo Misto, Mimmo Fazio, che riguarda i rapporti tra il Parlamento e il governo.

“Il Parlamento regionale - ha detto Ardizzone - si è trovato in difficoltà per una mancata resistenza da parte del Governo Crocetta di fronte alla Consulta. Mi auguro ora che non ci siano impugnative sollevate dai sindaci metropolitani. Ma di certo non possiamo essere ostaggio del governo regionale, che decide quali parti impugnare e quali non impugnare”. Ma se in Aula l’attività langue, in commissione Bilancio si è lavorato per scongiurare la perdita di risorse per fondi Ue non spesi. Nella mini-finanziaria è contenuta una norma (art.17), approvata in commissione, che dà tempo fino a marzo del 2017 ai beneficiari delle risorse della programmazione Ue 2000-2006 e 2007-2013 e che attualmente  risultano inadempienti perchè non hanno ancora certificato la spesa inserendo i dati nel sistema ‘Caronte’, mettendo così rischio disimpegno le somme.

La norma approvata è stata illustrata in conferenza stampa dal presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo (Ncd), presente il capogruppo dell’Udc, Mimmo Turano. I progetti finanziari e non completati, in base al monitoraggio effettuato dal Dipartimento Programmazione della Regione siciliana, sono 1.305 per una spesa non ancora rendicontata di 247,5 milioni di euro. Tra le strutture vi sono il proseguimento della linea ferrata Palermo-Agrigento e il completamento della Siracusa-Gela, opere per le quali, se non passerà la norma all’Ars, potrebbero essere persi quasi 40 milioni di euro.

Via libera inoltre, sempre da parte della commissione Bilancio, al tetto di 100 mila euro lordi annui per i dirigenti regionali e delle società partecipate. Si tratta in particolare dell’articolo 16 della mini finanziaria,  che opera una drastica riduzione degli stipendi dei burocrati che possono raggiungere ad oggi 160 mila euro lordi.

Tra le norme passate al vaglio ed approvate vi sono anche l’articolo 3, che aggiunge 6 milioni al budget di 36 milioni utilizzabile per i consorzi di bonifica e per i forestali, l’articolo 7 che sopprime il fondo di assistenza e collocamento e il dipartimento di progettazione e restauro; l’articolo 8 sui prestiti agevolati per il personale regionale in quiescenza.

Restano da approvare ancora 14 articoli. Cassato dai commissari l’articolo 18, la norma che prevedeva contributi per le case popolari. La commissione si riunirà martedì prossimo per completare l’esame. In apertura di seduta, il Presidente dell’Ars Ardizzone ha reso noto il pronunciamento della Corte di cassazione che ha dato ragione alla presidenza dell’Ars che aveva impugnato il ricorso del deputato Marco Lucio Forzese il quale aveva chiesto al Tar di pronunciarsi per ottenere l’annullamento dei provvedimenti con i quali Giovanni Ardizzone aveva dichiarato nel 2013 lo scioglimento della prima commissione Affari istituzionali, allora presieduta dallo stesso Forzese. Il giudice non sarebbe  entrato nel merito nel ricorso, “trattandosi di atti che non possono ricondursi ad un esercizio di funzione amministrativa, ma di organizzazione dell’organo legislativo regionale”. Secondo la Suprema corte, la decisione del presidente dell’Ars, “è un esercizio della potestà affidato unicamente al meccanismo della responsabilità politica. Non sussiste la possibilità da parte di un giudice di agire per far valere una norma regolamentare interna dell’Ars”.
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01 Aprile 2016
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