Politica: Davide Faraone, Leopolda e la Sicilia Sottosopra
CATANIA – Davide Faraone chiama, Catania
risponde. Era già successo mesi fa quando il sottosegretario, renziano
della prima ora, aveva riunito, sotto l’attenta regia di Massimo
Buscema, presidente dell’Ordine dei medici, la sanità locale. Risposta
corale anche questo pomeriggio alla chiamata del leader Pd alla Vecchia
dogana per la presentazione del sui libro “Sottosopra”, un’opportunità
per riaccendere i riflettori sulla politica locale, dopo la recente
Leopolda in salsa isolana.
Sala piena, uditorio delle grandi
occasioni, altri leader della maggioranza crocettiana, come i deputati
regionali Valeria Sudano e Luca Sammartino, non tutto perfetto, però,
come la regia che non riesce a mandare un video che doveva essere il
prologo della chiacchierata tra il sottosegretario Faraone e il
giornalista Mario Barresi. I riferimenti al governatore sono frequenti,
ma in punta di fioretto. “Azzeriamo Riscossione Sicilia – afferma
Faraone -: è un ente che dovrebbe portare soldi alla Regione e, invece,
in Giunta si decide la ricapitalizzazione perché è in perdita.
Affidiamoci ad Equitalia che in altre regioni funziona e funziona bene”.
Riscossione Sicilia, tanto per ricordarlo, è presieduta dall’avvocato
Antonio Fiumefreddo che ha sposato il verbo di Crocetta dopo la sua
elezione, non è riuscito a sedersi sula poltrona di assessore nonostante
due assalti proprio per il veto posto dal Pd, ma alla fine ha trovato
una collocazione di sottogoverno non certo secondaria.
Faraone si lascia andare a qualche
considerazione sul termine “rivoluzione” e sulla mentalità vecchia della
classe dirigente del Pd. “Ci sono dirigenti di un partito che era
all’opposizione, andava dal 7 al 12% di consensi ed era marginale che
vorrebbero fare i doganieri e decidere chi e perché può entrare in uno
schieramento che alla Europee ha raggiunto il 40% e in Sicilia qualcosa
in meno. C’è una classe di amministratore che ha puntato da sempre sulle
debolezze del nostro territorio e nella nostra società, dai forestali
ai precari, quindi accontentandosi dell’assistenzialismo
Piuttosto che puntare sulle risorse come
opportunità di sviluppo: dal mare ai beni culturali al territorio. La
nostra è una realtà economica da socialismo reale, dove si vive di
trasferimenti pubblici e di pubblica amministrazione. Bisogna, invece,
spingere e favorire l’imprenditoria privata che crea ricchezza. Quando
si parla di rivoluzione bisogna avere il coraggio di rompere meccanismi e
mentalità antichi. Il bilancio della Regione viene fatto ancora secondo
logiche vecchie di decenni e i presunti “nuovi” come i grillini
sembrano avere una anzianità di servizio all’Ars consolidata, basta
leggere la forma e i contenuti della loro attività ispettiva”.
Faraone usa toni moderati, strappa
applausi convinti e evita ulteriori polemiche. Il libro c’è, potremmo
dire, ma non si vede o quasi.
“Un libro che – “Sottosopra” –
parla di Sicilia, della mia isola. Una terra che amo profondamente e per
la quale voglio il meglio. Ma che purtroppo da troppo tempo è
imbrigliata, tenuta in ostaggio da una classe dirigente che,
facendosi scudo dell’autonomia, ha preservato privilegi oligarchici,
piuttosto che pensare al bene di tutti e allo sviluppo e alla crescita
dell’isola. “Sottosopra” è quindi un atto d’amore, un racconto della
Sicilia diversa da come siamo abituati a sentirne parlare, ma anche un
libro di denuncia. Perché basterebbe intervenire su storture evidenti,
sotto gli occhi di tutti, cambiare prospettiva per uscire dal pantano e
tornare a prosperare. Nessuno finora ha avuto il coraggio di farlo. Il
coraggio o la voglia. E non sono necessarie grandi rivoluzioni. Per
mettere la Sicilia ‘Sottosopra’ dobbiamo aprire gli occhi e rendere
produttive le immense risorse di cui disponiamo”.
16 Aprile 2016
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