Parchi e Riserve Naturali, per Mariella Maggio è necessario ridefinire «i ruoli e le professionalità degli Enti Parchi»
Rieccoci con il Caleidoscopio! Poliedrico sguardo sull'isola di Sicilia con particolare attenzione alle Madonie e a quel polmone marino che le avvolge di ossigeno e bellezza. E a proposito di ossigeno e risorse naturali parliamo di Parchi Naturali siciliani, definiti una volta per tutte dal disegno di legge n. 192 quali aree terrestri, fluviali e lacuali, tratti di mare di valore naturalistico ambientale che presentano rilevante interesse per via delle loro caratteristiche morfologiche, paleontologiche, biologiche ed estetiche, con particolare riguardo al patrimonio delle biodiversità esistenti nell'area, alla flora e alla fauna o a un omogeneo sistema degli assetti naturali dei luoghi. Aree dai valori paesaggistici, antropologici, archeologici, storici, architettonici e dalle antiche tradizioni culturali delle popolazioni locali, i cui ambiti territoriali ricompresi dentro i confini del parco sono considerati di pubblico interesse. Perle verdi di Sicilia, insomma, che suscitano il nostro interesse e quello di turisti, storici, naturalisti e poeti e artisti del mondo. E poiché vogliamo notizie dirette sull'Ambiente Naturale e sul suo stato attuale senza rischiare di esserci persi qualcosa, abbiamo interpellato l'On. Mariella Maggio presidente della IV Commissione Ambiente e Territorio dell’Assemblea Regionale Siciliana.
On. Maggio, nel già lontano anno 2013 lei è stata fautrice dell'accorpamento di una serie di disegni di legge riguardante le aree naturali protette in relazione alla legge 192: ci piacerebbe conoscere lo stato attuale dei progetti riguardanti il Parco delle Madonie, e se avete individuato delle priorità…
«La
priorità numero uno è la valorizzazione del territorio quindi lo
sviluppo turistico, la ricerca e l'applicazione di sistemi
eco-sostenibili, la rivitalizzazione dei paesi interni, che è poi una
delle priorità già individuate dalla “Bozza di Strategia” per frenare il
fenomeno dell'emigrazione giovanile e offrire nuove modalità lavorative
senza spostarsi dai luoghi di origine (ricordiamo che si tratta di
proposte del territorio madonita confluite in una bozza strategica
elaborata nel 2015, con il risultato di avere ottenuto il
riconoscimento, per dirla con la definizione istituzionale, di “area
prototipale pilota selezionata, che dovrà sperimentare nuove leve di
politica al fine di garantire massima sinergia tra i fondi strutturali e
di investimento nella nuova programmazione europea 2014/2020” -
n.d.r.). Per non parlare della valanga di indotto che ne è naturale
conseguenza e sviluppo. Ribadisco quanto già espresso nei disegni di
legge di cui sopra e lavoreremo in sinergia attraverso il coordinamento
regionale per la divulgazione dell'offerta delle aree naturali
protette».
Da un punto di vista strettamente
pratico e immediato quale ritiene essere il punto vulnerabile del
sistema su cui intervenire prioritariamente?
«Una delle priorità assolute in questo
senso è quella che riguarda i depuratori e gli scarichi, trattandosi
degli elementi che maggiormente influiscono sul benessere degli
insediamenti antropologici coinvolti nelle aree di riferimento, e
l'implementazione di tutte quelle attività a tutela dell'ambiente come
la raccolta differenziata, lo smaltimento e il riciclo in senso
ecologico dei rifiuti, la realizzazione e la fruizione dei cosiddetti
“boschi produttivi”».
Pensa che i Parchi siciliani e in
particolare il Parco delle Madonie possano davvero costituire “esempio
prototipale di green economy”, in riferimento al progetto europeo
2014/2020?
«Potrebbero certamente rappresentare
delle eccellenze nazionali, le risorse finanziarie ci sono e in base
all'art. 25 del maxi emendamento, finanziamenti e funzioni associate, al
primo punto è detto chiaramente che i Comuni il cui territorio è
compreso, in tutto o in parte, entro i confini di un parco o di una
riserva e delle rispettive aree contigue, beneficiano della priorità sui
finanziamenti che la Regione concede attraverso l'utilizzo di risorse
provenienti dalla Unione Europea, dallo Stato, dalla stessa Regione. La
questione è sempre quella di deciderne la destinazione e soprattutto le
gestione, ridefinendo i ruoli e le professionalità degli Enti Parchi
gestori nell'ottica della continuità, e realizzando quell'Agenzia Unica
che dovrebbe coordinare il lavoro della varie municipalità e indirizzare
le risorse secondo un criterio di priorità stabilite».
Delle nuove sfide che devono essere
affrontate con determinazione quali la green economy, le politiche
energetiche, la riforma del codice penale che prevede l’ingresso dei
reati ambientali, la questione degli ogm, cosa significa oggi per lei
“sostenibilità”?
«La
sostenibilità è un elemento di crescita fondamentale, una scommessa che
deve coinvolgere tutti i settori. Sono circa 5 milioni gli italiani che
vivono in prossimità di siti inquinati, ma non si conosce lo stato di
avanzamento delle bonifiche. Stando ai dati del ministero esiste una
mole di documenti in questo senso ma non sono consultabili online, anche
se renderli pubblici è obbligatorio: lo impongono la legge 241 del 7
agosto 1990, il decreto legislativo 150/2009 e il decreto trasparenza in
vigore dal 20 aprile 2013. Trasparenza quale condizione sine qua non
per la sostenibilità, ancora più necessaria per le bonifiche e gli
smaltimenti che muovono un giro di affari notevole, soggetto
all’infiltrazione mafiosa. (…). Sostenibilità significa percorrere con
decisione la strada verso un’economia circolare ed eliminare i paletti
che oggi ci rallentano in questo percorso. Incentivare le imprese che
puntano sull’ambiente e che producono meno rifiuti, incrementare i
trasporti pubblici rinnovando il parco mezzi e insistendo sulla mobilità
sostenibile, puntare sulle rinnovabili, superare la cultura dello
scarto. Certo per realizzare tutto questo serve un grande impegno di
responsabilità degli Enti Locali e il coinvolgimento dei cittadini nelle
pratiche ambientali, perché il cambiamento parte sempre dal singolo. La
sfida è economica, ma prima di tutto e ovviamente, culturale».
Un'ultima domanda d'obbligo: visto che
il suo atteggiamento politico risulta molto deciso su alcuni temi che
toccano l'ambiente e il benessere dei cittadini - dentro un PD dalle
risoluzioni sempre più incomprensibili -, perché scegliere di dissentire
(è noto il suo impegno per il SI al referendum sulle Trivelle) pur
rimanendo all'interno del partito?
«Perché io ci credo. Credo cioè che si
possano e si debbano recuperare quei valori, quelle esperienze, quelle
lotte, quegli insegnamenti che condivido attualmente, e lotto affinché
vengano trasmesse ai giovani. (…) E' come parlare dell'autonomia della
nostra regione Sicilia e convenire, sì, che lo Statuto è ampiamente
disatteso - ma anche che questo non può significare essere d'accordo con
chi ne confuta la validità e ne chiede l'abolizione, o il suo
superamento. (…) Il governo Renzi sa che quella della sostenibilità è la
via del futuro e che su questa carta si gioca il coinvolgimento dei
cittadini e la durata del suo governo».
Ringraziando Mariella Maggio per la
disponibilità e avviandoci verso l'uscita uno sguardo rapido al luogo in
cui ci troviamo ci fa notare un grande quadro appeso alla parete: è di
Pellizza da Volpedo, “Quarto stato”.
Certo il mondo è cambiato da allora,
viene da pensare, ma i 195 Paesi che si sono seduti al tavolo del
negoziato (COP21 di Parigi) hanno scelto di intraprendere insieme la
strada dello sviluppo sostenibile per una ragione fondamentalmente
morale e non molto diversa da quella che anima l'onorevole Maggio e quel
quadro insieme: questo accordo avvicina i popoli e le generazioni, può
cancellare nel tempo le enormi diseguaglianze presenti nel Pianeta,
prodotto di un modello economico contraddittorio e devastante.
Non per ultimo il Papa indica in San Francesco d’Assisi il precursore della difesa dell'ambiente.
Alla domanda su quali siano i documenti
francescani che lo attestano, il Papa ha risposto: “il primo documento è
lo stile della vita di San Francesco. (...) E' questo il nostro sforzo
quotidiano".
E' sempre questione di stile, viene da pensare.
© Riproduzione riservata
19 Aprile 2016
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