22 aprile 2016

LA PROTESTA. I CENTO GIORNI DI «FURNU RANNI»: LA DELUSIONE DI CINQUEGRANI (OPERAIO FORESTALE) PER IL DEGRADO DI SANT'AMBROGIO


La protesta
I cento giorni di «Furnu ranni»: la delusione di Cinquegrani 


 


La delusione di chi per cento giorni ha tenuta alta l'attenzione su Sant'Ambrogio e i suoi problemi. «Vorrei avere accanto cittadini con un minimo di dignità e orgoglio

Sono trascorsi cento giorni da quanto a Sant'Ambrogio è cominciata la protesta che è andata sotto il nome di «furnu ranni». Lo ricorda sulla sua pagina facebook il promotore dell'iniziativa, Pino Cinquegrani, che da quanto scrive appare assai deluso: «cittadini virtuosi dovrebbero essere premiati e invece sono derisi e umiliati. Sono cento giorni di volontariato, di autotassamento, di fatica, di stress ma soprattutto di delusioni. Adesso la rabbia sta cominciando a crescere, la telenovela dei vasi sta diventando sempre piu provocante. Furnuranni li ha comprati, li ha dovuti donare e adesso ha assistito alla passerella ha dovuto sistemarli e prendersene cura per non vederli soffrire e morire. Che fare? Vorrei avere accanto cittadini con un minimo di dignità e orgoglio e poi si vedrebbe se dobbiamo pagare profumatamente tributi per non avere alcun servizio».

Breve storia dei 100 giorni di Furnu ranni
La protesta a Sant'Ambrogio è scattata nei primi giorni di gennaio. «Il silenzio uccide... Sant'Ambrogio muta» sriveva sulla sua pagina facebook Pino Cinquegrani il 12 gennaio. L'indomani inizia a pubblicare alcune foto della borgata che mettono in risalto la sporcinzia che c'era in giro fra le strade. «Sindaco una sua ordinanza fa divieto di uscire la spazzatura prima delle 14. Questi sacchetti gia alle 11 facevano decoro alla piazza e alla via principale. E poi ancora, quando un netturbino a Sant'Ambrogio? Il paese sporchissimo e l'assessore delegato latitante» scriveva sempre sulla pagina facebook l'indomani. Il 16 gennaio Cinquegrani torna a scrivere: «se fossi un sindaco non definirei rompicoglioni chi denuncerebbe le mie incapacità, se fossi un sindaco ascolterei i miei cittadini, se fossi un sindaco non mi circonderei di stupidi lecchini, se fossi un sindaco mi preoccuperei di sentire la città... non sono un sindaco e Sant'Ambrogio non vive, sta morendo con tutti i suoi segni».

La protesta va avanti ed ogni giorno alcune foto documentano le attività che vengono portate avanti per tenere pulito il borgo. A sant'Ambrogio, intanto, arriva il consigliere Marco Larosa che visita l'edificio del consiglio di quartiere e quello che ha ospitato per tanti anni la scuola elementare. Pubblica alcune foto e viene fuori lo stato di degrado nel quale versano i due beni comunali. Il 28 gennaio la protesta comincia ad assumere la denominazione di «furni ranni». Quello stesso giorno, infatti, Cinquegrani si presenta nell'aula consiliare dove si tiene un incontro sul raddoppio ferrovario ed espone un grande cartello: «Sant'Ambrogio paga un prezzo troppo alto. Ha diritto a tutte le opere di compensazione dovute. Sant'Ambrogio non è terra di nessuno». Nelle foto che si cominciano a pubblicare a partire dal 29 gennaio cominciano a farsi vedere cartelli con la scritta «furnu ranni». Intanto dopo aver pulito il borgo si pensa di abbellirlo con alcuni vasi di fiori. E' il 13 febbrario quando alcune foto di sant'Ambrogio cominciano a mostrare le scalinate abbellite con vasi di fiori. Presto arrivano i vasi denominati di «furnu ranni». E' il 10 marzo quando alcune foto mostrano i vasi che sono stati acquistati a Santo Stefano di Camastra. L'11 marzo Cinquegrani scrive: «Oggi ho deciso di non dare più importanza a questi amministratori che mi sono ritrovato. 58 giorni di prezioso lavoro di volontariato per la città non sono serviti ad avere una sola misera attenzione, solo velate intimidazioni e accuse di protagonismo in vista delle prossime elezioni... accuse, intimidazioni che non mi sfiorano minimamente ma adesso voglio solo pensare a raccogliere idee, energie per Sant'Ambrogio... ho capito che possiamo sperare solo su di noi, che il rilancio passa solo da ‪#‎furnuranni».

Vengono, intanto, collocati i vasi di «Furnu ranni» in tutta la borgata. ‬ Presto però chi porta avanti la protesta è costretto a toglierli. Il 16 marzo Cinquegrani annuncia: «un avvertimento del sindaco ricorda a furnuranni che le fioriere che abbiamo posato a Sant'Ambrogio le possiamo mettere solo se le regaliamo al comune». E così si passa dal borgo fiorito alla lapa fiorita che raccolgie tutti i vasi e li toglie dalle strade di Sant'Ambrogio. Trascorrono alcuni giorni e il 24 marzo lo stesso Cinquegrani annuncia che i vasi di Furnuranni non potendoli posare nel Borgo saranno offerti a comuni, associazioni, enti per manifestazioni che si ispirano ai loro valori. Il giorno di Pasqua i vasi di Furnu ranni sbarcano sul lungomare di Cefalù. Un cartello spiega la manifestazione: «Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno la primavera». E' il 27 marzo. Tre giorni dopo l'annuncio che la protesta è stata sospesa.

Dopo avere contato i giorni della protesta a Sant'Ambrogio si cominciano a contare quelli dell'attesa. A portare avanti ancora una volta la conta dei giorni è Pino Cinquegrani dalla sua pagina facebook. Dopo avere tenuto informati tutti sui giorni della protesta dalla sua pagina facebook, riprende la conta ma non più per far notare i giorni della protesta ormai finita quanto quelli dell'attesa che dovrebbe portare alla collocazione dei vasi di Furnu ranni a Sant'Ambrogio. Al 21° giorno del nuovo conteggio, nella giornata di mercoledì 20 aprile, i vasi vengono collocati. Ma Cinquegrani appare deluso. Il 21 aprile, centesimo giorno della protesta, così scrive sempre sulla sua pagina facebook: «credere alla parola del sindaco mi sembrava cosa saggia e possibile... non rispettarla sicuramente non gli fa onore». 


21 Aprile 2016
http://www.cefalunews.net/cn/news/?id=49554




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Galleria fotografica dei lavori svolti








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