Un Piano Marshall in salsa siciliana,
con un utilizzo corretto dei fondi europei, “per riqualificare il
territorio e investire nel turismo e nei beni culturali”. Snellire la
burocrazia, autentica “palla al piede” e “dalla mentalita’ borbonica”.
Contrastare con piu’ decisione lavoro nero e abusivismo, che nei piccoli
comuni “tocca punte dell’80%”. Sono le proposte di Confartigianato alla
Regione. A farle e’ Filippo Ribisi, presidente degli artigiani siciliani, nel corso di un forum organizzato nella sede dell’Agenzia Italpress.
“Al Governo Crocetta, ma anche a quelli passati,
abbiamo sempre rimproverato la mancanza di progettualita’, questo
continuo navigare a vista – dice -. Chiediamo invece alla Regione di
utilizzare al meglio i fondi europei della nuova programmazione
2014/2020. Il problema non e’ solo spendere i soldi, ma farlo per un
obiettivo. Abbiamo proposto una nostra visione di futuro per la Sicilia,
siamo convinti che passi per la riqualificazione del territorio e per
gli investimenti nel turismo e nei beni culturali. Serve un Piano
Marshall finalizzato a questo, con i fondi europei non si possono pagare
gli stipendi ai forestali… “.
La crisi continua a mordere e il peso della burocrazia non accenna a diminuire. Confartigianato conta circa 10 mila imprese costrette a chiudere dal 2009 a oggi (“da 90 mila a circa 79 mila”, spiega Ribisi).
“Si parla di digitalizzare l’Italia, ma la burocrazia da noi ha una
mentalita’ borbonica – osserva -. In qualsiasi operazione e’ un bastone
tra le ruote. Ci hanno costretti e ci costringeranno alla fatturazione
elettronica: io sono d’accordo, ma se funziona. Ma poi se nelle
Amministrazioni comunali vogliono anche quella cartacea perche’ il
funzionario non e’ in grado di recepirla, dobbiamo fare due volte il
lavoro e questo non e’ normale. La burocrazia incide oggi per il 40%
della spesa. Aprire un’attivita’ in Sicilia e’ davvero un’impresa. E i
vari Sportelli unici, anziche’ aiutare, hanno complicato le cose: in
Sicilia c’e’ ancora una mentalita’ antica e non funziona. La burocrazia
e’ una palla al piede per lo sviluppo delle aziende e della nostra
economia”.
Lavoro nero e abusivismo. Ribisi dice la sua:
“Ci sono gli artigiani che evadono, sicuramente, ma di non e’ la nostra
la categoria che evade di piu’ – assicura -. E’ un luogo comune da
sfatare. Piuttosto, il lavoro nero in Sicilia e’ piu’ che altrove
tollerato, anzi, forse in maniera non volontaria, le istituzioni quasi
lo incentivano perche’ porta quel minimo di reddito a piu’ persone ed
evita dunque maggiori problemi nel sociale. Questa tolleranza, pero’,
porta poi alla sofferenza delle imprese artigiane, che sono iscritte,
assumono e pagano stipendi e contributi regolarmente. L’abusivismo? In
alcuni settori, per esempio nell’edilizia e nelle attivita’ collegate,
ha delle percentuali notevoli, specie nei piccoli comuni dove si tocca
fino all’80%. A Palermo e nelle altre citta’ dell’Isola siamo
nell’ordine del 50%”.
In compenso, negli ultimi anni, sono aumentate, da 9.200 a oltre 12 mila,
le aziende iscritte a Confartigianato. “Ci sono piu’ imprese iscritte,
e’ vero, ma a pagare la quota associativa sono sempre meno – precisa Ribisi -.
A Palermo paga il 30% delle imprese, per esempio”. Un segno ulteriore
della crisi che morde ancora. “Preoccupa il fatto che qualche segnale di
ripresa si veda solo nel sud est dell’Isola. Li’ le imprese hanno
investito nell’agroalimentare, nell’export, una buona mano l’ha data
l’aeroporto di Comiso”. Capitolo formazione: “E’ un sistema che non ha
funzionato in Sicilia e su questo siamo tutti d’accordo. Noi come
imprese il problema ce lo poniamo e abbiamo iniziato fare formazione con
tre scuole superiori. Penso che – conclude – per creare quel personale
qualificato e specializzato che spesso manca la strada da percorrere sia
questa”.
QUI IL VIDEO DELL’INTERVISTA
QUI IL VIDEO DELL’INTERVISTA
Ma neanche si possono "REGALARE" a Confartigianato.
RispondiEliminaGiulio Sanna
L'autorita civile regionale non a chiesto suggerimenti di come spendere e a chi destinarli pertanto fare proposte E FIATO SPRECATO. Fino ad ora non ho trovato Giurisprudenza che dice: con i fondi europei non si devono pagare i forestali. Pertanto caro signore le faccio presente che non basta mettersi giacca e cravatta e farsi intervistare ci vorrebbero proposte un pò più serie così forse verrebbero prese in considerazione che invece (secondo me) vengono cestinati. Caro sig. Giacca e cravatta cerchi di azionare il cervello prima di scrivere e/o dichiarare delle cavolate. Caro sig.Giacca e cravatta (adesso che scrivo non ricordo il suo nome ma anche se ci ripenso LO VOGLIO SUBITO DIMENTICARE) ma si rende conto almeno della PESANTEZZA di cavolate che dice (??) (SIC) dopo il lavoro svolto secondo lei i forestali non dovrebbero essere pagati (??) Allora perchè i forestali nó e voi sì ? Complimentissimi perchè lei ha superato Giletti. Autista. Salvatore Claudio Proietto da Capizzi (ME) Un mio pensiero: secondo me dopo che leggono gli artigiani quello che ha scritto le chiederanno dibrassegnare le dimissioni della carica perchè va dichiarando cose senza senso.
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