Il dirigente dimezzato pagato dalla Regione per guardare i cantieri
Per un “incarico di studio” 55mila euro all’anno e nelle sue condizioni ci sono altri 66 colletti bianchi: il suo compito è relazionare sui lavori di restauro in corso nei monumenti tutelati dalla Soprintendenza
di CLAUDIO REALE
Di mestiere, giorno dopo giorno, guarda i cantieri. "Vado ad analizzare le problematiche. Do pareri sui monumenti". Con lo stipendio da dirigente della Regione. Salvatore Conigliaro lavora per l'assessorato ai Beni culturali, ma come 26 suoi colleghi dello stesso dipartimento - e altri 40 sparpagliati negli altri rami dell'amministrazione - al momento il suo incarico è "di studio": non guida, cioè, un ufficio, ma conduce una ricerca per conto della Regione. Quella affidata a lui ha come oggetto "Attività di coordinamento inerente la problematica sulla tutela dei centri storici" e gli è stata assegnata il 15 gennaio 2014. Il suo ufficio si trova alla Soprintendenza di Palermo. Lì, ogni mattina, Conigliaro timbra il badge e aspetta. "Si rimane in attesa dei lavori - chiarisce lui - e quando ne arriva uno io vado direttamente sul posto, in cantiere, a verificare che l'intervento sia eseguito correttamente. Se poi ci sono delle constatazioni da fare faccio un verbale, si sospendono i lavori e si progetta la variante".
Nelle sue condizioni ci sono 67 dirigenti della Regione: 27 al dipartimento Beni culturali, 11 all'Agricoltura, 8 al dipartimento Tecnico dell'assessorato Infrastrutture, 4 al Turismo e altrettanti allo Sviluppo rurale, 3 alla Pesca, due ciascuno alla Famiglia, alla Funzione pubblica e al Corpo forestale e uno ciascuno nei dipartimenti Programmazione, Energia, Urbanistica e Lavoro. Non tutti nella stessa condizione: "Noi dei beni culturali - afferma Conigliaro - aspettiamo che il contratto per questo incarico sia formalizzato". Non che questo incida sullo stipendio: quello di Conigliaro, ad esempio, è da dirigente di terza fascia: circa 55 mila euro lordi all'anno.
E gli incarichi di questo genere aumenteranno: quando entrerà in vigore la riforma della burocrazia varata il mese scorso, molti uffici cesseranno di esistere, ma non per questo si ridurrà il numero dei dirigenti, 1.424 secondo l'ultimo censimento. Meno poltrone da capo, ma lo stesso numero di persone. Con la conseguenza che qualcuno, gioco forza, finirà a "studiare". I centri storici, il grano saraceno, gli archivi o la frutticultura poco importa: in una Regione con oltre 1.400 dirigenti c'è sempre spazio per la ricerca.
16 Aprile 2016
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