24 aprile 2016

IL 26 APRILE UN FRONTE UNICO DI TUTTI I LAVORATORI FORESTALI CONTRO IL BARONAGGIO BUROCRATICO


Ricevo e pubblico
da Michelangelo Ingrassia
Componente Territoriale Uila Palermo

  Il 26 aprile un fronte unico di tutti i lavoratori forestali contro il baronaggio burocratico



Non possiamo e non dobbiamo considerare l'autoconvocazione del 26 aprile di tutti i lavoratori dell'antincendio davanti la sede del Comando Corpo Forestale come una delle tante iniziative del passato. Questa volta la questione è senza precedenti. Non si tratta soltanto di qualche giornata in più o in meno, di qualche istituto contrattuale pagato o non pagato, del ritardo nella retribuzione del salario. Questa volta, e per la prima volta, l'amministrazione ha sferrato un brutale attacco anche alla dignità dei lavoratori che nelle circolari diramate dal Comando vengono equiparati senza mezzi termini a oggetti che si possono utilizzare dove, come e quando si vuole. Non in base alle esigenze del buon funzonamento del servizio antincendio, non in accordo con i contratti di lavoro giuridicamente e politicamente recepiti dalla Regione Siciliana, non come lavoratori a tempo determinato e indeterminato alle dipendenze di un Assessorato ma secondo le unilaterali ed esibizionistiche interpretazioni fatte da un datore di lavoro in virtù di un personalistico, arrogante e presuntuoso autoconvincimento. Sembra essere tornati ai tempi del latifondismo agrario, quando i baroni e le guardie campestri spadroneggiavano senza tenere conto degli accordi firmati e controfirmati, calpestando i diritti dei lavoratori e rendendo improduttiva la terra.
Vogliono destrutturare il piano antincendi e ridurre al minimo quella che definiscono una spesa anche a costo di paventati disservizi. Vogliono riportare il salario alle tabelle contrattuali del 2001 e chiedere a tutti i lavoratori la restituzione delle differenze, come se i contratti nazionali di lavoro non fossero mai stati applicati in Sicilia. Vogliono abolire le indennità previste dai contratti cancellando i servizi notturni, riducendo l'orario di lavoro, dislocando squadre e autobotti lontano dai boschi, come se l'organizzazione del lavoro sia di loro esclusiva competenza e non invece vincolata per legge alla concertazione con il sindacato. Vogliono spostare il confronto tra Amministrazione e Sindacato dalla concertazione sociale al contenzioso giuridico e legale. I vantaggi di questo complotto, se riuscirà, saranno a favore dei cosiddetti volontari, degli avvocati, dei super burocrati e delle loro macroscopiche e ingiustificate indennità milionarie corredate da premi di produzione, piani di lavoro e privilegi vari che da soli, se aboliti, consentirebbero il risparmio del cinquanta per cento dei costi generali.
Non possiamo consentire che tutto ciò avvenga. Non possiamo consegnare la battaglia sindacale per i diritti dei lavoratori agli avvocati e alle aule dei tribunali. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte allo stupro continuato dei contratti di lavoro e delle leggi sulla forestazione.
E soprattutto non dobbiamo dividerci anche stavolta.
Il 26 aprile, alle 10:00, davanti la sede del Comando, non dovranno esserci bandiere di sindacato o di associazioni operaie. Dovremo partecipare tutti come lavoratori. E dovranno partecipare tutti i lavoratori. Uniti oltre tutte le sigle. Ci sarà modo e tempo di tornare a dividerci sulle proposte. Ma dal 26 aprile e sino a quando la situazione non sarà tornata sul piano della civiltà e della dignità, noi tutti lavoratori forestali dobbiamo serrare uniti le fila dietro i Segretari regionali confederali che hanno firmato quei contratti e quegli accordi che oggi sono aggrediti e violentati da quella che non potendo definire classe dirigente siciliana, siamo costretti a qualificare come gerarchia dominante burocratica.
Noi non sappiamo se l'Assessore al Territorio e il Presidente della Regione, ovvero la classe politica, sia informata di quello che sta accadendo. Non sappiamo se l'eco di questo gigantesco conflitto che l'Amministrazione si è assunta la responabilità di dichiarare e praticare, giungerà fino alla Corte dei Conti per valutare il rischio del danno erariale una volta innescato il meccanismo dei ricorsi e delle vertenze legali. In attesa di verificarlo, sarà bene però che la forte, compatta, decisa, unita presenza dei lavoratori richiami l'attenzione della politica e della magistratura contabile; e soprattutto faccia riflettere chi, lasciandosi trascinare dagli umori di qualcuno che forse ambisce a qualche quarto d'ora di notorietà, ha firmato senza leggere. Abbiamo visto in che condizioni di degrado siano oggi i beni culturali in Sicilia; vediamo ogni giorno in quali tristi situazioni versino l'Esa e l'Arpa; sappiamo quello che di grave sta accadendo nei boschi dell'ennese. Dobbiamo fare in modo che l'antincendio non sia distrutto e rimanga invece quel presidio di salvaguardia dei beni ambientali che fin qui è stato grazie anche alla collaborazione fra lavoratori, funzionari, ispettori e commissari.
Quella del 26 aprile sarà una giornata decisiva. Tutti i lavoratori uniti la scrivano insieme; così come tutti assieme i nostri padri piantarono i boschi e costruirono una categoria lavoratrice. Quella stessa categoria che il 26 aprile si dovrà ritrovare unita e compatta a battere insieme il colpo della sua orgogliosa esistenza e fiera resistenza.
Michelangelo Ingrassia







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