Forestali condannati per armi, 233 fuori dal bacino. Crocetta: «Pulizia fatta, impensabile che stessero lì»
Sono 233 e da oggi si aggiungono all’elenco dei 94 su cui è già calato il veto di Rosario Crocetta. Sono i forestali per i quali è scattato il divieto di avvio al lavoro perché già condannati per detenzione di armi o esplosivo, «spesso in aggiunta - si legge nella nota del governatore - a tanti altri reati». A leggere «gli altri reati» non viene certo da sorridere: dopo i circa 60 condannati per mafia e i 32 piromani, tra i 233 detentori di armi o esplosivo si trovano soggetti condannati per detenzione stupefacenti, danneggiamento seguito da incendi in concorso, ricettazione, violenza alle persone, minacce, tentato omicidio, rapina, furto, estorsione.
Il numero delle persone per le quali scatterà il provvedimento contenuto nella direttiva del presidente Crocetta al dipartimento del Lavoro della Regione siciliana è destinato a crescere, perché non include ancora i dati della provincia di Palermo. Al momento la direttiva riguarda 95 forestali della provincia di Catania, 60 della provincia di Messina, 39 dell’Agrigentino, 14 dal territorio Ennese, 12 rispettivamente dal Ragusano e dalla provincia aretusea e uno dal Trapanese.
«La misura - dice Crocetta - trova legittimità intanto nello spirito della legislazione che prevede il possesso dei requisiti morali per tutti coloro che devono lavorare con la pubblica amministrazione, ma più specificamente in diversi articoli di legge, che vietano la possibilità di intrattenere rapporti con coloro che sono stati condannati per tali tipologie di reati».
Secondo Crocetta, la sua amministrazione starebbe facendo «pulizia e liberando la Regione da gente pericolosa e in particolare, per quanto riguarda il settore dei boschi, trovo veramente allucinante che vengano affidati a persone socialmente pericolose che vanno in giro con armi ed esplosivo. Stiamo accuratamente verificando gli elenchi insieme al dipartimento al Lavoro, man mano che ci vengono mandati. L’azione di trasparenza e moralizzazione - conclude il governatore - sarà incisiva e profonda e riguarderà altri soggetti illegittimamente assunti».
08 Aprile 2016
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Ci vogliono i requisiti morali per lavorare con la pubblica amministrazione, ma vale solo per i forestali, non vale per esempio per i politici ( che hanno il compito di fare leggi, e quando le fanno le fanno applicare in parte ai funzionari) che sono stati condannati a risarcire la Regione per le "spese pazze", o per quegli altri che non pagano le tasse e sono raggiunti da cartelle esattoriali. Caro presidente inquisitore, prendersela con i più deboli è sempre più facile ma non è moralmente corretto. Saluti Giuseppe Candela
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