Finanziaria-bis, prepensionamenti e pioggia di contributi. Niente aiuti alle riserve
Primo «sì» in commissione: via all'esodo anticipato negli enti regionali e nelle Camere di Commercio. Oggi legge in aula
Ci sono i prepensionamenti negli enti regionali e nelle Camere di Commercio e spunta il tetto di 100 mila euro per gli stipendi dei dirigenti. Non c'è invece il paracadute per i 1.700 ex sportellisti della formazione professionale. Ha preso forma così la Finanziaria bis, che l'Ars inizierà a discutere oggi con l'obiettivo di arrivare al traguardo fra domani e la prossima settimana. Il testo è di 24 articoli. Non hanno trovato spazio molti emendamenti, rinviati a quella che all'Ars già chiamano la Finanziaria ter. Fra le norme approvate ieri in commissione Bilancio, guidata da Vincenzo Vinciullo, c'è quella che estende la possibilità di andare in prepensionamento ai dipendenti di tutti gli enti regionali (Eas, Esa, Irsap, istituti e agenzie varie). Si potrà lasciare l'impiego con i requisiti in vigore prima della riforma Fomero, esattamente come sta avvenendo per ora negli assessorati regionali. E grazie a un emendamento di Nello Dipasquale (Pd) la stessa chance viene offerta ai dipendenti delle Camere di Commercio purché assunti prima del 1995. L'altra norma di peso è quella che ha fatto inserire il Pd con Giovanni Panepinto. Prevede un tetto da 100 mila euro lordi all'anno per i manager e i dirigenti degli enti regionali: oggi - soprattutto nei consorzi di bonifica - ci sono vertici che incassano 160-180 mila euro e in qualche caso oltrepassano la soglia dei 200 mila euro annui lordi. È una norma con cui il Pd prova a recuperare lo scivolone del febbraio scorso, quando col voto segreto fu bocciata una proposta (dei grillini) che avrebbe ridotto fino a 140 mila euro gli stipendi. Per i tutti i prepensionati della Regione vengono previsti prestiti del valore pari al 90% del Tfr: una misura che serve a far fronte ai ritardi con cui la Regione sta erogando le pensioni dopo l'addio agli uffici. Altre forme di prestito sono previste per i dipendenti in servizio e servono per far fronte alle spese universitarie dei figli. La norma che avrebbe dovuto offrire un contratto annuale ai 1.700 sportellisti licenziati dagli enti di formazione professionale è rimasta senza copertura (servivano almeno 40 milioni all'anno) e la Finanziaria bis si limita a prevedere la costituzione di un albo in cui questo personale verrà iscritto: eventuali fondi destinati a progetti per il lavoro serviranno a impiegare gli ex sportellisti. Un emendamento fatto inserire da Giovanni Di Giacinto (Pse), Vinciullo e Dipasquale permette di finanziare con 10 milioni di fondi comunitari start up e incubatori di imprese: un lungo articolo indica limiti massimi degli aiuti e requisiti per ottenerli. Una norma di peso è quella che riscrive le regole per la governance dell'Irsap, l'istituto che ha accorpato le gestioni dei vecchi consorzi Asi. La Regione trattiene per sé la possibilità di indicare i mèmbri del Cda, togliendola alle associazioni di categoria che hanno ritardato a fornire i nomi ingessando l'ente e costringendo a continui commissariamenti. Inoltre la gestione liquidatoria dei vecchi consorzi viene sganciata da sostegni economici della Regione e si prevede invece di vendere i beni per far fronte ai debiti enormi. Prevista anche la possibilità di allargare la governance delle società partecipate: oggi tutte hanno un amministratore unico ma in alcuni casi il governo potrà creare un consiglio di amministrazione di tré membri. C'è poi una pioggia di finanziamenti. Cinque milioni per l'Oasi di Troina, un milione per i consorzi di bonifica che impiegheranno precari (anche del settore forestale). Un milione all'aeroporto trapanese di Birgi. Un milione e 237 mila euro per attivare il dissalatore di Vulcano. Fra le norme che hanno superato il primo esame in commissione c'è anche quella che abolisce il Consiglio regionale dell'urbanistica. Soppressi anche il Fondo siciliano per i disoccupati, il Centro per il restauro e il Centro per la catalogazione: le competenze e il personale passano agli assessorati al Lavoro e ai Beni Culturali. Passa, infine, anche la norma che permette di trasferire i testimoni di giustizia assunti un anno fa dalla Regione in altri enti che ne facciano richiesta: un modo per superare le difficoltà di gestione nate nell'ufficio romano dove questo personale è concentrato e male impiegato. Resta fuori dalla Finanziaria bis l'emendamento che avrebbe dovuto aumentare di circa un milione il budget per la gestione delle riserve naturali: una norma che il governo, durante il vertice con le associazioni ambientaliste, si era impegnato ad approvare entro giugno per evitare il rischio di chiusura. Ieri l'Ars avrebbe potuto almeno avviare la discussione generale sulla Finanziaria bis ma la mancanza del numero legale ha costretto a un rinvio. Il presidente Giovanni Ardizzone ha però assicurato che il testo verrà incardinato oggi e ha aggiunto che - a differenza che in passato - non ci saranno norme tagliate perché incompatibili o prive di copertura. Ardizzone si è augurato «che il testo non venga appesantito da emendamenti inutili». Oggi però il Parlamento sarà impegnato nella mozione di censura che i grillini hanno presentato contro l'assessore all'Agricoltura Antonello Cracolici dopo la sentenza della Corte dei Conti che lo ha condannato a risarcire all'Ars 340 mila euro per le cosiddette «spese pazze». Sul tema acque agitate in casa Pd, l'ex deputato Fabrizio Ferrandelli ha esortato Cracolici a dimettersi: «So che non si è mai messo un euro in tasca ma sono convinto che il Pd uscirebbe rafforzato da un suo passo indietro».
20 Aprile 2016
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