23 marzo 2016

VERSO LA LEOPOLDA SICULA A PICCOLI PASSI, IL PD PRENDE TEMPO. IL VERO DATO, A VERTENZA ALMAVIVA CONCLUSA, A RIFORMA DI FORESTALI FATTA, QUELLO CHE LA SICILIA ATTENDE DI DOVERE VIVERE NEI PROSSIMI MESI, È CHE LA REAZIONE DI PROTESTA ALLE URNE SARÀ DEFLAGRANTE E CHE I PROTAGONISTI DI QUESTA STORIA DOVRANNO LOTTARE PER UN PATRIMONIO DI VOTI DECISAMENTE ASSOTTIGLIATO


Verso la Leopolda Sicula a piccoli passi, il Pd prende tempo




di GIUSEPPE BIANCA
Annunciato da indiscrezioni non confermate, come in transito veloce per il Pd, di area faraoniana, Giuseppe Milazzo, parlamentare regionale, al momento, dopo avere lasciato Forza Italia, rimane al gruppo misto.

Quanto ci vorrà, e soprattutto, cosa nascerà, come evoluzione della situazione, rimane da capire.

Uno che non aveva fatto salti di gioia, dopo le prime notizie che lo volevano in avvicinamento verso il Pd, era stato Fausto Raciti, segretario regionale cuperliano che da sempre ha marcato le distinzioni, sui reclutamenti dei nuovi ingressi dem, cercando di essere il contrappeso naturale al dilagare dei reclutamenti renziani a Palermo e nei territori.

Tra poco sarà tempo di Leopolda in salsa sicula. Davide Faraone attende Renzi per presentagli la “sua Sicilia”, una platea di militanti e di società civile, allargata al punto giusto da rappresentare la sede fisica ed il punto di partenza, delle sue concrete chances per la corsa a Palazzo d’Orleans.

Tra gli ultimi entusiasti sostenitori, approdati alla casa renziana, l’ex assessore regionale all’Agricoltura, l’avvocato Nino Caleca che presiede il Comitato per il si per il referendum costituzionale di ottobre.

Uno che al momento si è fatto da parte, ma che pare proprio destinato ad avere in futuro un ruolo di peso nella politica siciliana.

Faraone, impegnato nella guerra di posizioni all’interno del Pd con Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo, outsider forti che hanno lo stesso obiettivo della candidatura a presidente, pare pronto a tenersi in caldo le carte di riserva di Enzo Bianco, ma soprattutto di Michela Giuffrida, e cerca di mettere pressione su Raciti, che su una candidatura di D’Alia nel centro sinistra, firmerebbe senza grandi difficoltà.

Anche da questo dato, e dalle manovre più o meno esplicite del sottosegretario renziano, nascerebbe il ritorno di fiamma tra D’Alia ed il centrodestra. L’ex ministro messinese deve aver fatto un poco di conti di recente.

E depurando il dato delle ultime europee dai cespugli confluiti, decisivi per l’elezione della stessa Giuffrida, ma anche per il risultato finale della lista, si è convinto che il Centro in Sicilia può anche sedersi a dare la carte al tavolo di gioco.

Né va dimenticato che le folle che seguono da vicino il ritorno di Cuffaro, osservatore motivato della politica siciliana, troverebbero una naturale confluenza nelle truppe centriste che Saverio Romano sta posizionando all’interno del voto strutturato siciliano.

Perché il vero dato, a vertenza Almaviva conclusa, a riforma di forestali fatta, e dopo tutto quello che la Sicilia attende di dovere vivere nei prossimi mesi, è che la reazione di protesta alle urne sarà deflagrante e che i protagonisti di questa storia dovranno lottare per un patrimonio di voti decisamente assottigliato.
Ecco quindi che tanti piccoli “Casi Milazzo”, possono fare la differenza.

23 Marzo 2016
http://www.siciliainformazioni.com/giuseppe-bianca/286862/verso-la-leopolda-sicula-a-piccoli-passi-il-pd-prende-tempo








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