PROGRAMMAZIONE
Fondi Ue, protesta delle parti sociali
Disertati i comitati di sorveglianza
I sindacati: "In Sicilia manca un'azione di governo improntata a una visione di insieme per una strategia tale da dare risposta ai problemi sul piano economico, sociale e occupazionale"
PALERMO - Sedie vuote stamani, per la prima volta, ai comitati di sorveglianza dei programmi europei Fesr e Psr, convocati a Palermo. Il Tavolo del partenariato, che raccoglie trentacinque sigle tra associazioni, sindacati, cooperative e imprese, ha disertato polemicamente, a eccezione di qualche componente, l’incontro che avrebbe dovuto avere al centro i piani operativi dei due programmi comunitari. Vi hanno preso parte due soli rappresentanti, Giorgio Tessitore (Cisl) e Mario Filippello (Cna) che, a nome di tutti, presente il vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello ed esponenti dell’esecutivo nazionale e della Commissione Ue, hanno dato lettura della nota comune e consegnato il documento deliberato il 23 marzo dal Tavolo. Sono quattro cartelle fitte attraverso le quali le associazioni chiedono la radicale correzione di rotta della programmazione 2014-20 rispetto ai cicli precedenti di programmazione che “non hanno prodotto alcun beneficio” per l’economia e la società siciliane.
Nella nota si legge, tra l’altro, che il Partneriato esprime preoccupazione per la “mancanza di una governance” intelligente dei fondi Ue. Soprattutto, perché fin qui “i fondi sono serviti più a coprire la spesa corrente che a dare impulsi allo sviluppo”. Per questo il documento consegnato vuole essere, precisano i firmatari, il “primo passo di un nuovo approccio verso un indispensabile cambiamento”. Che passa in primo luogo, sottolineano le associazioni economiche e sociali, attraverso il superamento del gap costituito dalla “mancanza di coordinamento tra i diversi rami dell’amministrazione competenti in materia di autorità di gestione dei programmi regionali”.
Il documento è stato messo a punto nei giorni scorsi dalla segreteria del Tavolo che per la prima volta si è autoconvocata, e approvato successivamente dalle trentacinque associazioni. Punta il dito contro la classe dirigente regionale che pare non percepire la “reale gravità della situazione” e segnala “criticità del passato che sembrano essersi cronicizzate”. Alla Regione si chiede la rimozione dei vincoli che “impediscono che si sviluppi un ambiente attrattivo e sostenibile per imprese e cittadini”. Si sollecita il varo di un piano di rafforzamento delle competenze amministrative (Pra) funzionale allo sviluppo delle imprese. Si motiva la necessità di un “tavolo permanente per il coordinamento e l’integrazione del programma” e si insiste sull’urgenza di una “programmazione unica e coerente” delle diverse fonti di finanziamento, nazionali, regionali e Ue. Il documento, inoltre, invita il governo della Regione a concordare un cronoprogramma verificabile degli obiettivi da raggiungere e rimarca l’imprescindibilità della pubblicazione dei primi bandi in tempo utile per “avviare la spesa entro il 2016”. “A cosa serve – vi si legge – un’agevolazione non ancora erogata nel 2016 rispetto a un bando del 2011?”. Anche perché a causa dei ritardi nell’erogazione “molte imprese sono pesantemente indebitate o sono fallite”.
I firmatari aggiungono, ancora, che nella gestione dei fondi comunitari sono mancati finora un’idea di insieme e una strategia della spesa orientata alla crescita. E anche piani di marketing territoriale, dell’offerta turistica e per la competitività delle imprese. Anche per questo occorre, ripetono, una governance dei fondi “autorevole, competente, trasparente e duratura per l’intero periodo della programmazione”. A monte, che siano precisate le responsabilità di direttori generali e dirigenti dei servizi, “evitandone il più possibile la sostituzione a ogni cambio di assessore”.
"Tutte le questioni aperte, dalla finanziaria alla gestione dei fondi europei, confermano che in Sicilia manca un'azione di governo improntata a una visione di insieme per una strategia tale da dare risposta ai problemi sul piano economico, sociale e occupazionale": lo dicono in una nota congiunta i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone. Oggi i sindacati hanno disertato, assieme alle associazioni datoriali, la riunione del comitato di sorveglianza per rimarcare la loro richiesta di inversione di rotta. “ Di certo – sostengono Pagliaro, Milazzo e Barone- i tavoli di concertazione, convocati all'ultimo minuto sono un rito inutile. Occorre confrontarsi su progetti reali e non perdere altro tempo prezioso”. I sindacati rilevano che “le risorse europee, vista la situazione disastrosa del bilancio regionale, sono le uniche disponibili per dare alla nostra isola sviluppo e lavoro. Noi chiediamo alla Regione- sottolineano- di rimettere in discussione la gestione di questi fondi”. I segretari di Cgil, Cisl e Uil alzano dunque il tiro mandando a dire a Crocetta che "senza il dialogo con le parti sociali è dimostrato che non si va da nessuna parte. Il governo continua a non darci risposta neanche alle richieste di incontro- sottolineano Pagliaro, Milazzo e Barone- e continua ad arrancare sui problemi mettendo pezze qua e là nel tentativo di fare quadrare i conti ma senza dare nessun concreto segnale di cambiamento, mentre le riforme non fatte stanno portando all'implosione di interi settori- bastino per tutti gli esempi della formazione professionale e delle ex province- con conseguenze che sarà poi difficile arginare e alla questione del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, fondamentale nella situazione data, si continua a non dare risposta”. Cgil, Cisl e Uil concludono appellandosi al governo affinchè "apra un confronto finalizzato a mettere sul tappeto alcune questioni non più rinviabili incardinando un percorso condiviso sul quale bruciare le tappe, considerato anche che con quest'ultima finanziaria non stiamo assistendo a niente di nuovo".
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01 Marzo 2016
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