Il bluff della Finanziaria bis
Niente soldi per nessuno
di Manlio Viola
Non c’è un euro da spendere e non c’è alcun accordo neanche su cosa mettere nella legge. Non arriverà in aula per lunedì come promesso la legge stralcio già soprannominata Finanziaria bis della Regione.
Non ci sono i soldi e non c’è l’accordo su come spendere neanche quelle poche somme che, sulla carta, potrebbero essere ancora impegnate.
Ieri è andata in scena una vera e
propria guerra all’ultimo euro per cercare di dare ristori a categoria
rimaste al palo. In discussione ci sono i fondi per l’Oasi di Troina tanto per dar una indicazione forte, ma ci sono anche le somme promesse dal Presidente della Regione al Brass Group appena due giorni fa’, i soldi per il Cerisdi e perfino gli interventi per mandare nuovamente al lavoro gli ex sportellisti della Formazione.
Ma il disegno dci legge è ancora fermo in commissione Bilancio,
dove è stato depositato soltanto martedì ieri. Si tratta in totale di
24 articoli e di una spesa complessiva che si aggira intorno ai 300
milioni di euro.
Il presidente Vincenzo Vinciullo
aveva convocato la commissione “ma non ci sono ancora i pareri delle
commissioni di merito richieste dal presidente Ardizzone, per cui non
abbiamo potuto esaminare il testo, una ddl omnibus più che un ddl
stralcio”.
Vinciullo aveva manifestato l’intenzione
di convocare la commissione non-stop anche di sera, “ma mi è stato
detto che lavorare di notte non va bene”. “Ho convocato la commissione
anche oggi – spiega Vinciullo – ma in assenza dei pareri dovrò rinviare
almeno una parte della trattazione a domani e se non arriveranno domani
dovrò aggiornare tutto alla prossima settimana”.
La discussione, alla fine, è stata
avviata fra le polemiche e la calendarizzaazione del ddl è stata sposta
da lunedì a martedì 15 ma potrebbe non essere sufficiente
Preoccupati soprattutto gli sportellisti che da giorni fanno lo sciopero della fame. “Il ministero del lavoro
– dicono i manifestanti – ha inviato la ricognizione delle risorse del
fse con compartecipazione di fondi statali destinate alla Sicilia per il
piano di rafforzamento dei servizi e delle politiche attive del lavoro,
tra le misure indicate, parte delle risorse sono dedicate
all’implementazione dei centri per l’impiego per ottemperare alla legge
150/2015 e all’orientamento. Queste risorse devono perentoriamente
essere impegnate entro il 31/12/2016 pena, non solo la restituzione e il
commissariamento, ma lo sblocco di altri fondi comunitari. In queste
risorse è individuata la copertura finanziaria alla norma relativa gli
operatori ex sportelli multifunzionali. È compito degli uffici preposti
fornire la cifra per la copertura finanziaria e aggiungerla nella
relazione dettagliata allegata alla stessa norma e già valutata con
parere favorevole da parte della commissione di merito”.
“Adesso basta giocare
con la vita di centinaia di famiglie. Avete tutti gli strumenti per
riparare al grave torto di aver gettato per strada lavoratori con la
media di trent’anni di servizio, quindici dei quali proprio dentro i cpi
dove si sono occupati di politiche attive del lavoro”.
Ma mentre si parla di spendere altre
risorse tutti sembrano dimenticare che ancora non sono disponibili
neanche quelle ordinarie: “Si è giunti al bilancio 2016 e alla legge di stabilità in un clima di confusione ed oggi, a causa delle impugnative che potrebbero reciprocamente scattare
tra Stato e Regione , di fatto le risorse reali disponibili per il 2016
non sono quantificabili, cosa che rischia di buttare la Sicilia nel
caos”. Dicono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliana Michele
Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone che chiedono all’assessore
all’economia Baccei un incontro immediato sull’argomento. I sindacati
rendono noto di avere anche già chiesto alla Commissione paritetica di
sapere “le reali difficoltà che incontra nell’operare nella sfera delle
competenze statutarie”.
I sindacati ricordano che “si partiva
con un disavanzo di parte corrente di oltre 3 miliardi e un forte
disallineamento tra le entrate della Sicilia e quelle delle altre
regioni a statuto speciale. La stessa regione – osservano Pagliaro,
Milazzo e Barone- forniva i dati del gap: a fronte di poco più di 2.000
euro procapite in Sicilia, la Sardegna faceva registrare oltre 3.900
euro procapite, 9.300 euro la Valle d’Aosta, oltre 8.300 in Trentino Alto
Adige e 4.200 euro il Friuli”. Nonostante questi dati “alla Sicilia
lo Stato ha chiesto un contributo per risanare la finanza pubblica di
1.286.000.000 euro che nella legge di stabilità del 2016 viene aumentato
di 273 milioni. Nella stessa legge di stabilità si riduce, a partire
dal 2017, l’aliquota Ires riconosciuta alla Sicilia e si trasferiscono
competenze e spese aggiuntive alla Sicilia (vedasi rimborsi a pazienti
che hanno subito danni da emotrasfusioni)”.
A fronte di tutto ciò la Regione siciliana
in mancanza di norme di attuazione in materia finanziaria, l’ultima
risale al 1965, “ha predisposto un bilancio e una legge di stabilità, in
attesa della ridefinizione dei rapporti con il Governo nazionale, –
rilevano i sindacati- che prevede una entrata aggiuntiva da parte dello
Stato di 1,4 miliardi, 900 previsti nella legge di stabilità nazionale e
500 da definire nelle prossime trattative”. “Il quadro- rilevano
Pagliaro, Milazzo e Barone- è dunque tutt’altro che confortante e chiaro
e temiamo che i nodi possano venire subito al pettine”.Da qui la
richiesta del confronto per “focalizzare i problemi aperti e trovare
soluzioni condivise per i problemi in campo”.
10 Marzo 2016
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.