17 marzo 2016

FORESTALI E POLITICA INDOLENTE


Ricevo e volentieri pubblico


Forestali e politica indolente





di Antonino Lomonaco
Credevo che la giustizia in Italia, ed in Sicilia, si basasse su di un concetto di recupero alla vita sociale del reo. Invece questo vociferare, col dito puntato contro, mi ricorda tanto l’atteggiamento di quegli inquisitori d’altri tempi, i quali si scagliavano contro i peccatori, pronti persino ad arderli vivi in pubblica piazza. Mi chiedo quale sia il significato dell’atteggiamento di un Presidente della Regione Sicilia che, con tono di scandalo, proclama il riscontro di sessanta condannati penalmente, su di un contingente di ventimila forestali, i quali, tuttavia, continuano a lavorare in quest’ ambito. Sessanta su ventimila corrisponde, più o meno, allo zero virgola zero per cento... Ma a noi, che lavoriamo come operai forestali, l’atteggiamento assunto verso questa percentuale infinitesimale ci pesa parecchio, come l’ennesimo attacco gratuito alla categoria. Partendo dalla premessa che l’accesso al nostro lavoro non è avvenuto per concorso pubblico, bensì in base ad una graduatoria con criteri di ammortizzazione sociale, si intende che il nostro lavoro non è un “pubblico ufficio” bensì una “toppa” sociale al disastro economico che si è realizzato, e continua a realizzarsi, nel meridione dello Stato italiano, del dopo unità. Credo che la meschinità di intenti, nel voler licenziare persone che hanno sbagliato, magari diversi anni prima, negandogli, in questo modo, qualsiasi briciola di larvata decenza lavorativa, sia abbastanza evidente. Per sfortuna quello che mi pare altrettanto evidente è la squallida sufficienza dei nostri uomini politici che, purtroppo, noi stessi mandiamo a legiferare e governare. Se si intervenisse nell’ambito dei lavori forestali (così come in qualsiasi altro ambito lavorativo) ribadendo, con forza, che gli atteggiamenti deontologicamente, ed eticamente, impropri e deleteri debbano essere categoricamente sanzionati, con la gravità dell’infamia e dell’ immediata espulsione, quest’intervento avrebbe il senso di una introduzione vigorosa di una disciplina volta ad una coerenza lavorativa e di civiltà. Un intervento del genere, accompagnato da un adeguato rafforzamento del bagaglio di strumenti e di controllo dell’attività stessa, avrebbe il senso di una attenzione al miglioramento di quella attività. Ma posta nei termini scandalistici, e quasi da pettegolezzo di cortile, qual è il senso se non quello di assecondare un pregiudizio, ormai diffuso, su di una attività che in Sicilia ha una sua grande valenza. Non si deve dimenticare mai che la nostra Regione è in una zona sub tropicale, dove le conseguenze peggiorative dei cambiamenti climatici si stanno presentando prima che in altri posti. Per cui la presenza ed il miglioramento di un contingente di lavoratori forestali sarebbe essenziale, anzi sarebbe la manifestazione di una intelligenza politico-sociale, capace di reagire adeguatamente alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Invece si continua a gridare e tirarsi i capelli perchè siamo in ventimila! Senza specificare mai che non siamo un contingente di ventimila persone che lavorano tutto l’anno, bensì che siamo solo degli stagionali che lavorano, più che altro, per soli 100, 150 giorni in un anno! Provo vergogna, ogni volta, a specificare queste cose! Tuttavia lo faccio perchè amo questo mio lavoro, conosco la sua importanza per il mio territorio e lo devo difendere dall’ignoranza pretestuosa e dalla malafede. Il concetto è che i lavori forestali in Sicilia siano uno spreco di risorse economiche. Ma la questione è che se non vi fossero questi lavori, già da decenni la Sicilia sarebbe una propagine nordica del Sahara. Ed, ancora, che nello svolgere queste meritevoli funzioni molti di noi affrontano rischi di pericoli per la propria incolumità, persino micidiali, tali da meritare encomi: altro che il disprezzo degli ignavii! Ritengo giusto che chi sbagli debba pagare, ma ritengo altrettanto giusta la possibilità di riscattarsi da un passato sbagliato. Se licenziati per una colpa passata come ci si può riscattare ed elevare dall’errore?... L’errore passato deve diventare, perciò, un marchio pestilenziale che condiziona verso il peggio?... Oggi sono gli ex condannati penali, domani quale altra categoria di “diversi” va discriminata e fatta scivolare sempre più verso i margini della società?... Non è un bel gioco questo, è un gioco che porta divisioni dove, invece, servirebbe una maggiore coesione. Ma l’indolenza che, ormai, si è impossessata della politica, tanto da staccarla dalla vita quotidiana della gente, non riesce a capire tutto ciò, o, peggio ancora, non lo vuole capire, rendendosi ottusa ai reali bisogni dei territori e della gente che ci vive. Ho pietà di questi politicanti!










1 commento:

  1. Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo, aggiungo che ci sono leggi per il recupero e il reintegro lavorativo degli ex detenuti, ma evidentemente per un proprio tornaconto politico giornalistico dobbiamo essere continuamente massacrati. Noi lavoratori forestali vogliamo solo fare il nostro lavoro con dignità. Saluti Giuseppe Candela

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