La vendita a Furnari di ventimila metri quadrati di terreno: intrecci familiari e politici
Demanio a prezzi stracciati, l'ombra della cricca
Altri casi a Stromboli e Porto Empedocle. Il governatore Rosario Crocetta dispone un ' indagine
II sindaco Poti chiama in causa anche il ruolo dell'Avvocatura dello Stato
Francesco Celi
MESSINA
È possibile accaparrarsi 20mila metri quadrati di prezioso terreno
demaniale a Smila 944 euro e 80 centesimi? In Sicilia salvo ferme
opposizioni, che devono comunque trovare udienza, tempi lunghissimi si
sa... - sì. Eccome. È accaduto a Furnari: il terreno si trova nei pressi
di Portorosa e a pochi metri dalmare. Unoscandaloal vaglio del
Tribunale civile di Messina, giacché l'amministrazione comunale retta da
Mario Foti ha chiesto di bloccare l'intera operazione, fatta riemergere
da un servizio delle "Iene" di Italia 1. In questa vicenda-
rassegneremo le coordinate generali in attesa di significativi sviluppi
si intrecciano interessi familiari e politici, con un addentellato al
Genio civile di Messina (durante la gestione precedente a quella
dell'ing. Leonardo Santoro, che ha ritirato tutte le de leghe ai
funzionari). È accaduto, dunque, che una coppia di acquirenti versasse
il 5 maggio 2014 la somma di 3.944,80 centesimi per ottenere la
concessione di 20mila mq di terreno demaniale, peraltro sottoposto a
rigidissimi vincoli dal Prg. Quarantatré giorni dopo il versamento -
dicasi 43 - la "donna all'Havana", ovvero un'architetta del Genio
civile, stima il terreno esattamente 3.944,80 centesimi e
contestualmente modifica la stima da prezzo di concessione a prezzo di
vendita. Sì, vendita! Come già scritto, eviteremo, in questa fase, di
pubblicare i nomi dei protagonisti poiché nessuno è stato raggiunto da
alcun provvedimento, il che non significa che la vicenda sia scandalosa
in sé. Vedremo gli sviluppi che non potranno non esserci. L'affare,
frutto di intrecci familiari e interessi economici di politici legad ai
protagonisti, avrebbe dovuto generare la realizzazione di un Parco
tematico, escamotage progettuale utile a bypassare i vincoli
urbanistici. Il sindaco Poti fa fuoco e fiamme, spulcia ogni carta,
presenta un esposto il primo di cembre del 2015 e avvisa presidente
della Regione, assessorato al Territorio, ingegnere capo del Genio
civile, Procura della Corte dei conti e Procure della Repubblica di
Messina e Barcellona. A tutti, nell'ambito delle rispettive competenze»,
chiede di «porre in essere atti di indagine e ispettivi finalizzati
alla revoca e all'annullamento, anche in autotutela», dei diversi
provvedimenti amministrativi che, «in violazione delle norme vigenti,
appaiono radicalmente illegittimi». Poti si rammarica, inoltre, nel
constatare che nel relativo giudizio instaurato davanti al Tribunale
civile di Messina, «l'Avvocatura distrettuale dello Stato ha
strenuamente difeso l'operato illegittimo dei funzionari che hanno
venduto il bene, con motivazioni risibili e prive di pregio che
contrastano con norme imperative in materia di trasparenza...». A
dargli manforte è giunto adesso il governatore Rosario Crocetta, che
appreso del "caso Furnari" - ma ve ne sono altri in giro per la Sicilia,
da Porto Empedocle a Stromboli - ha ordinato che venga avviata
un'indagine interna alla Regione per verificare quanti terreni del
patrimonio regionale sono stati svenduti senza evidenza pubblica a
privati. Quello di Furnari, stimato in fase successiva su mandato
dell'Amministrazione, varrebbe intorno a ÇÎÎò³²à euro, non certo
tremilanovecento. C'è poi un ulteriore, insormontabile ostacolo: se è
vero come sostiene il presidente Crocetta - che per vendere beni del
pubblico demanio regionale occorre una deliberazione della Giunta di
governo, non si capisce allora l'interpretazione delle norme vigenti in
materia operata «dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Messina,
che dovrebbe difendere sottolinea Foti - solo gli interessi della
Regione Siciliana e il rispetto di procedure trasparenti, non l'operato
di chi ha violato precise norme imperative».
27 Marzo 2016
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