Niente accordo sulla Finanziaria.
In aula il 12 ma senza un euro in cassa
Solo cinque sedute nel
mese di gennaio e praticamente un nulla di fatto. La polemica nazionale
sulla produttività dell’Ars è servita ma il vero problema non sembra
essere, almeno stavolta, legato al parlamento siciliano. I novanta di
Sala d’ercole, infatti, si trovano nell’assurda situazione di non avere
nulla di cui discutere. La cosa più urgente è certamente il bilancio di
previsione 2016 con la legge di stabilità (o finanziaria) collegata ma
di queste norme non c’è ancora un testo chiaro, una analisi in
commissione bilancio, un via libera dalle commissioni di merito.
Dunque il parlamento tornerà a riunirsi
domani pomeriggio dopo il flop di gennaio ma non potrà, ancora una
volta, entrare nel vivo delle questioni scottanti. Così, in attesa di
poter lavorare sul serio, domani alle 16 il Parlamento discuterà di
‘valorizzazione del demanio trazzerale’; ‘solidarietà al popolo armeno’;
‘iniziative per il complesso immobiliare di via Ingegneros 31 a
Palermo; ?revoca della convenzione con la Kore di Enna e l’associazione
Proserpina’ ovvero sull’università romena in Sicilia questione già
affrontata dal Ministero e altre amenità simili.
In realtà all’ordine del giorno
ci sono anche questioni politicamente più valide come l’elezione di un
deputato segretario (ai siciliani non è che interessi poi un granché) ma
anche e soprattutto ‘disdetta dell’accordo finalizzato alla rinuncia de
ricorsi in materia di legittimità costituzionale promossi innanzi alla
Corte Costituzionale’.
Proprio quest’ultimo punto è importante visto che per effetto di questo accordo la Sicilia ha già perso un miliardo di euro e in ballo ce ne sarebbero altri quattro. Ma se anche questo accordo dovesse essere disdetto, cosa estremamente difficile visto che la maggioranza continua ad appoggiarlo, gli effetti non sarebbero automatici. ne deriverebbe un contenzioso aggiuntivo di esito incerto.
Resta al palo, invece,
la trattazione di bilancio e finanziaria anche perché non c’è il benché
minimo accordo. Come si discute un bilancio che pone in entrata somme
derivanti da accordi romani che, però, non sono state deliberate a
livello nazionale? Insomma le poste di bilancio rischiano di essere una
enunciazione di idee e promesse senza documenti contabili collegati.
Di Bilancio ci discuterà,
comunque, a partire da giovedì della prossima settimana, 12 febbraio.
Entro quella data le commissioni dovranno liberare un documento che la
bilancio non sembra intenzionata ad approvare. Poi, giovedì, si
incardina e si da il termine per gli emendamenti e si comincia la
discussione vera e propria martedì 16 con soli 12 giorni per giungere
all’approvazione visto che l’esercizio provvisorio scadrà a fine
febbraio.
Ancora una volta la Sicilia può attendere
01 Febbraio 2016
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