25 gennaio 2016

VIAGGIO NEI CONTI DELLA REGIONE. ALL’ARS ARRIVA UN BILANCIO DI TAGLI E SACRIFICI. MA PALAZZO D’ORLEANS NON RINUNCIA A QUALCHE LUSSO


VIAGGIO NEI CONTI DELLA REGIONE

All’Ars arriva un bilancio di tagli e sacrifici. Ma Palazzo d’Orleans non rinuncia a qualche lusso
 

di Accursio Sabella

Il disavanzo supererà i tre miliardi. L’Unione europea ha aggravato la situazione. Ma nel Palazzo del governo non scendono le spese di rappresentanza, quelle per l’ufficio stampa (che non esiste), per la sede di Bruxelles, per il Parco d’Orleans, per i viaggi e gli esperti del presidente. E mentre si ridiscute con Roma lo Statuto, ecco i fondi per la “propaganda dell’Autonomia”.



PALERMO - Lo sforzo c'è stato. Palazzo d'Orleans ha stretto la cinghia, arrivando a dimezzare le spese complessive rispetto all'esercizio finanziario scorso. Una operazione necessaria, del resto. Visto che il disavanzo complessivo da colmare era di oltre tre miliardi. Una parte dovranno arrivare dal contenzioso con lo Stato (già previsti 900 milioni nella legge di stabilità nazionale), un'altra parte è quella che è sorprendentemente rimasta fuori dagli accordi che sono seguiti a decine di incontri tra il governo regionale e quello romano.

Eppure, tra i tagli e i sacrifici, ecco qualche sorprendente eccezione. Cresceranno infatti rispetto alla previsioni definitive del 2015, le spese per i viaggi del presidente, le missioni dei dipendenti della Segreteria generale e persino... la gestione del Parco d'Orleans. Quello dal quale Crocetta voleva cacciare gli uccelli, proprio per risparmiare. Restano in bilancio i soldi per un Ufficio stampa che (ancora) non c'è, e per la sede di Bruxelles "resuscitata" da Crocetta proprio perché avrebbe favorito la spesa dei Fondi europei. Qualche sfizio, in tempi di magra.

Il nuovo "buco" dopo il taglio di Bruxelles

Eppure, ai problemi del bilancio, negli ultimi giorni si sono aggiunte le brutte notizie provenienti proprio da Bruxelles. L'ultima "stangata" della Commissione europea sulla programmazione 2000-2006 (responsabilità quindi dei governi passati, quindi) ha cancellato dal bilancio regionale circa 260 milioni di fondi europei inizialmente stanziati per la Formazione, ma usati, secondo l'Ue, in maniera fin troppo disinvolta.

Un nuovo buco nel bilancio della Regione. Anche se parte di quelle cifre erano state coperte con fondi regionali della legge 24, mettendo poi in carico del programma comunitario il rimborso. Rimborso che adesso l'Ue non intende erogare contestando le irregolarità. Quello stock di fondi era stato iscritto nel capitolo dei residui attivi, crediti cioè non ancora incassati. Il governo Crocetta ha deciso di appellarsi alla Corte di giustizia europea, e manifesta fiducia. Palazzo d'Orleans fa notare che la decisione della commissione Ue è arrivata a distanza di 5 anni dalla chiusura del Por 2000-2006 e che la notifica dei correttivi è arrivata a programma già definito. Insomma, questa volta sarebbe stata la commissione Ue a inciampare sui ritardi. Se i giudici Ue dovessero dare ragione alla commissione, la Regione comunque avrebbe perso la chance di recuperare la somma.

Un originale esercizio provvisorio

Problemi su problemi insomma. In un bilancio che è soprattutto un bilancio di tagli. Anche nel Palazzo del potere. Dove il governatore sarà costretto a ridurre le uscite un po' dovunque. E la settimana appena iniziata dovrà essere quella dell'accelerazione definitiva per portare la manovra a Sala d'Ercole. Una manovra che ha iniziato solo nei giorni scorsi, a tre settimane dall'approvazione dell'esercizio provvisorio, il proprio cammino nelle commissioni di merito. Un esercizio provvisorio un po' particolare, quest'anno. Non solo perché si è scelta la formula "light" dei due mesi (in passato era quasi sempre durato quattro mesi), ma anche perché i "dodicesimi" di spesa verranno calcolati non sul bilancio dell'anno scorso, ma su quello approvato in giunta. Che deve però ancora passare il vaglio dell'Aula. Una scelta contestata anche da alcune associazioni e movimenti che hanno annunciato un esposto contro la decisione dell'assessore Baccei. Quel bilancio sarebbe insomma illegittimo.

Ma un bilancio, come detto, per il momento c'è. E si apre con cifre terrificanti. Quelle del disavanzo della Regione. Un disavanzo che, stando ai calcoli dell'assessorato, crescerà già nel 2016, superando i tre miliardi di euro. Effetto probabilmente della decisione del governo nazionale di impugnare lo scorso bilancio della Regione, proprio nelle parti in cui prevedeva l'utilizzo dei Fondi di sviluppo e coesione per coprire spesa corrente. "Proprio perché quel bilancio è stato impugnato – ha spiegato l'assessore Baccei – abbiamo preferito fondare l'esercizio provvisorio sulla base della manovra approvata in giunta a dicembre".


Rappresentanza, esperti e ufficio stampa

Un "buco" che dovrà essere colmato attraverso gli interventi in finanziaria. Una manovra di tagli e sacrifici, dicevamo. Ma anche con qualche contraddizione. A cominciare dal Palazzo del governo. Dove, a dire il vero, il presidente Crocetta non si farà mancare alcuni "lussi". Come ad esempio il supporto degli "esperti in materie giuridiche", che costeranno 150 mila euro. Altri 15 mila saranno stanziati per "pareri e studi", mentre le spese di rappresentanza saranno praticamente identiche all'anno precedente. Insomma, anche in tempi di magra, non si può rinunciare all'apparenza: che costerà ai siciliani 300 mila euro per il 2016.


Il governo, poi, che in questi mesi, a dire il vero, sta trattando con lo Stato il depotenziamento di alcune norme dello Statuto siciliano, ha deciso comunque di stanziare 15 mila euro per la "propaganda dell'Autonomia". A proposito di stampa e comunicazione, poi, ecco un taglio netto agli abbonamenti ad agenzie, giornali e periodici. Ma spuntano anche 100 mila euro per il "funzionamento dell'Ufficio stampa". Che al momento, a dire il vero, di fatto non esiste, dopo il licenziamento dei 21 addetti stampa di Palazzo d'Orleans deciso a inizio legislatura e dopo la scelta del presidente di avvalersi di una collaboratrice con mansioni di portavoce. Eppure i soldi sono stati messi in bilancio. E sono lo specchio, forse, della volontà espressa in Finanziaria, di far risorgere, sebbene in versione ridotta, ma con gli stessi vizi di partenza del vecchio (incarichi per chiamata diretta, ampia discrezionalità del governo), quell'ufficio. Una volontà che si è già scontrata con i voleri dell'Ars che ha bocciato in prima commissione la norma.

I soldi per l'Ufficio di Bruxelles, le blindate e i viaggi del governatore

Certamente resterà aperto ancora un po' un altro degli uffici più discussi di questi anni. La cui utilità rischia di tornare in primo piano, visti proprio i problemi incontrati anche da questo governo nella spesa dei Fondi europei. Intanto, la giunta per gli uffici regionali di Bruxelles ha previsto uno stanziamento di 50 mila euro per le semplici spese di funzionamento. In Finanziaria dovrebbe arrivare il resto, a partire dai soldi per il personale.

Scendono, intanto, le spese per le missioni degli agenti di scorta del presidente Crocetta: da 344 a 294 mila euro e una "limatura" subiranno anche le spese per il leasing delle blindate del presidente. Da 110 a 90 mila euro. Insomma, tra scorta e vetture la spesa prevista in bilancio è di quasi 400 mila euro l'anno.

Ma se scendono le indennità di missione per la scorta, ecco che a sorpresa salgono quelle per le missioni del personale di Palazzo d'Orleans. Da 78 a 90 mila euro l'anno. Non solo. Il governatore ha deciso di "rimpolpare" di diecimila euro il plafond per i propri viaggi che adesso costeranno 74 mila euro. Ma la sorpresa è nei costi per la gestione del Parco d'Orleans. Al centro di liti, polemiche, contenziosi. Era stato indicato da Crocetta come il "simbolo dello spreco" e per questo è stata di fatto cacciata la ditta che se ne occupava. E invece, nel 2016 per il Parco il governo ha stanziato 150 mila euro: 60 mila in più rispetto all'anno scorso. Sarà pure un bilancio di lacrime e sangue. Ma perché rinunciare a qualche "sfizio"?

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