L'ANNO APPENA ARRIVATO
Conti, Sanità, precari e riforme
Tutti i nodi da sciogliere nel 2016
di Accursio Sabella
Anche nel 2015 il governo ha messo la polvere sotto il tappeto. Ma adesso, per molti delicatissime questioni, il tempo è scaduto: nei primi mesi del nuovo anno si dovrà fare finalmente chiarezza sul contenzioso con lo Stato, sui concorsi e sulla capacità di questa maggioranza di portare a casa una riforma qualsiasi.
PALERMO - La precarietà è tutta nel nome dello strumento scelto per chiudere l'anno finanziario della Regione: esercizio provvisorio. Temporaneo, appunto. In attesa che si possa chiudere il “vero” bilancio. È questo uno dei nodi da sciogliere nel 2016. Uno dei più difficili, lasciato in dote dal governo proprie nelle ultime ore dell'anno appena terminato. Ma appunto non sarà l'unico. Perché dopo tre anni di legislatura in realtà, sono tanti i settori che appaiono ancora dei cantieri aperti e tanti i siciliani che attendono risposte dall'anno appena arrivato. E che hanno trascorso le ultime feste sentendosi “in bilico”.
Chiudere i conti con Roma
Il bilancio è più provvisorio di quanto dica lo strumento scelto, tra le polemiche, a ridosso del capodanno. Perché i due mesi di esercizio “in dodicesimi”, deciso dal governo dopo i consigli giunti da buona parte dell'Assemblea regionale, fa quasi passare in secondo piano il fatto che anche la manovra “completa” avrebbe avuto una consistente porzione “virtuale”. Fatta, cioè, di cifre incerte. Oltre mezzo miliardo di euro che l'esecutivo ha deciso di prevedere in bilancio, ma anche arriverà solo se si chiuderà positivamente il dialogo con lo Stato. Una “trattativa” che doveva chiudersi già nei mesi scorsi, col riconoscimento alla Sicilia di 1,4 miliardi di euro nella Finanziaria nazionale. Di quei soldi, invece, sono arrivati (anzi, per essere precisi devono ancora arrivare) 900 milioni. Il resto? Si vedrà. Crocetta e Baccei sono fiduciosi. Ma intanto hanno previsto in bilancio il cosiddetto “accantonamento negativo”. In poche parole, se quei soldi non dovessero essere riconosciuti, il governo ha già individuato i capitoli da “tagliare”. E sono quelli che riguardano i Comuni, i precari, i Forestali, i Pip e altre categorie di lavoratori. Tutti col fiato sospeso, quindi. In attesa che si sciolga quel nodo.
I precari a tempo indeterminato
Anche nel 2015, il governo ha deciso di mettere la polvere sotto il tappeto. Nonostante le soluzioni più o meno “definitive” annunciate a Roma e a Palermo, anche l'anno scorso non si è andati oltre una “proroghina” per gli oltre 22 mila precari degli enti locali siciliani. Ma alla fine anche quel nodo dovrà venire al pettine. Perché le proroghe non potranno essere infinite. E quei lavoratori, in molti casi, “reggono” le sorti di interi Comuni dove hanno, in molti casi, superato in numero i colleghi a tempo indeterminato.
I concorsi della Sanità
E a proposito di precari da stabilizzare, il 2016 dovrà finalmente fare chiarezza sui concorsi nella Sanità siciliana, dati per “fatti” già a metà dell'anno scorso, ma mai effettivamente partiti. Da un lato, il governo regionale insiste, sottolineando le difficoltà degli ospedali ad andare avanti a causa delle carenze di organico, dall'altra ecco i problemi nella predisposizione della rete ospedaliera e quelli del bilancio. Non a caso anche la Corte dei conti ha ammonito: “Bisogna essere molto cauti”. In sospeso, così, oltre agli aspiranti nuovi assunti, i tanti precari delle aziende ospedaliere e i siciliani che per lavoro hanno deciso di lasciare l'Isola e che adesso guardano alle possibili procedure di mobilità come una occasione buona per tornare a casa.
Il caos della Formazione
Il 2016 dovrà essere necessariamente anche l'anno in cui ripartiranno i corsi di Formazione, già in ritardo. Un ritardo che si è tradotto in decine di lettere di licenziamento inviate ai lavoratori persino alla vigilia di Natale. Erano finiti, infatti, i soldi legati alla vecchia annualità, mentre l'iter per far partire la nuova non si è ancora concluso. Ma adesso, vittime di un sistema chiaramente “imploso” sono migliaia di siciliani che, al di là dei giudizi sui vizi che hanno portato alla espansione di questo settore (pratiche clientelari su tutti), rischiano di trovarsi in mezzo a una strada. Duemila, forse tremila potrebbero non ricevere né stipendio né ammortizzatori sociali, esclusi nella Formazione. Così, tra corsi che partiranno (e già non mancano le polemiche) e soluzioni per i disoccupati, il 2016 sarà un anno cruciale anche per questo comparto.
La maggioranza e le riforme
C'è poi ovviamente l'aspetto politico. Dall'inizio della legislatura precario, provvisorio, confuso. Anche il 2015, come gli altri anni del resto, ha visto celebrare il solito, inutile rito del rimpasto. Ma adesso non ci sono davvero più scuse. I partiti, Pd in testa, si sono assunti la piena responsabilità dell'azione di governo. L'anno che verrà, insomma, a prescindere dal presidente Crocetta, sarà anche quello in cui si comprenderà se i democratici saranno in grado di mettere da parte liti, faide e ambizioni personali. E finalmente, dopo oltre tre anni di fallimenti condivisi col governatore, di portare a termine una riforma, una soltanto, una qualsiasi, purché possa dare uno slancio a una Sicilia sempre più a fondo. Una riforma, insomma, che meriti davvero questo nome. E che dia un senso a questa legislatura finora inutile, chiassosa e fallimentare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
02 Gennaio 2016
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