Vecchioni: «La Sicilia è un’isola di merda». E la rete si scatena: «Resta a Milano»
di Gloria Sabatini
Merda. «Sei un’isola di merda». Con sublime raffinatezza Roberto Vecchioni dall’Università
di Palermo si rivolge così alla Sicilia davanti a un pubblico di
studenti perplessi. «Sei un’isola di merda», dice invitato a partecipare
al percorso formativo Educare oggi. «In tutti i posti ci sono
tre file di macchine in mezzo alla strada e si deve passare con una
fatica tremenda, è inutile mascherarsi dietro il fatto che hai il mare
più bello del mondo e che hai questo e quello, non basta, sei un’isola
di merda».
Vecchioni e la Sicilia
Il cantautore, prototipo dell’artista post-comunista intelligente
deluso dalla sinistra, si sarebbe dovuto cimentare in un racconto di un
padre a un figlio, per dirgli quello che passa e che resta di un uomo.
Ma davanti agli studenti nell’aula magna di Ingegneria si fa prendere la
mano dalla verve del masaniello impegnato. L’isola che lo ospita è una
schifezza immonda. «La filosofia e la poesia antiche hanno insegnato
cos’è la bellezza e la verità, la non paura degli altri, in Sicilia
questo non c’è, c’è tutto il contrario…». Ma come siete bravi – insiste –
avete inventato la Magna Grecia? Sinceramente no, io
non amo la Sicilia che non si difende». Un affondo crudo che fa
infuriare siciliani e non. E non basta la conclusione ruffiana per
zuccherare la pillola: «Non amo la Sicilia che rovina la sua
intelligenza e la sua cultura – dice Vecchioni agli studenti – che
quando vado a vedere Selinunte, Segesta non c’è nessuno. Non amo questa Sicilia che si butta via».
La rabbia del web
Uno dei primi commenti sulla rete è di un siciliano doc, Paolo
che apprezza l’analisi ma non ci sta a farsi fare la morale da un
borghese con il portafoglio gonfio. «Mi pare di capire vi siate offesi –
scrive su Facebook – io credo abbia dimenticato i
forestali stagionali che incendiano i boschi per il rinnovo del
contratto, qualche ospedale dove si entra vivi e si esce morti, il
turismo fai da te perché i Musei e le
chiese non hanno custodi, nonostante le migliaia di dipendenti regionali
nullafacenti; oppure aeroporti senza mezza indicazione turistica che ti
dica, che ne so, che sull’Etna produciamo vini di qualità che
esportiamo all’estero per l’80% del fatturato…». Ecco – continua – «mi fa un po’ incazzare, ma solo un po’, che debba venirmelo a dire un milanese borghesotto
col conto in banca gonfio come una zampogna, ma ha detto la metà della
merda che sopportiamo per poter raccontare che il nostro é un paradiso
terrestre».
«Vergognati, restatene a Milano»
Sul profilo Facebook dell’autore di Luci a San Siro (un
capolavoro perché l’eterno ragazzo è bravo) i commenti sono divisi tra i
peana dei beniamini che ignorano la digressione siciliana, e i follower
furiosi che gli consigliano di restarsene in continente. «Vecchioni
stattene a Milano…vieni a Palermo e dici minkiate dove
hai visto tutta sta gente senza casco e tutte ste terze fila….? È come
se un artista palermitano dicesse….a Milano il 60% delle donne sono
mignotte e il 60% degli uomini C ….. Vergonati».
04 Dicembre 2015
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