IL GIOCO DELLE TRE CARTE SUI SOLDI PER LA SICILIA
I soldi per salvare il bilancio siciliano e il gioco romano delle tre carte
di Manlio Viola
La chiusura dell’accordo fra Palermo e Roma prevista per oggi porterà nelle casse siciliane 1 miliardo e 400 milioni in base a quanto richioesto da palermo per chiudere il bilancio di previsione 2016. Dal 2017 questo stanziamento salirà a 1 miliardo e m3ezzo di euro e sarà stabile anno per anno.
In cambio Palermo si impegna alla revisione dello statuto autonomistico da fare con legge Costituzionale e a non opporsi a questa rimodulazione che cancellerà, in parte, l’autonomia finanziaria mai attuata della Regione.
Ma a prescindere dalle valutazioni su questa scelta che sono lette in maniera opposta da destra e da sinistra e soprattutto da autonomisti e indipendentisti, roma dove prenderà questi soldi?
Nella bozza di legge di stabilità uscita dalle trattative romane di ieri per la prima volta c’è una traccia all’emendamento salva Sicilia da 1,4 miliardi. La parte essenziale di questa manovra è legata al trasferimento di funzioni per circa 800 milioni di euro ma gli altri 600 milioni (che diventeranno 700 dal 2017) non sono nuove risorse ma solo la restituzione di risorse sottratte lo scorso anno.
Il governo girerà alla Regione le trattenute sulle buste paga degli statali che lavorano in Sicilia e che restavano in Sicilia fino al 2014 quando Roma decise di spostare il centro di lavorazione di quelle buste paga in Abruzzo e poi nel Lazio. In pratica Roma restituisce a Palermo il maltolto e lo mette nel conto degli aiuti condizionati.
09 Dicembre 2015
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