Associazioni in campo per le cooperative sociali
Chiaro e forte il messaggio che parte dai rappresentati di Confccooerative Sicilia e Legacoop Sicilia che stamattina hanno incontrato la stampa per denunciare l’assenza istituzionale in un settore delicato come quello della cooperazione sociale. “
Così si apre il comunicato stampo diramato dalla Associazioni di categoria che si sono riunite per difendere a spada tratta gli interessi di quei lavoratori siciliani che operano nel sociale attraverso le cooperative dedicate.
Diverse le batoste cadute in testa al settore cooperativo, che negli anni scorsi rappresentava quasi il 50% della tipologia aziendale italiana, il quale si è ritrovato prima ad essere equiparata alle S.R.L. e successivamente ad avere una sospensione a tempo indefinito degli sgravi che ne favorivano la crescita.
Oggi anche coloro che operano nel settore sociale in appoggio a comuni ed enti pubblici, sono sotto scacco per via di problemi specificatamente burocratici:
“Ci piace pensare che il Governo regionale e gli enti locali guardino con attenzione alla Cooperazione Sociale perché fa parte della “Sicilia che lavora” e che non si vuole arrendere al degrado e all’assistenza come unica prospettiva Regionale. Essa infatti rappresenta dati economici di tutto rispetto, che genera ricchezza e occupazione stabile anche nei periodi di crisi e che soprattutto offre una risposta straordinaria ai bisogni dei più deboli.
Oggi la cooperazione sociale in Sicilia assiste almeno 2.630 disabili mentali, 3.600 minori nativi, 4.300 minori stranieri non accompagnati, 2.500 anziani in case di riposo e comunità alloggio, 3.000 anziani a domicilio, 800 anziani in RSA. A ciò si aggiungono una miriade di altri soggetti deboli che trovano spesso nella cooperazione sociale il solo soggetto che risponde alle loro istanze. “
La speranza è quella che le istituzioni, almeno stavolta, abbiano un cambio di rotta per i bisogni dei loro elettori.
La certezza rimane una vicinanza continua delle associazioni di categoria nei confronti di lavorati importantissimi per l’assetto regionale, che non hanno il rispetto che gli si dovrebbe da parte delle assenti istituzioni.
di Davide Di Bernardo.
Foto servizio di Vincenzo Musumeci.
21 Dicembre 2015
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