Software impazzito all'Inps: migliaia di disoccupati senza sussidio
Disagi causati dall'aggiornamento del sisitema informatico: mesi di arretrati e domande rigettate erroneamente
Basta poco per lasciare migliaia di lavoratori senza un euro. È sufficiente che la macchina burocratica dell'Inps decida di fare un aggiornamento del software per far sì che i disoccupati in attesa del sussidio di disoccupazione rimangano senza soldi.
Il caos è stato generato dal cambiamento del sistema informatico dovuto al Jobs Act, che ha introdotto nuove regole per ottenere il sussidio. A quel punto è scattato il disastro: ritardi, lettere che non arrivano, domande respinte quando hanno i requisiti per essere accolte. Sulla pagina utente dell'Inps di Francesco, che aspetta da maggio di ottenere la risposta e ha deciso di raccontarci la sua Odissea, risulta l'invio di un "pin italiano richiesto da internet" in data 4 settembre 2015. Insomma, o per qualche strana magia i dipendenti dell'Inps sono riusciti a fare qualcosa nel futuro, oppure - effettivamente - il sistema informatico è in tilt.
Questo si riflette su tutta la trafila della domanda per il sussidio. Francesco ha presentato la sua in ordine, ma nessuno si è fatto vivo per tre mesi. Dopo un primo sollecito a luglio, quando ieri ha alzato il telefono e ha chiesto delucidazioni sulla sua pratica, si è sentito rispondere che era ancora troppo presto. Tre mesi, insomma, sarebbero troppo pochi per l'Inps per dare una risposta. Dopo qualche ulteriore ricerca nel server, l'operatore telefonico è riuscito a rintracciare la pratica, in realtà già terminata da chissà quanto e dispersa nei meandri del software impazzito.
Ma anche la risposta ha rivelato una sorpresa: domanda respinta per mancanza di contributi sufficienti negli ultimi 4 anni. Peccato che Francesco abbia versato più di 70mila euro euro negli ultimi 4 anni. Quindi sufficienti per ottenere il sussidio. Cosa è successo allora? "Probabilmente un errore - dice - ora mi toccherà fare un ricorso. È incredibile, uno attende 3 mesi di sapere che ne sarà del suo sussidio e poi la pratica è sbagliata". Il motivo, a sentire i responsabili degli uffici dell'Inps, sarebbe l'eccessiva laboriosità dei programmi che sono rimasti bloccati per lungo tempo. E che non funzionano bene nemmeno ora.
Infatti, se si va a vedere sul portale Inps di Francesco ciò che emerge dà ragione a lui: i contributi sono stati versati. Un dato, quindi, che l'Inps ha già in memoria e che Francesco ha nuovamente documentato quando ha presentato la richiesta. Eppure, nella burocrazia italiana, non basta. Nemmeno aver allegato l'estratto del montante contributivo, scaricato dallo stesso sito dell'Inps (che dimostra i contributi versati), è stato sufficiente per evitare l'errore.
"È tutto in panne - aggiunge Francesco - adesso devo attendere una lettera che ufficializzi il rigetto della domanda per il sussidio di disoccupazione. Mi hanno detto che è stata inviata il 15 di agosto. Vi sembra credibile che all'Inps abbiano lavorato a Ferragosto, che poi quest'anno cadeva di sabato?".
Praticamente impossibile. Ma forse nel parapiglia dei sistemi burocratici italiani, anche quello che appare improbabile diventa realizzabile. Come portare avanti delle pratiche con un sowtware impazzito, lasciando senza risposta (e senza assegni) migliaia di precari e disoccupati che aspettano i soldi per tirare avanti.
Il caos è stato generato dal cambiamento del sistema informatico dovuto al Jobs Act, che ha introdotto nuove regole per ottenere il sussidio. A quel punto è scattato il disastro: ritardi, lettere che non arrivano, domande respinte quando hanno i requisiti per essere accolte. Sulla pagina utente dell'Inps di Francesco, che aspetta da maggio di ottenere la risposta e ha deciso di raccontarci la sua Odissea, risulta l'invio di un "pin italiano richiesto da internet" in data 4 settembre 2015. Insomma, o per qualche strana magia i dipendenti dell'Inps sono riusciti a fare qualcosa nel futuro, oppure - effettivamente - il sistema informatico è in tilt.
Questo si riflette su tutta la trafila della domanda per il sussidio. Francesco ha presentato la sua in ordine, ma nessuno si è fatto vivo per tre mesi. Dopo un primo sollecito a luglio, quando ieri ha alzato il telefono e ha chiesto delucidazioni sulla sua pratica, si è sentito rispondere che era ancora troppo presto. Tre mesi, insomma, sarebbero troppo pochi per l'Inps per dare una risposta. Dopo qualche ulteriore ricerca nel server, l'operatore telefonico è riuscito a rintracciare la pratica, in realtà già terminata da chissà quanto e dispersa nei meandri del software impazzito.
Ma anche la risposta ha rivelato una sorpresa: domanda respinta per mancanza di contributi sufficienti negli ultimi 4 anni. Peccato che Francesco abbia versato più di 70mila euro euro negli ultimi 4 anni. Quindi sufficienti per ottenere il sussidio. Cosa è successo allora? "Probabilmente un errore - dice - ora mi toccherà fare un ricorso. È incredibile, uno attende 3 mesi di sapere che ne sarà del suo sussidio e poi la pratica è sbagliata". Il motivo, a sentire i responsabili degli uffici dell'Inps, sarebbe l'eccessiva laboriosità dei programmi che sono rimasti bloccati per lungo tempo. E che non funzionano bene nemmeno ora.
Infatti, se si va a vedere sul portale Inps di Francesco ciò che emerge dà ragione a lui: i contributi sono stati versati. Un dato, quindi, che l'Inps ha già in memoria e che Francesco ha nuovamente documentato quando ha presentato la richiesta. Eppure, nella burocrazia italiana, non basta. Nemmeno aver allegato l'estratto del montante contributivo, scaricato dallo stesso sito dell'Inps (che dimostra i contributi versati), è stato sufficiente per evitare l'errore.
"È tutto in panne - aggiunge Francesco - adesso devo attendere una lettera che ufficializzi il rigetto della domanda per il sussidio di disoccupazione. Mi hanno detto che è stata inviata il 15 di agosto. Vi sembra credibile che all'Inps abbiano lavorato a Ferragosto, che poi quest'anno cadeva di sabato?".
Praticamente impossibile. Ma forse nel parapiglia dei sistemi burocratici italiani, anche quello che appare improbabile diventa realizzabile. Come portare avanti delle pratiche con un sowtware impazzito, lasciando senza risposta (e senza assegni) migliaia di precari e disoccupati che aspettano i soldi per tirare avanti.
28 Agosto 2015
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