Riserva dello Zingaro sette km di bellezza incomparabile
Natura rigogliosa e panorami unici si specchiano nelle acque cristalline che lambiscono la costa tra San Vito Lo Capo e Trapani
Incanta per la sua aspra bellezza, i colori intensi in ogni stagione, le bianche calette incastonate in un mare turchese, le onnipresenti palme nane, la rigogliosa macchia mediterranea. È un luogo di suggestione che ha pochi eguali, tra le perle della terra di Sicilia, dai mille vola, tutti magini senza alcuna esitazione.
Costa incontaminata. È la Riserva dello Zingaro, sette chilometri di costa incontaminata e di territorio intatto, nella penisola di San Vito Lo Capo, affacciata sul Tirreno, tra Castellamare Golfo e Trapani. La si visita addentrandosi - scarpe da ginnastica ai piedi e riserva d'acqua e cibo nello zaino - tra sentieri e percorsi che portano alle calette o spiagge più intime perché l'esplorazione via terra (si paga un biglietto di ingresso che va dai 5 euro dell'intero al ridotto di 3 euro e alle agevolazioni per le scolaresche fino al biglietto gratuito per alcune categorie; si possono richiedere visite guidate per comitive) resta il modo migliore per scoprire i tesori naturali di un habitat unico. Alla Riserva dello Zingaro si accede ovviamente anche attraverso il mare, partecipando ad una delle numerose escursioni in barca programmate quotidianamente, da San Vito Lo Capo o altre località. Istituita nel 1981 dalla Regione Sicilia, affidata in gestione all'Azienda regionale foreste demaniali, la riserva ha una superficie di 1.650 ettari. Perché si chiami «dello zingaro», non è dato sapere, e di nomadi che ci abbiano vissuto, nelle fonti storiche, non c'è notizia.
Antiche tradizioni. Lo Zingaro è anche custode di antiche tradizioni. Al suo intemo si trovano il Museo Naturalistico, i Musei dell Attività Marinare e della Civiltà contadina dove è riprodotto il ciclo completo del grano, il Centro di Educazione ambientale, due are attrezzate e dei caseggiati rurali adibiti a bivacco. Senza dimentica rè «Borgo Cusenza», vicino al Monte Acci. Si ha notizia che questi borgo fu abitato dalla famiglia Cusenza di San Vito Lo Capo già ne 1820. Nell'ottica della valorizzazione delle colture tradizionali, ne pianori del Borgo la Riserva ha seminato antiche varietà di grano, sempre nel borgo sono stati ripresi il vigneto e il frutteto.
28 Agosto 2015
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