Crocetta sfida Renzi alla Direzione Pd del Sud
“Non abbiamo bisogno dei soloni”
Fuoriprogramma del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, alla direzione del Pd dedicata al Sud.
Il governatore prima blocca il premier e segretario del partito Matteo
Renzi mentre sta per salire sul palco per la sua replica e poi dà vita
uno sfogo diretto proprio al presidente del Consiglio.
Crocetta si rivolge subito a Renzi: “Io vorrei dire al segretario che non voglio rappresentare il Sud del lamento, ma il Sud e la Sicilia dell’orgoglio. La classe dirigente vuole crescere, ma rivendica in modo appassionato un’identità storica e culturale. La Sicilia accoglie gli immigrati e non riceve nulla in cambio. La Sicilia in due anni ha tagliato 3 miliardi di sprechi, ha dimezzato i costi della formazione a 155 milioni, ha tagliato gli sprechi nei farmaci per 150 miliardi di euro, risparmia nella sanità il 10% non tagliando i servizi ma riducendo il costo dei servizi, ha il coraggio di revocare 38 appalti mafiosi, denuncia le malefatte di governi precedenti quando vengono una banca a Unicredit. Sono miliardi che si sono rubati e che cerchiamo di recuperare”.
Il governatore siciliano parla poi di questioni di bilancio: “Voglio parlare di un’altra questione: se noi vogliamo coprire il gap strutturale ci vogliono 50 miliardi di euro per strade e ferrovie. Noi abbiamo 5 miliardi e mezzo di fondi europei in 3 anni. Noi siamo passati da una rendicontazione dell’80% in due annni, con il mio governo. Quello che ti viene riferito, segretario, spesso è sbagliato”.
Infine arriva l’attacco frontale alle politiche romane. “Rispetto a un Sud dove l’impresa vive di commesse pubbliche, io ti voglio proporre una cosa, Matteo: noi non vogliamo assistenza. Noi risolviamo i problemi dicendo agli imprenditori che investono nel sud che sono defiscalizzati. Non abbiamo bisogno dei soloni di Milano e forse manco di quelli di Roma”.
Crocetta si rivolge subito a Renzi: “Io vorrei dire al segretario che non voglio rappresentare il Sud del lamento, ma il Sud e la Sicilia dell’orgoglio. La classe dirigente vuole crescere, ma rivendica in modo appassionato un’identità storica e culturale. La Sicilia accoglie gli immigrati e non riceve nulla in cambio. La Sicilia in due anni ha tagliato 3 miliardi di sprechi, ha dimezzato i costi della formazione a 155 milioni, ha tagliato gli sprechi nei farmaci per 150 miliardi di euro, risparmia nella sanità il 10% non tagliando i servizi ma riducendo il costo dei servizi, ha il coraggio di revocare 38 appalti mafiosi, denuncia le malefatte di governi precedenti quando vengono una banca a Unicredit. Sono miliardi che si sono rubati e che cerchiamo di recuperare”.
Il governatore siciliano parla poi di questioni di bilancio: “Voglio parlare di un’altra questione: se noi vogliamo coprire il gap strutturale ci vogliono 50 miliardi di euro per strade e ferrovie. Noi abbiamo 5 miliardi e mezzo di fondi europei in 3 anni. Noi siamo passati da una rendicontazione dell’80% in due annni, con il mio governo. Quello che ti viene riferito, segretario, spesso è sbagliato”.
Infine arriva l’attacco frontale alle politiche romane. “Rispetto a un Sud dove l’impresa vive di commesse pubbliche, io ti voglio proporre una cosa, Matteo: noi non vogliamo assistenza. Noi risolviamo i problemi dicendo agli imprenditori che investono nel sud che sono defiscalizzati. Non abbiamo bisogno dei soloni di Milano e forse manco di quelli di Roma”.
07 Agosto 2015
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