L'Intervista
Crocetta: «Marziano all'Agricoltura? Lo vedrei
bene»
«Non posso licenziare tutti i braccianti della forestale da un
giorno all'altro: provocherei un disastro sociale»
LILLO MICELI
Non cerca di nascondere dietro il classico dito i problemi di
credibilità della Sicilia, il presidente della Regione Rosario Crocetta.
Ma fino a quando i pregiudizi arrivano dalla politica nordista,
interessata a mantenere il Sud nel sottosviluppo, si può capire anche se
inaccettabile. Lo manda in bestia, invece, il fatto che spesso sono
politici siciliani a spargere dubbi sul governo regionale, auspicandone
il commissariamento, a mettere in discussione l'Autonomia speciale che,
invece, non va abolita ma valorizzata «perché è figlia di secoli di
storia».
Purtroppo, la Regione per decenni non è stata un modello di
buon governo. «È vero, ma c'è chi rifiuta di vedere i cambiamenti di
questi ultimi due anni. Sono stanco di subire attacchi immotivati tutte
le volte che partecipo a trasmissioni televisive nazionali, ovvero i 28
mila forestali, che in realtà sono molti di meno; i dipendenti della
Regione a Bruxelles che secondo alcuni sarebbero un esercito ed, invece,
sono 6 che vengono pagati come dipendenti e non più come rappresentanti
diplomatici. La Sicilia dai privilegi degli anni ruggenti, è passata ad
una discriminazione assoluta, con il mancato riconoscimento di
trasferimenti e tagli insopportabili».
Anche esponenti politici di
primo piano del suo partito contribuiscono a dare della Sidlla
un'immagine distorta? «È proprio questo che è intollerabile. Abbiamo
effettuato tagli agli sprechi più di ogni altra regione d'Italia, ma
qualcuno finge di non saperlo. Come se da un giorno all'altro potessimo
li- œnziare tutti i braccianti della forestale, senza provocare un
disastro sociale. L'economia di interi paesi dell'intemo della Sicilia
si basa proprio sulla "chiamata" alla forestale. E chiaro che questo è
un modello di sviluppo superato e che occorre trovare nuove soluzioni.
L'errore peggiore della classe politica siciliana è quella di dividersi,
facendo il gioco del Nord. Nessuno sottolinea che il nostro Pii nel
2014 è cresciuto, anche grazie alla spesa dei fondi europei e che nel
2015, grazie alla lotta all'evasione, abbiamo già incassato 80 milioni
di euro in più». Per il presidente Crocetta bisogna investire quanto
più possibile nel turismo, valorizzare il «paese albergo» e fare di
rendere conveniente l'emersione degli affitti di case di villeggiatura
in nero.
Intanto, però, non è stato ancora nominato il nuovo assessore
alle Attività produttive. Si dice sia stato il segretario regionale del
Pd, Raciti, a fermarla. «Nessuno ha bloccato nulla, è stato un mio
gesto di responsabilità. Non voglio che ogni iniziativa diventi
occasione per litigare. Capisco che c'è nei partiti un problema di
rappresentanza per arrivare alle elezioni con una certa visibilità, lo
chiedo che le forze politiche non pensino solo alla rappresentanza
politica, ma anche alla capacità amministrativa. Spero che la
maggioranza sia coesa come lo è stata, all'Ars, con l'approvazione delle
leggi sui Liberi consorzi di comuni e quella per la gestione pubblica
dell'acqua, Dobbiamo approvare subito il disegno di legge sulla
semplificazione burocratica e lo "Sblocca Sicilia". Ho avviato gli
incontri con i segretari della maggioranza, ci siamo già visti con
Raciti, domani (oggi per chi legge, ndr) dovrei v
edere D'Alia».
edere D'Alia».
Sono parecchie le indiscrezioni secondo cui Bruno Marziano potrebbe
essere il nuovo assessore all'Agricoltura. «Marziano è un nome di
grande prestigio, un politico ed un amministratore capace, come ha
dimostrato negli anni in cui è stato presidente della Provincia di
Siracusa. Anche come presidente della commissione Attività produttive ha
fatto un egregio lavoro. È un persona molto corretta che stimo. Io non
ho alcuna pregiudiziale, ma è una scelta che va fatta tutti insieme.
Anche quando con Marziano abbiamo avuto polemiche, si sono sempre
mantenute nei binari della correttezza. La questione sarà affrontata nel
modo più opportuno, lo vedrei molto bene in quel ruolo».
«Sicilia
discriminata.» E i politici siciliani, divisi fanno il gioco del Nord
31 Agosto 2015
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