02 maggio 2015

ROSARIA ROTOLO, SEGRETARIA GENERALE CISL CATANIA: DA ANNI ABBIAMO FORNITO PROPOSTE CONCRETE PER AVVIARE RIFORME IN SETTORI IMPORTANTI COME IL COMPARTO DEI FORESTALI



«Pozzallo luogo-simbolo di tragici sbarchi e speranze tradite»



Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania: 
«Oggi, la questione della dignità del lavoro e del rispetto dei diritti 
dei lavoratori si fonde con la drammatica esplosione del fenomeno migratorio»




Rosaria Rotolo*
Da qualche anno la ricorrenza del Primo Maggio, la Festa del Lavoro, appare come la festa del lavoro che non c'è. La congiuntura è più che mai tutta italiana: una crisi che si trascina da anni, interventi poco risolutivi e politiche insufficienti soffocano anche i pur timidi segnali di ripresa.
Oggi, la questione della dignità del lavoro e del rispetto dei diritti dei lavoratori si fonde con la drammatica esplosione del fenomeno migratorio, con le sue stragi epocali e il rispetto dei diritti dei migranti che fuggono da guerre e disperazione.


È in questo quadro che è maturata la decisione di celebrare la festa nazionale del Primo Maggio, a Pozzallo, perché in quel luogo-simbolo di tragici sbarchi e speranze tradite da un lato trionfi la solidarietà, l'accoglienza e l'integrazione, dall'altro emerga la necessità di contrastare senza tregua i trafficanti di uomini, donne e bambini.
Lavoro e immigrazione accomunati dalla modesta efficacia degli interventi finora messi in campo. Politiche di sviluppo insufficienti a frenare l'emorragia di posti di lavoro e di produzioni, ancor di più nel Mezzogiorno e in Sicilia, dove i piccoli segnali di ripresa nazionali non sono in grado di determinare una vera inversione di tendenza.
La classe politica regionale e locale ha perso da anni la visione strategica necessaria per dare un indirizzo e una prospettiva alle potenzialità del territorio siciliano. Governo regionale e locali restano impantanati alla gestione di un'ordinaria amministrazione arida e priva di iniziative concrete.
Eppure la Cisl da anni ha fornito proposte concrete per avviare riforme in settori importanti quali forestali, teatri, società partecipate, industria e infrastrutture, formazione professionale e politiche attive del lavoro; idee perché la spesa pubblica diventasse produttiva.
Purtroppo, governo e parlamento regionali si sono mostrati sordi a qualsiasi possibilità di cambiamento. E così, negli ultimi due anni, sotto il velo della "rivoluzione", si è finito per destrutturare interi settori senza una vera riorganizzazione al servizio dei cittadini. Così è stato anche per la gestione dei rifiuti, che vive in costante emergenza ambientale e sociale, o dell'energia, che non ha un vero piano regionale al servizio delle imprese del territorio.
E cosa ne è stato delle sollecitazioni fatte dalla Cisl per contrastare il dissesto idro-geologico del territorio? Nulla. Anzi, la mancata cura e la trascuratezza negli interventi sull'autostrada Palermo-Catania hanno portato a dividere la Sicilia in due, con danni irreparabili per l'intera economia isolana, dai trasporti, all'industria, al turismo.
Abbiamo accolto con entusiasmo la creazione del "Distretto del Sud-Est", ma col passare dei mesi non vediamo ancora passi o azioni concrete a dare un senso alle legittime aspirazioni dei territori interessati.
La riforma delle Province regionali si è risolta in un flop clamoroso, un fallimento, che si aggiunge ai troppi altri insuccessi che negli ultimi anni hanno raccolto coloro che devono per dovere morale e responsabilità etica rappresentare i Siciliani.
Tra questi disastri c'è l'impiego delle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea. I ritardi con cui la programmazione è stata portata avanti vanno a carico della classe politica e amministrativa: si sono persi e restituiti miliardi che potevano essere utilizzati per infrastrutture e interventi di rilevanza sociale.
Quelli che restano sono mesi decisivi per chiudere la vecchia programmazione 2007-2013 e avviare la nuova 2014-2020. La Sicilia ha bisogno di idee e progetti, di una progettazione incentrata sui bisogni del territorio tale da rimettere in moto il lavoro produttivo e ridurre il divario di ricchezza tra il Nord e il Sud del Paese.
Idee e progetti, ad esempio, come quelli che la Cisl ha fornito perché fossero impegnate con successo le risorse europee dei fondi Pac Servizi di Cura sulle politiche sociali a favore di anziani e infanzia: un esempio di buona prassi, concretizzata grazie alla contrattazione dal basso con i Comuni.
Ed è proprio ciò di cui i lavoratori e le imprese siciliane hanno bisogno: mettere in campo idee per politiche di sviluppo dell'occupazione, per favorire la ripresa e far ripartire i consumi interni. È l'idea che muove l'iniziativa in cui la Cisl è impegnata, una proposta di legge popolare per un fisco più equo: mettere più soldi nelle tasche dei cittadini significa incentivare i consumi e rimettere in moto la produzione interna; soldi recuperati da una tassa sulla ricchezza e una concreta lotta all'evasione fiscale.
Il territorio catanese ha bisogno di interventi urgenti per ridare il lavoro a chi l'ha perso e ai giovani finora esclusi perché non perdano anche la speranza.
L'appello della Cisl di Catania va alle forze produttive del territorio e al sindaco di Catania, anche nella sua qualità di promotore dell'Area vasta Catania-Siracusa-Ragusa, affinché si dia concretezza a progetti in sinergia.
L'esperienza ci ricorda che la via vincente è proprio quella del fronte comune per raggiungere obiettivi e risultati per uomini e donne del territorio.
*segretaria generale Cisl Catania


01 Maggio 2015








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