Scontro anche sulla riforma degli enti locali
Palermo non si fida delle promesse romane
Congelati in Finanziaria 450 milioni
L’accordo con Roma ci sarebbe, secondo quanto sbandierato ai quattro venti dal presidente della Regione, ma la Regione non si fida. Almeno così sembra a giudicare dal provvedimento che il governo ha portato in commissione bilancio riuscendo a farlo passare. Si tratta, in pratica, del congelamento di 450 milioni di euro di spesa corrente destinati nell’ipotesi di bilancio ai trasferimenti ai Comuni. Questo stop ai fondi viene predisposto per fronteggiare l’eventualità che Roma non copra le esigenze dichiarate o non avvenga il blocco delle rate dei mutui così come previsto.
Il provvedimento è passato in serata in commissione bilancio. Se dovesse saltare anche il previsto mutuo, il congelamento dei fondi riguarderebbe anche i Forestali ed i precari con le immaginabili conseguenze sociali.
L’assessore all’Economia Alessandro Baccei ha ammesso che in questo momento non esiste alcun atto formale firmato con Cdp e Stato ma solo impegni verbali, dunque in bilancio vengono iscritte voci di entrata, per 450 mln, non certe. Un aspetto contestato da Forza Italia e M5s che hanno chiesto al governatore Rosario Crocetta di garantire politicamente per un bilancio che considerano aleatorio.
La commissione questa sera sta procedendo all’esame del documento contabile a legislazione vigente con i relativi emendamenti, poi passerà alla finanziaria.
Intanto scoppia anche la grana riforma degli enti Locali. La commissione Affari istituzionali all’Ars, sempre oggi, ha fissato il termine per gli
emendamenti per il nuovo tentativo di portare in discussione almeno una parte della Riforma delle province che l’aula ha cassato appena una decina di giorni fa. Si tratta dei provvedimenti riguardanti i tagli ai compensi dei consiglieri comunali ma nei corridoi di Palazzo dei
Normanni si chi intravede più di un rischio che il disegno di legge che dovrebbe recepire la normativa nazionale sulla riduzione del numero dei componenti dei Consigli comunali e tagli ai gettoni dei consiglieri si trasformi in un ‘cavallo di troia’ per inserire altre norme a carattere elettorale, come per esempio l’abolizione del limite del doppio mandato per i sindaci e tanto altro.
Il ddl dovrebbe essere licenziato dalla commissione in tempo per approdare a sala d’Ercole assieme alla manovra finanziaria, come stabilito dopo che la norma era stata stralciata dalla finanziaria in commissione Bilancio, come indicato dagli uffici dell’Ars, ‘congelata’ per l’affossamento della riforma delle Province cui era stata agganciata e poi nuovamente stralciata sempre in commissione Bilancio dall’emendamento del governo che l’aveva riproposta in finanziaria.
Il governo regionale ha calcolato che i tagli ai consiglieri dovrebbero consentire un risparmio di circa 48 milioni di euro, ma in realtà la riduzione sarebbe inferiore. Anche se l’adeguamento alla legge nazionale potrebbe, in alcuni casi, diventerebbe un boomerang, con un aumento di alcuni costi: a Palermo, per esempio, il numero dei componenti della giunta potrebbe salire da 8 a 11 assessori, con un maggiore onere per le casse comunali.
21 Aprile 2015
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