IL RETROSCENA
Renzi non dà le risorse per coprire il "buco"?
Usiamo i soldi destinati a Termini Imerese
Nella delibera di giunta con la quale stabilisce l'utilizzo dei Fondi per gli investimenti per coprire la spesa corrente, il governo Crocetta inserisce una clausola: “Se non c'è l'accordo usiamo i soldi di vecchie delibere Cipe”. Finanziamenti destinati al polo industriale termitano e anche ai Comuni per la sistemazione di fogne e depuratori.
di Accursio Sabella
PALERMO - “Lo Stato non ci dà i soldi? Che problema c'è, usiamo i fondi destinati a Termini Imerese”. Il retroscena, come spesso accade, è tutto nelle carte. Nella delibera di giunta, cioè, con la quale il governo Crocetta ha stabilito che, per la copertura della spesa corrente, verranno usati i Fondi per lo sviluppo e coesione. Fondi destinati agli investimenti e dirottati sul capitolo destinato al “concorso alla Finanza pubblica”. Cioè sul contributo che lo Stato chiede a tutte le Regioni. E che può essere utilizzato in quel modo, appunto, solo in seguito a un accordo tra la Regione e il governo centrale.
Un accordo finora solo “sulla parola”. Nemmeno all'Ars è giunta ancora la ratifica dell'intesa tra l'esecutivo di Renzi e quello di Crocetta. Quei soldi, insomma, ancora non ci sono. Probabilmente ci saranno. Ma nemmeno la giunta siciliana, fino a pochi giorni fa, era così certa del buon esito dell'intesa.
Proprio per questo motivo, infatti, nella delibera con la quale si dispone l'utilizzo di quei fondi per la copertura del “buco” di bilancio, il governo Crocetta ha posto una sorta di clausola. Se il governo centrale non sbloccherà quei fondi, i soldi andranno trovati altrove. Dove? La disposizione della giunta fa riferimento a tre delibere del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica). Soldi che lo Stato ha destinato alla Sicilia già nel 2011 e che finora i governi Lombardo e Crocetta non sono stati capaci di spendere. Adesso, potrebbero tornare buoni per ripianare i problemi del bilancio. "Evidentemente - commenta il dirigente Pd Franco Piro - il governo regionale non è ancora certo di poter contare sulle somme assicurate da Roma, ma è molto discutibile - prosegue - la scelta delle voci di spesa che il governo utilizzerebbe in alternativa".
Anche queste delibere, infatti, prevedono l'utilizzo dei Fondi di sviluppo e coesione. I Fondi per gli investimenti, appunto. E le somme non ancora spese, che il governo Crocetta utilizzerebbe in caso di “intoppi” nelle relazioni con Roma, ammontano a 945 milioni di euro. Di questi, 140 milioni sono messi a disposizione dalla delibera Cipe numero 81 del 2011. Quella delibera, pubblicata in Gazzetta ufficila il 12 gennaio del 2012, prevedeva lo stanziamento di 200 milioni di euro “per il finanziamento degli interventi di riqulificazione e reindustrializzazione del polo industriale di Termini Imerese”. Una zona duramente colpita dall'abbondono della Fiat e dalla crisi delle altre realtà industriali della zona, fatti richiamati dalla stessa delibera, quando fa riferimento a un Accordo di programma stipulato nel febbraio del 2011 tra il governo Lombardo e il Ministero dello sviluppo economico: “Il citato accordo – si legge nel documento del Cipe – è finalizzato alla riqualificazione e al rilancio dell'area industriale di Termini Imerese in profonda crisi industriale ed economica connessa anche alla prevista chiusura degli stabilimenti industriali del gruppo Fiat”. Quell'accordo si poneva l'obiettivo di “destinare l'area all'insediamento di nuove attività produttive, anche al fine di ricollocare la totalità dei lavoratori attualmente occupati negli impianti porduttivi del predetto gruppo”. Insomma, quei soldi, che sarebbero serviti per dare una boccata d'ossigeno anche ai lavoratori, non sono stati ancora spesi, dopo tre anni. E rischiano, stando alla delibera del governo Crocetta, di essere dirottati altrove.
Ma non solo Termini. Gli altri 800 milioni di euro infatti sarebbero “coperti” dai fondi messi a disposizione da altre due delibere Cipe. La fetta più grossa è quella relativa alla delibera 60 del 2000. Cosa prevede quel documento? Nel luglio del 2012, in Gazzetta ufficiale approda il provvedimento del Cipe che dà il via libera definitivo a un maxi-intervento di natura ambientale nelle regioni del Sud. Un programma da 1,7 miliardi di euro. E la Sicilia è la Regione alla quale è destinata la quota maggiore: più di metà dell'investimento. Oltre un miliardo di euro.
Soldi che dovevano (dovranno?) servire per una serie di interventi (quasi cento) di messa in sicurezza e di bonifica e adeguamento dei sistemi fognari in tutta la Sicilia. Compresi quelli destinati agli impianti di depurazione. Un tema sul quale la Regione siciliana è stata persino commissariata dal governo Renzi. Metà di quel miliardo, però, potrebbe finire altrove. Anche quello a coprire un “buco” di bilancio ereditato dal passato e mai colmato da un governo che ha fatto della lotta agli sprechi un mantra costante. E invece, per chiudere il bilancio, Crocetta chiede i soldi a Roma. E se Roma decidesse di non darli? Basta rinunciare alla bonifica delle fogne siciliane. O vendere un pezzo di speranza di Termini Imerese.
18 Aprile 2015
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