Cavagrande, l'ira dei sindaci
«Non è stato fatto nulla»
Avola. Chi si aspettava che l'ente gestore della riserva orientata di Cavagrande del Cassibile, e cioè l'azienda Foreste Demaniali, desse risposte sullo stato dei fatti, accendendo magari un barlume di speranza a quanti ieri erano presenti nella sala Frateantonio ad assistere al dibattito sul futuro della riserva, è rimasto deluso. Antonio De Marco, dirigente siracusano della forestale ha parlato di carenza di fondi, di futuri tavoli tecnici e di una relazione post-incendio del luglio scorso, presentata solo dopo 10 mesi dall'accaduto. Poco, anzi pochissimo, così come è stato fatto notare dai sindaci, quello di Avola e quello di Noto, presenti al convegno. Luca Cannata non ci gira intorno.
«Dottor De Marco - dice - l'azienda forestale ha fallito. Non c'è stata in questi anni, né tantomeno una gestione né una tutela della riserva. E' inconcepibile che lei adesso mi dica che dovevo essere io a chiamarla per dire come intervenire. E' mai possibile - domanda Cannata senza avere risposte dall'interlocutore - che per fare una relazione ci si impieghi dieci mesi? Doveva scatenarsi un incendio per capire che la Cavagrande doveva essere messa in sicurezza? In passato ci sono stati già dei chiari segnali, come la morte di una persona proprio sul sentiero che conduce ai laghetti, che dovevano allertarvi. E invece niente. Allora dateci le competenze e l'autorità per gestirla, e noi ci impegneremo a metterci i soldi».
Dello stesso parere è il primo cittadino di Noto, Corrado Bonfanti. «Noi - dice - ci mettiamo la faccia con i nostri cittadini. Oggi è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Noi abbiamo una proposta. Dobbiamo creare una sostenibilità economica per le riserve del nostro comprensorio: Vendicari, Anapo e Cavagrande. Facciamo pagare un ticket ai visitatori e reinvestiamo quei soldi per la tutela, la conservazione ed il rilancio di questi fantastici siti che sono un traino importante per la nostra economia. Altre soluzioni francamente non ne vedo se non perdere ancora tempo e aspettare unaprogrammazione della regione che fino ad oggi non c'è stata». Il "fuoco incrociato" dei sindaci e delle associazioni presenti in aula, mette a nudo le responsabilità dell'azienda forestale. A poco serve l'autoaccusa dell'assessore all'Ambiente di Siracusa Pierpaolo Coppa che tira in ballo i comuni che ricadono sulla riserva (Noto, Avola, Siracusa) sulla mancata attuazione del piano di fruizione della Cavagrande. La stoccata finale arriva dal consigliere provinciale di Ente Fauna Siciliana, Marco Mastriani. «Il quadro è desolante - dice - e lo dico guardandolo dal lato dei cittadini. Troppi incendi e sempre nello stesso punto non fanno alto che alimentare il sospetto sulle "lobby" che gestiscono le emergenze».
Francesco Midolo
12 Aprile 2015
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