22 marzo 2015

IL MONGIBELLO PIÙ VERDE. TRA RANDAZZO E MALETTO PERCORRENDO LE COLATE, E' LA PARTE PIÙ VERDE E RIGOGLIOSA DELL'ETNA



Il Mongibello più verde
Tra Randazzo e Maletto percorrendo le «colate»




E' la parte più verde e rigogliosa dell'Etna. Passeggiare fra i boschi del versante nord ovest del Mongibello vuol dire immergersi nel verde, avvolto da un rigenerante silenzio della natura che regala panorami mozzafiato.
Randazzo, Maletto e Bronte hanno saputo negli anni salvaguardare questo patrimonio di cui oggi vanno fiere. Basta decidere di lasciare le statali ed inerpicarsi per le più suggestive strade sterrate, per addentrarsi in breve tempio in boschetti di antichi alberi di roverella, leccio e castagno che sono le essenze vegetali di questa parte dell'Etna.
Qui il cemento è bandito ed i muretti sono realizzati in pietra lavica tagliata con un semplice piccone da chi questo lavoro lo fa da anni con grande maestria. Tutto è frutto di un naturale equilibrio e di un rapporto positivo che in questo versante dell'Etna esiste tra l'uomo e la natura, fatto di grande rispetto e di reciproco scambio. A Randazzo, basta lasciare la provinciale per Linguaglossa per arrivare alle case Pirao, ottimo punto base per iniziare un percorso lungo la pista forestale fra ginestre in fiore che contrastano il nero dei delle bocche effusive e degli «hornitos» della colata lavica dell'81. I più arditi possono, piano piano, provare a raggiungere Monte Spagnolo per ammirare la più estesa faggeta dell'Etna. A Bronte chi vuole respirare aria buona immerso nel verde dell'Etna, può percorrere in auto la strada in basolato lavico che inizia da contrada Santissimo Cristo, per arrivare a Piano dei Grilli o se volete Piano delle Ginestre. Attraverserà un suggestivo tratto di lave cordate (pahoehoe), per poi immergersi in un "bagno" di ginestre grandi come alberi che introducono fitti boschi di lecci e roverelle. Sia da Bronte, sia da Randazzo è possibile raggiungere la pista alto montana che percorre ad alta quota l'intero cono vulcanico. Qui il rifugio più bello è certamente quello di Monte Scavo di Maletto, meta e traguardo per molti escursionisti. Il terriccio della strada diventa rosso ed attorno la vegetazione a tratti scompare avvolta dal fiume di lava dell'eruzione del 1974. A ridosso del rifugio di Monte Scavo si incontra una vera meraviglia che nel mese di maggio offre una visione fantastica. Ad un tratto sulla strada dominata dalla lava la vegetazione diventa così fitta da adombrare il percorso, per poi farlo nuovamente "illuminare" dal "Maggio ciondolo", un fiore pensile giallo che fa sembrare la strada come rischiarata da un lampadario. E' il saluto, ed il premio, per chi è riuscito ad arrivare fin qui a quota 1704 metri.
G. G.


21 Marzo 2015








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