27 febbraio 2015

MALTEMPO, SI CHIEDE STATO DI CALAMITÀ: 50 ANNI DI SPRECHI. L’ASSENZA DI PREVENZIONE HA SVILUPPATO UNA CLIENTELA DELLA “RIPARAZIONE” DEI DANNI PROVOCATI DALLE CALAMITÀ NATURALI. INVECE CHE GIOCARE D’ANTICIPO, COSÌ, SI STA DIETRO GLI EVENTI, SPENDENDO DIECI VOLTE DI PIÙ



Maltempo, si chiede stato
di calamità: 50 anni di sprechi


Maltempo, si chiede stato <br /> di calamità: 50 anni di sprechi



Imperversa il maltempo. Danni all’agricoltura, frane, allagamenti. Alberi sradicati, strade interrotte, comuni in difficoltà. In testa alla lista, il Palermitano e l’Agrigentino. I sindaci e alcuni agricoltori chiedono lo stato di calamità alla Regione e al governo nazionale. Troppo presto per avere una valutazione dei danni, nelle prossime ore sarà tutto più chiaro, impossibile avere contezza dell’entità dei danni provocati dal dissesto idrogeologico sottoposto allo stress meteorologico. Eppure è questa la valutazione più importante, mai fatta all’indomani delle calamità naturali.
Si rimane in superfice, allo stato dell’arte: si fa il conto dei campi allagati e delle colture devastate, delle strade dissestate, degli alberi sradicati, dei capi di bestiame inghiottiti dall’acqua, delle conseguenze delle frane, addebitando ogni cosa agli eventi atmosferici. E tutto finisce lì.
Sarebbe estremamente utile, invece, azzardare un calcolo dei danni provocati dal dissesto, per potere valutare il risparmio che la manutenzione e un intervento di assestamento, per quanto possibile, avrebbe consentito. La cultura della prevenzione in questo campo è praticamente inesistente, lo prova il fatto che l’Italia è la nazione con il minor numero di geologi in attività. Si realizzano opere pubbliche, strade, ponti ed edifici privati senza dare grande rilevanza allo studio del terreno. Così collassano opere costate ingenti risorse e si subiscono danni enormi.
Non finisce qui. L’assenza di prevenzione ha sviluppato una clientela della “riparazione” dei danni provocati dalle calamità naturali. Per decine d’anni la siccità d’estate e le piogge d’inverno, hanno alimentato una florida attività, il contributo, che ha concesso, in alcuni casi, benefit notevoli. Ovviamente non si può generalizzare, ma è indubbio che in passato è stato mantenuto un florido flusso di denaro pubblico a favore dei più furbi in un contesto assistenzialistico e di clientelismo solidale. Ma le cose ora sono cambiate, c’è più attenzione e, soprattutto, c’è meno denaro da spendere.
Resta il grosso problema, ancora irrisolto, del dissesto idrogeologico. Che chiede ingenti quantità di risorse. Invece che giocare d’anticipo, così, si sta dietro gli eventi, spendendo dieci volte di più.

26 Febbraio 2015 
http://www.siciliainformazioni.com/148271/maltempo-senza-fine-sicilia-frane-smottamenti-e-paesi-isolati






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