Biomasse, l’energia dagli eucalipti
Nell’Ennese c’è una centrale alimentata dai boschi del Nisseno, produce elettricità ma anche polemiche
Claudio Costanzo
«Biomasse», «centrale», «produzione di energia»: parole risuonate spesso nel «cuore» della Sicilia, in questi ultimi tempi. Termini che sono entrati nel linguaggio quotidiano di chi ha rivolto la propria attenzione ai fatti che hanno riguardato il "taglio" di alberi di «Eucalyptus» nelle aree di Caltanissetta ed Enna. Ciò nell'ambito di un programma pluriennale che prevede, complessivamente, il taglio di circa 9.000 ettari di essenze arboree nelle zone di Buriana, Montecanino, Gabara, Cioccafa, Mustigarufi, Gibliscemi, Cimia e Ficari. Il tutto sancito da un contratto sottoscritto dalla Regione con una multinazionale il 12 marzo del 2001 (di tre anni) e poi rivisitato nel 2007 (con un'estensione a nove anni). E' previsto che gli alberi ricavati da questa attività vengano inviati ad una centrale a biomasse che si trova a Dittaino: ad occuparsi di «procurare la legna» è la «Biomasse Sicilia», mentre la società che ha realizzato l'impianto di utilizzo di risorse naturali è la «Speer»; entrambe fanno capo alla società «Friel Green Power», una delle aziende leader in Italia nel settore delle energie rinnovabili. Ma come funziona questa centrale? Come viene alimentata? Si può avere una misura della sua produttività? L'impianto ha una capacità produttiva di 17 megawatt, mentre la capacità di energia è pari a 140.000 megawattora. Facendo così le dovute proporzioni, la centrale è in grado di fornire energia elettrica a circa 70 mila unità abitative. Contestualizzando le cifre su scala locale e rapportandole con l'attività colturale in atto nelle province di Caltanissetta ed Enna, si comprende come Biomasse Sicilia tagli circa 1.000 ettari di eucalipti all'anno: alla centrale di Dittaino vengono destinati all'incirca 130 mila tonnellate di legna. Essa viene bruciata all'interno di fornaci, al fine di creare calore. Da qui, il processo di generazione di energia elettrica, destinata ad essere rivenduta. Un circuito a catena, che in queste settimane ha suscitato alcune reazioni tra abitanti ed amministratori locali. In particolare, San Cataldo è stata una delle realtà dove si sono registrate mobilitazioni al fine di approfondire la situazione riguardante il taglio degli eucalipti nell'area forestale di Gabara, impiantati decine di anni addietro a scopo produttivo. Già nel novembre del 2014, il Consiglio comunale ha approvato un documento indirizzato al Governo regionale oltre che a tutti gli enti ed organi competenti: sotto la lente d'ingrandimento della politica locale, i riverberi dell'attività colturale sotto il profilo della flora (modalità di taglio e ricacciata dei polloni) ed anche della fauna (nella zona è segnalata la presenza di specie di volatili quali il Picchio rosso). Da allora, si è creato un movimento d'opinione, che ha visto il coinvolgimento di associazioni ambientaliste, oltre ad iniziative di sensibilizzazione, quale la nascita di un comitato cittadino composto da appassionati della natura e quanti «vivono» il bosco, denominato «Gabbara un si tocca». Pur sottolineando come non fosse possibile intervenire per fermare il taglio degli alberi, l'amministrazione comunale sancataldese ha prodotto dei provvedimenti per tutelare la sicurezza dell'asse viario sul quale, nel corso delle giornate di attività, transitavano i mezzi pesanti per il trasporto degli alberi tagliati. Alla vicenda sono state dedicate sedute straordinarie del Consiglio comunale, mentre una delegazione sancataldese è stata anche ricevuta in audizione a Palermo dalla Terza commissione regionale agli Affari Produttivi, alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura, Nino Caleca. Dalla seconda metà di gennaio, i lavori nella zona di Gabara sono fermi, in attesa dell'affidamento del quinto «lotto» che, secondo le fonti vicine a Biomasse Sicilia, potrebbe avvenire a settembre. All'inizio di questo mese, invece, nella zona forestale si è svolto un sopralluogo alla presenza di esponenti politici regionali, dell'amministrazione comunale, del Corpo forestale, della Soprintendenza e delle associazioni ambientaliste. In quell'occasione, Biomasse Sicilia ha spiegato come annualmente vengano tagliati 250 ettari di eucalipti. L'assessore comunale all'Ambiente, Angelo La Rosa, ha annunciato che saranno presentate delle richieste: «A Gabara si sono fermati, ma i lavori del quarto lotto continuano nell'Ennese. Prima che riprendano nella nostra zona, noi abbiamo girà predisposto un documento da condividere con le parti coinvolte e da far ratificare, per poi presentarlo alla Terza commissione regionale agli Affari Produttivi. Faremo delle richieste riguardanti le modalità di taglio, ma anche la sistemazione dell'asse stradale di competenza comunale. Nessuno si sta opponendo all'utilizzazione del bosco, ma le perplessità sono di ordine tecnico e riguardano l'estensione, appunto, del taglio ceduo. Vi sono, poi, delle criticità che concernono la seconda rivisitazione del contratto effettuata il 19 dicembre 2007: bisogna capire se si tratta di una estensione del contratto o della stipula di un secondo accordo. Per questo, l'assessore regionale Caleca si è rivolto all'Avvocatura dello Stato, al fine di far esaminare la questione e capire se vi sono gli estremi per l'annullabilità del contratto stesso. In ogni caso, noi vogliamo operare per far conciliare quello che è l'interesse della collettività e l'utile di impresa».
22 Febbraio 2015
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