20 gennaio 2015

ORA CI SONO PROBLEMI DI TIMING, ALMENO SU TRE FRONTI: PRECARIATO, PROVINCE, PATRIMONIO IMMOBILIARE, I CARDINI DELLA SPENDING REVIEW ALLA SICILIANA. MA L'ON. PANEPINTO DEL PD AVVERTE: LE RIFORME VANNO CONDIVISE, MA NON SAREMO I SEMPLICI CARNEFICI DELLA SICILIA



Spending review made in Sicily
Day-after Delrio: Baccei respira




Spending review made in Sicily <br /> Day-after Delrio: Baccei respiraOra ci sono problemi di timing, almeno su tre fronti: precariato, province, patrimonio immobiliare, i cardini della spending review alla siciliana. Delrio ha fato sentire meno solo l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ed ha dato fiducia al presidente della Regione, Crocetta. Ma ogni legge, come suggerisce il vignettista Elle Kappa, è incardinata nella bagarre, e i problemi di timing insolubili.
Baccei, tuttavia, aveva allargato il campo nel piano di risparmi, così duramente contestato appena proposto sulle pagine dei giornali. Undici le Spa che sopravviverebbero: Irfis, parco scientifico e tecnologico, Mercati agroalimentari, Terme di Sciacca e di Acireale, Seus 118, Sicilia e Servizi, sas, Ast, Siciliacque e Riscossione Sicilia (a meno che non venga “consegnata” a Equitalia).
Quanto agli Enti locali, si propone l’equiparazione al resto del Paese sulle rappresentanze consiliari. La qualcosa determina una riduzione dei consiglieri a Palermo (da 50 a 40) da 45 a 36 nelle città che superano il numero di 250 mila abitanti (cioè Catania), mentre le città più popolose di centomila abitanti, come Messina, avrebbero 32 consiglieri, con più di 30 mila abitanti, infine, 24 consiglieri. Sedici invece i consiglieri nei comuni con più di 10 mila abitanti e 12 in quelli che hanno una popolazione superiore a tremila abitanti. Dieci, per finire, nei paesi che non raggiungono questa soglia.
Le province e il patrimonio immobiliare gli altri obiettivi. Quanto alle province, l’abolizione è già legge in Sicilia, ma è un edificio che poggia sul nulla. Le amministrazioni provinciali, è l’unico effetto della legge, sono state commissariate. Ora dovranno nascere i liberi consorzi, con propri compiti, funzioni, prerogative. Non c’è niente di certo, perfino l’elezione di secondo grado dei consiglieri è ancora sub judice. I ritardi provocano danni: Catania, Messina e Palermo non sono ancora aree metropolitane e non possono perciò utilizzare mezzo miliardo di euro assegnati per intervenire sul dissesto idrogeologico.
Il day after la visita di Delrio dispone di una road map, ma non dispone ancora di una maggioranza netta, a cominciare dal partito di riferimento, il Pd, che sul piano Baccei aveva messo le mani avanti, battendo sul campo anche le opposizioni. Un coro di dissenso sulle modalità di elaborazione del piano, ma sostanziale condivisione degli obiettivi. La solita storia, insomma: quando è difficile confrontarsi con i fatti ci si aggrappa alle procedure ed alle posizioni di principio. Per avere un’idea dell’accoglienza, basti citare una dichiarazione del deputato regionale Pd, Giovanni Panepinto (“Le riforme vanno condivise, ma non saremo i semplici carnefici della Sicilia”). Un monito, e non solo (“Il segretario del partito, Raciti, convochi subito gli organismi di partito per avviare una sana discussione”). Il problema è tutto qui, nella “sana discussione”.

19 Gennaio 2015
http://www.siciliainformazioni.com/144340/spending-review-made-sicily-delrio-day-baccei-respira







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