Festa da conciliare con la tutela dell'ambiente
Gli abeti vivono male
negli ambienti caldi e mediterranei.
Nel caso in cui non si abbia la
possibilità di mettere a dimora l'albero si consiglia di piantarlo in
vaso, porlo in un angolo fresco del giardino o del balcone e
riutilizzarlo con cura per più anni. Chi, invece, opta per un albero
sintetico, dovrà tener presente che, nel caso volesse disfarsene, può
essere considerato: un rifiuto ingombrante (se di grandi dimensioni); un
rifiuto da Apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) se con
luci incorporate o un materiale non riciclabile (se di piccole
dimensioni, massimo 30/40 cm, e senza luci). Riguardo agli addobbi
ecologici invece della neve spray si possono utilizzare fiocchi di
cotone e gli oggetti da appendere all'albero possono essere realizzati
con materiali riciclati tra quelli che si hanno in casa
Gela. Conciliare la festa del Natale con il rispetto dell'ambiente è possibile con la giusta dose di buona volontá e non dimenticando che rispettare l'ambiente significa in primo luogo rispettare noi stessi. Un Natale ecologico è possibile, anzi è un dovere.
Cominciamo con il simbolo per antonomasia e cioè l'albero di Natale. Se proprio di vuole usare un vero albero si acquisti quello con le radici. Il Corpo forestale dello Stato consiglia di acquistare l'albero presso un vivaio per essere sicuri di utilizzare piante provenienti da un'attività agricola di tipo vivaistico, con ritorni positivi sull'economia rurale nazionale nel caso di piante di origine italiana certificata. Gli abeti coltivati sono, infatti, contrassegnati da un tagliando di riconoscimento che indica la denominazione del vivaio, il luogo di origine, la specie di appartenenza e l'età. Gli abeti presenti sul mercato natalizio derivano per lo più da coltivazioni vivaistiche specializzate e soltanto il 10% circa proviene da interventi colturali quali sfolli, diradamenti o potature, indispensabili per la corretta gestione dei boschi. Nel caso dei «cimali», cioè degli abeti senza radici sostenuti dalla classica croce di legno, bisogna verificare, qualora non provengano da produzioni vivaistiche dedicate, che siano il frutto di diradamenti forestali autorizzati.
Un'alternativa ai classici abeti rossi e bianchi, sempre più spesso provenienti dall'estero, è rappresentata dalle specie sempreverdi più tipiche del Mediterraneo e che per questo meglio si adattano ai nostri ambienti. È il caso di aghifoglie quali il cipresso o il ginepro e di latifoglie come l'alloro, il corbezzolo, il bosso o gli agrumi, che meglio tollerano i nostri climi e gli stress, si adattano con facilità alla piantagione finale e tollerano potature tali da farli assomigliare ai più classici abeti. Un'ultima possibilità, infine, è rappresentata dal cosiddetto «albero di Natale ecologico»: un ramo caduto addobbato con elementi naturali quali pigne, gusci, sassi, conchiglie o foglie secche, da restituire all'ambiente a feste finite.
vita degli alberi di Natale, una volta entrati nelle nostre case, spesso non è semplice. Per facilitarla bisognerebbe evitare di addobbarli eccessivamente, di disturbare le loro radici rompendo il pane di terra o di sottoporli a temperature troppo alte o alloggiarli in ambienti con aria troppo secca.
È consigliabile, quindi, utilizzare addobbi non troppo pesanti per non spezzare i rami, non usare sostanze decorative che intacchino la superficie delle foglie, come la neve artificiale o gli spray coloranti. Nel loro periodo casalingo le radici della pianta vanno invasate con terreno prevalentemente argilloso, mantenute costantemente umide evitando però i ristagni, mentre gli alberi senza radici vanno riposti in recipienti pieni di acqua tiepida per farli durare più a lungo. È necessario, infine, sistemare le piante in un luogo luminoso, fresco, lontano da qualsiasi fonte di calore come termosifoni, stufe o caminetti ed al riparo da correnti d'aria.
Finite le festività, gli abeti con le radici ed ancora vivi possono andare all'esterno, su balconi o giardini, ricordando che si tratta di piante che possono raggiungere anche i 20 metri e che per sopravvivere necessitano di condizioni climatiche adatte, molto fresche.
11 Dicembre 2014
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