Crocetta a caccia di soldi a Roma
Mancano soltanto da 2 a 4 miliardi
Cambiano gli assessori ma non le cifre
che restano, peraltro, ballerine. Non è bastato l’appello di Alessandro
Baccei nel suo primo (e finora unico) incontro con la stampa ad
impedire che del buco di bilancio della Sicilia si parlasse.
Sì perché Baccei avrebbe voluto un poco di sano
silenzio sulla materia. I bene informati parlano di un assessore venuto a
tagliare tutto e tutti. Alla dirigente di una partecipata importante
andata in via Notarbartolo a chiedere fondi per garantire l’attività
della sua azienda l’assessore avrebbe risposto secco: “Non occorre
neanche che si sieda perché soldi non ce ne sono, per quel che mi
riguarda può chiudere e licenziare tutti”.
Voci di corridoio, naturalmente, voci che rilanciano
allarmi e paure, ma non incredibili ai tempi d’oggi. Magari i termini
saranno stati certamente più cortesi ma la sostanza appare credibile ed
in linea con la situazione.
A nulla è servito il vertice di maggioranza di ieri pomeriggio
nel quale gli alleati hanno rappresentato tutte le loro preoccupazioni. In primo piano il mutuo da 2 miliardi che ipoteca il futuro dei
siciliani per trent’anni. Tasse locali al massimo consentito fino al
2044 non è certo qualcosa che si possa prendere sottogamba.
Preoccupazione, poi, proprio per le partecipate ad iniziare da Sviluppo
Italia Sicilia. oltre che per i 76 dipendenti il problema è l’incubatore
d’impresa di Catania e i tanti prestiti d’onore. 130 imprese sarebbero
abbandonate dall’oggi al domani e le provvidenze per lo sviluppo
attivate con Invitalia in tutto il paese scavalcherebbero la Sicilia a
piè pari.
Ma qui c’è davvero poco da fare, avrebbe detto
crocetta agli alleati. Al mutuo non si può rinunciare ma c’è di peggio. I
2 miliardi così ottenuti coprirebbero i debiti solo fino al 2010 e ne
servirebbero altri 2 per 2011, 2012 e 2013. Insomma per andare in pari
la Sicilia dovrà necessariamente impegnarsi il futuro e non è detto che
eviti il default.
Prima di bilancio e legge di stabilità per il 2015,
dunque, il governo dovrà chiudere la questione del mutuo da 2 miliardi
per pagare i fornitori del sistema sanitario. Il governatore e
all’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, lo hanno spiegato senza
mezzi termini ai partiti della coalizione. Il mutuo non solo è
necessario per pagare i debiti con i fornitori ma anche per evitare
procedure d’infrazione, contenziosi e perdita di altre risorse statali.
E Crocetta vola a Roma per incontrare il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio,
plenipotenziario di Renzi per la questione Sicilia e sponsor di Baccei
(anche se sia Baccei che Delrio che Crocetta rifiutano questa
semplificazione). ma di soldi da Roma difficilmente ne arriveranno. La
Sicilia rappresenta non un problema da risolvere ma un rischio da
evitare.
Intanto l’Ars resta ferma e non può discutere di mutuo,
di bilancio e nemmeno di esercizio provvisorio. L’annunciato documento
tecnico dato per consegnato in realtà non è mai arrivato a Piazza
Parlamento. Il chiarimento, a Palazzo d’Orleans, dovrebbe
sbloccare l’iter del ddl che contiene il mutuo in commissione
Bilancio all’Ars ma anche questo lo si capirà solo al ritorno del
governatore dalla capitale
11 Dicembre 2014
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