REGIONE
Il governatore sconfessa l’assessore Crocetta, alt a Baccei
«La Sicilia non può morire di rigore»
No a una doppia linea di Renzi, con l’Ue e all’interno
Più soldi a iniziative benefiche, meno ai beni culturali
Lillo Miceli
Palermo. «La Sicilia non può morire di rigore. Renzi non può chiedere investimenti produttivi all'Ue e nello stesso tempo imporci tali e tanti tagli che ci condannerebbero alla bancarotta». Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, non è affatto piaciuta l'impostazione della manovra economica, basata su quattro mesi di esercizio provvisorio, illustrata l'antivigilia di Natale dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei». «Noi rivendichiamo - ha aggiunto Crocetta - la stessa politica che il governo nazionale chiede all'Unione europea. La prossima finanziaria dovrà prevedere certamente i necessari risparmi, ma dovrà anche contenere misure per lo sviluppo e la crescita».
Ma tagli come quelli che finora sono stati inferti alla Regione siciliana sono intollerabili. «Abbiamo fatto - ha ricordato il presidente della Regione - un grande lavoro di spending review. I problemi del bilancio vengono dal passato e anche dal presente: lo Stato ci blocca 1,2 miliardi di euro di trasferimenti, che incidono certamente sulla spesa; ci taglia 1 miliardo di fondi Pac; ci fa venire meno 1 miliardo di euro con il trasferimento a Latina del centro per la realizzazione delle buste paga dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia; abbiamo pagato in anticipo un miliardo di spesa europea e che non ci verrà rimborsata prima di settembre o ottobre del 2015. Non possiamo subire un taglio di oltre 3 miliardi di euro, avendo già tagliato 1,7 miliardi. Il rigore va bene, ma non il "rigor mortis". La Sicilia ha contribuito ed intende contribuire al risanamento della finanza nazionale, ma così è troppo».
Una linea completamente diversa, quella del presidente Crocetta, rispetto a quella prospettata dall'assessore all'Economia, Baccei. Al limite dell'inconciliabilità. «Con Baccei - ha sottolineato Crocetta - avremo modo di discutere sul profilo che dovrà avere il disegno di legge di stabilità. Il rigore è necessario, ma la negoziazione con Roma non può avvenire così come prospettata dall'assessore all'Economia». Secondo Crocetta, nella stima delle entrate non si sarebbe tenuto conto del gettito tributario che porterà nelle casse regionali la spesa dei fondi europei che nel 2014 ha subito una notevole accelerazione. «Bisogna anche tenere conto - ha rilevato Crocetta - dei risparmi che otterremo nella sanità con l'unificazione dei servizi socio-sanitari. Le Asp dovranno chiamarsi aziende provinciali socio-sanitarie che si dovranno occupare dell'assistenza ai tossicodipendenti, dei malati di mente, ecc. Inoltre, c'è la parte che attiene i lavoratori della forestale, dei consorzi di bonifica che dovranno lavorare su progetti che prevedano investimenti per combattere il dissesto idrogeologico. Poi, dovremo affrontare la riforma delle pensioni, quella della burocrazia e della dirigenza. Dallo Stato dobbiamo ottenere misure giuste, non rigorose: il rigore senza sviluppo è depressivo».
Un programma di riforme piuttosto impegnativo ed è per questo motivo che Crocetta ha chiesto ai partiti della coalizione di maggioranza - e non solo - «un'ampia unità in Parlamento».
Intanto, da oggi le commissioni legislative dell'Ars dovranno dare il proprio parere sul Bilancio 2015 e ddl sull'esercizio provvisorio che dovrebbero arrivare in Aula martedì prossimo. L'esercizio provvisorio contiene la destinazione di contributi per circa 10 milioni, la famigerata ex "Tabella H", che non sono sufficienti ovviamente per soddisfare tutte le proposte inoltrate dagli assessorati competenti. L'idea sarebbe quella di dare quanto più possibile ad associazioni come il Centro Padrenostro fondato dal Beato Puglisi (763 mila euro); al Banco Alimentare (590 mila euro); all'opera Don Calabria (419 mila euro) a scapito dei beni culturali. «I tagli saranno omogenei per tutti», ha assicurato Crocetta.
Palermo. «La Sicilia non può morire di rigore. Renzi non può chiedere investimenti produttivi all'Ue e nello stesso tempo imporci tali e tanti tagli che ci condannerebbero alla bancarotta». Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, non è affatto piaciuta l'impostazione della manovra economica, basata su quattro mesi di esercizio provvisorio, illustrata l'antivigilia di Natale dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei». «Noi rivendichiamo - ha aggiunto Crocetta - la stessa politica che il governo nazionale chiede all'Unione europea. La prossima finanziaria dovrà prevedere certamente i necessari risparmi, ma dovrà anche contenere misure per lo sviluppo e la crescita».
Ma tagli come quelli che finora sono stati inferti alla Regione siciliana sono intollerabili. «Abbiamo fatto - ha ricordato il presidente della Regione - un grande lavoro di spending review. I problemi del bilancio vengono dal passato e anche dal presente: lo Stato ci blocca 1,2 miliardi di euro di trasferimenti, che incidono certamente sulla spesa; ci taglia 1 miliardo di fondi Pac; ci fa venire meno 1 miliardo di euro con il trasferimento a Latina del centro per la realizzazione delle buste paga dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia; abbiamo pagato in anticipo un miliardo di spesa europea e che non ci verrà rimborsata prima di settembre o ottobre del 2015. Non possiamo subire un taglio di oltre 3 miliardi di euro, avendo già tagliato 1,7 miliardi. Il rigore va bene, ma non il "rigor mortis". La Sicilia ha contribuito ed intende contribuire al risanamento della finanza nazionale, ma così è troppo».
Una linea completamente diversa, quella del presidente Crocetta, rispetto a quella prospettata dall'assessore all'Economia, Baccei. Al limite dell'inconciliabilità. «Con Baccei - ha sottolineato Crocetta - avremo modo di discutere sul profilo che dovrà avere il disegno di legge di stabilità. Il rigore è necessario, ma la negoziazione con Roma non può avvenire così come prospettata dall'assessore all'Economia». Secondo Crocetta, nella stima delle entrate non si sarebbe tenuto conto del gettito tributario che porterà nelle casse regionali la spesa dei fondi europei che nel 2014 ha subito una notevole accelerazione. «Bisogna anche tenere conto - ha rilevato Crocetta - dei risparmi che otterremo nella sanità con l'unificazione dei servizi socio-sanitari. Le Asp dovranno chiamarsi aziende provinciali socio-sanitarie che si dovranno occupare dell'assistenza ai tossicodipendenti, dei malati di mente, ecc. Inoltre, c'è la parte che attiene i lavoratori della forestale, dei consorzi di bonifica che dovranno lavorare su progetti che prevedano investimenti per combattere il dissesto idrogeologico. Poi, dovremo affrontare la riforma delle pensioni, quella della burocrazia e della dirigenza. Dallo Stato dobbiamo ottenere misure giuste, non rigorose: il rigore senza sviluppo è depressivo».
Un programma di riforme piuttosto impegnativo ed è per questo motivo che Crocetta ha chiesto ai partiti della coalizione di maggioranza - e non solo - «un'ampia unità in Parlamento».
Intanto, da oggi le commissioni legislative dell'Ars dovranno dare il proprio parere sul Bilancio 2015 e ddl sull'esercizio provvisorio che dovrebbero arrivare in Aula martedì prossimo. L'esercizio provvisorio contiene la destinazione di contributi per circa 10 milioni, la famigerata ex "Tabella H", che non sono sufficienti ovviamente per soddisfare tutte le proposte inoltrate dagli assessorati competenti. L'idea sarebbe quella di dare quanto più possibile ad associazioni come il Centro Padrenostro fondato dal Beato Puglisi (763 mila euro); al Banco Alimentare (590 mila euro); all'opera Don Calabria (419 mila euro) a scapito dei beni culturali. «I tagli saranno omogenei per tutti», ha assicurato Crocetta.
27 Dicembre 2014
INVESTIMENTI PER COMBATTERE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO,CHE SI DIANO UNA SMOSSA MA FORTE PERO',PENSIAMO E TUTTI CHE CI SONO FRANE IN CORSO,FIUMI CHE ESCONO DAL PROPRIO LETTO,CAUSA (SPORCIZIA DI VARIO GENERE) E SE NE VANNO A PASSEGGIARE TRA I CAMPI FACENDO UN MARE DI DANNO,I SOTTO BOSCHI VOGLIONO ESSERE RIPULITI.DI CERTO RESTA IL FATTO CHE I LUPI STE COSE NON LI VEDONO IN QUANTO SONO SEMPRE PER LE STRADE BUONE DELLE CITTA' , AUTOSTRADE,IN ESTATE IN SPIAGGE DI LUSSO.toto gebbia 78
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