Legambiente Catania
"Gentile Presidente Renzi, basta consumo di suolo"
"La Sicilia, malgrado le aggressioni subite negli ultimi decenni, conserva ancora uno straordinario patrimonio ambientale e culturale che andrebbe difeso", afferma .Roberto De Pietro, dell'associazione ambientalista.
"Gentile Presidente Renzi,
non è facile riuscire a riassumere in poche righe ciò che la Sicilia avrebbe bisogno in tema di ambiente. È certo però che sarebbe necessaria un’inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale. Purtroppo l’economia e i modi di agire dei privati e degli Enti pubblici sono stati e sono in larga parte irragionevolmente improntati al saccheggio delle risorse ambientali, spesso invocando, in maniera distorta, concetti quali la messa in sicurezza o la valorizzazione.
Assistiamo così a una politica fallimentare delle aree protette, spesso rette da Enti gestori o Enti parco i cui vertici sono ricoperti da personale selezionato in base all’estrazione politica e privo persino delle conoscenze più elementari che tali incarichi richiedono. Abbiamo un patrimonio artistico, monumentale o di semplice architettura tradizionale che cade a pezzi perché non ci sono le risorse per conservarlo o restaurarlo, anche se poi si trovano i soldi per realizzare opere inutili e assai spesso dannose.
La dissennata politica di maltrattamento del territorio ha determinato, tra le tante conseguenze negative, la capacità di generare, in occasione di fenomeni naturali anche non particolarmente gravi, come, ad esempio, eventi meteorici intensi, condizioni di rischio per il territorio e per l’incolumità delle persone. Ma spesso gli interventi ideati o realizzati per rimediare agli errori del passato hanno aggravato la situazione perché sono stati concepiti con la logica dell’opera pubblica che deve assorbire quante più risorse possibili e, comunque, quasi sempre con tipologie di intervento che la letteratura tecnica e scientifica ha dimostrato essere dannose e obsolete.
Ancora oggi amministratori e privati si accaniscono a prevedere nuove edificazioni persino nelle residue aree costiere sopravvissute all’assalto dell’urbanizzazione dei decenni passati, effettuato molto spesso in barba alle leggi e con l’incapacità o non la volontà delle Istituzioni a contrastarlo efficacemente.
Assistiamo persino a casi in cui con i soldi pubblici si realizzano interventi che oltre a distruggere ambienti naturali di straordinario interesse non reggono ad una valutazione costi benefici (come nel caso del sistematico e innaturale prosciugamento dei pantani di Gelsari e di Lentini in provincia di Siracusa).
Una politica per l’ambiente non mirata al consumo delle risorse ma alla conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità, alla gestione del territorio, alla manutenzione o al rifacimento più efficiente delle infrastrutture, alla bonifica e al restauro ambientale, al risanamento urbanistico e, in città come Catania ad elevato rischio sismico, alla messa in sicurezza degli edifici, consentirebbe un futuro migliore e una maggiore occupazione.
In tema di rischio idrogeologico gli interventi andrebbero ripensati in modo da integrare la riduzione del rischio con la tutela e il recupero degli ecosistemi e della biodiversità, anche mediante la delocalizzazione di infrastrutture ed edifici. Andrebbero definitivamente abbandonati i progetti di sistemazione idraulica sia perchè devastanti per gli ecosistemi delle acque interne sia perchè troppo spesso del tutto controproducenti ai fini della tutela idrogeologica e andrebbero previsti, invece, interventi per la tutela dei bacini montani, prioritariamente attraverso la loro rinaturalizzazione.
Bisognerebbe dimenticare i progetti di nuovi invasi, anche di quelli incompleti per non sprecare ulteriori soldi e per non subire i danni ambientali che deriverebbero dal loro completamento, come le drastiche accentuazioni dei fenomeni erosivi già in atto in molte coste sabbiose (un caso emblematico è la Diga Pietrarossa).
Occorrerebbe interrompere il consumo di suolo che è una risorsa sempre più limitata e fondamentale per la sopravvivenza degli ecosistemi e degli esseri umani, avendo come alternativa la promozione turistica, ambientale o di attività ecosostenibili che sono le uniche a garantire risorse economiche durature.
Sarebbe estremamente necessario intervenire in tempi rapidi con progetti di risanamento ambientale per liberare alcune importanti aree naturali protette dalle brutture che le offendono (come l’abusivismo edilizio alla foce del Simeto o le micro discariche sull’Etna), per farne motivo di orgoglio e non di vergogna per i Siciliani e per i turisti che le visitano.
La Sicilia, malgrado le aggressioni subite negli ultimi decenni, conserva ancora uno straordinario patrimonio ambientale e culturale che andrebbe difeso per il valore che rappresenta in sé e per assicurare una migliore qualità della vita alle nostre e alle future generazioni. Confido che Lei si impegni perché ciò avvenga.
28 Novembre 2014
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