05 novembre 2014

CROCETTA DÀ RASSICURAZIONI: «FA PARTE DEL NOSTRO PIANO DI RIDUZIONE DEGLI SPRECHI, SIAMO GIÀ A BUON PUNTO, COMPRESO IL NUOVO PIANO SUI FORESTALI


Crocetta: «I conti ballerini?
Dovuti a 15 anni di scempio ma ora Renzi si fida di noi»


Il Governatore Rosario Crocetta



Mario Barresi
Catania. Uno sguardo al passato, «perché se lo stato di salute dei conti della Regione è disastroso ciò è dovuto a quindici anni di scempio». E un'occhiata, molto più ottimista, sul futuro: «C'è aria nuova, nel rapporto con Palazzo Chigi: si fidano di noi, gli abbiamo dimostrato che stiamo facendo di tutto per riparare agli errori senza però massacrare le imprese e i cittadini siciliani». Rosario Crocetta non fa una grinza. Al termine della giornata finale del lunghissimo travaglio per la nascita della sua terza giunta, non si lascia scomporre dall'allarme della Corte dei conti nazionale sui tagli alle Regioni, quei cinque miliardi in meno previsti nella legge di stabilità che secondo i magistrati contabili rischiano di appesantire la pressione fiscale sui cittadini. «Noi non aumenteremo di un centesimo le tasse, è stata la nostra linea d'azione sin dall'inizio: tagli agli sprechi e lotta alla corruzione, senza pesare sul tessuto economico e sulle famiglie».
Eppure c'è un "fantasma" che svolazza da anni a Palazzo d'Orléans: i residui attivi, quei crediti che da oltre un decennio vengono inseriti come posta di bilancio in entrata, ma che la Corte dei conti siciliana ha definito difficilmente esigibili, bacchettando la Regione per l'insufficienza del fondo d'emergenza per coprirli. «Quei rilievi - precisa Crocetta - riguardavano il consuntivo, ma già in sede di assestamento e di successiva finanziaria abbiamo incrementato la copertura. Ma badate bene: così come i debiti, che comunque abbiamo ridotto, anche questi crediti che probabilmente non si potranno incassare sono una quantità enorme e dipendono dallo scempio della gestione degli ultimi quindici anni». Tre lustri da recuperare, ma in quanto tempo? «Ci vuole almeno un decennio, ma a patto che si continui con una politica finanziaria rigorosa e all'insegna della legalità, come quella che abbiamo portato avanti in questi due anni». Crocetta conferma che «su questi temi ci siamo confrontati con il governo centrale, con la Corte dei conti e con il commissario dello Stato» e adesso «è chiaro che bisognerà rimettere i conti a posto, ma con il tempo che ci vuole per evitare di aggravare la crisi economica già pesantissima con ulteriori misure di austerità».
La parziale certificazione del rendiconto 2013 nel "Giudizio di parificazione" della Corte dei conti regionale? «Si trattava di rilievi minimi, ai quali abbiamo risposto con tempestività fornendo tutti gli elementi utili a fugare ogni perplessità». Stessa risposta ai magistrati contabili anche sulla mancata copertura di relazioni tecnico-finanziarie sul 50% dei disegni di legge presentati dalla giunta regionale: «Abbiamo chiarito tutto ciò che c'era da chiarire». E persino su scogli enormi come quello del personale (eccessivo numero di assunti in ruolo e rapporto dirigenti-dipendenti doppio rispetto alla media nazionale) Crocetta dà rassicurazioni: «Fa parte del nostro piano di riduzione degli sprechi, siamo già a buon punto, compreso il nuovo piano sui forestali con progetti di riqualificazione anche a tutela dell'ambiente e del rischio idrogeologico, oltre che con un piano di esodi progressivi». Così come, garantisce il presidente della Regione, sull'applicazione del sistema pensionistico contributivo voluto dalla legge Monti-Fornero: «Dal prossimo bilancio i numeri parleranno chiaro: il ritardo sarà ridotto».
Ma cosa si aspetta dal nuovo assessore all'Economia, Alessandro Baccei, presentato come l'uomo-simbolo del commissariamento della Regione da parte del governo nazionale? «Non certo un atteggiamento da burocrate o da tagliatore di teste. Non lo conoscevo, ma mi hanno parlato benissimo di lui: sono certo che farà un ottimo lavoro, anche perché saremo noi a metterlo nelle condizioni di fare un ottimo lavoro». Perché, al di là del curriculum del manager toscano di "Ernst&Young" e della sua vicinanza al sottosegretario Graziano Delrio, per il governatore «il nuovo assessore che abbiamo scelto su indicazione di Roma rappresenta non un commissariamento, ma un nuovo clima nei rapporti fra la Regione e Palazzo Chigi». Rivendica Crocetta: «Abbiamo dimostrato, carte alla mano, i nostri risultati sulla lotta agli sprechi, sui risparmi di bilancio, sull'inversione di tendenza nella spesa dei fondi europei e nella rinnovata linea sulla nuova programmazione». E quindi? «Tutto questo, accompagnato da un'analisi seria sulle nostre strategie finanziarie, ci ha aperto delle nuove credenziali a Roma. Il governo si fida di noi, Renzi si fida di noi. Perché se non fosse così pensate che avrebbero concordato un assessore all'Economia con noi?».

twitter: @MarioBarresi


04 Novembre 2014







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