16 ottobre 2014

SPENDIAMO 3,5 MILIARDI L'ANNO PER I DANNI DOVUTI ALLA PIOGGIA. PROVARE A FARE PREVENZIONE? PER EVITARE CHE LA PIOGGIA FACCIA DANNI SI PUÒ FARE MOLTO: MONITORARE I FIUMI (ALZARE GLI ARGINI E PULIRE I LETTI IN MANIERA REGOLARE), RIDISEGNARE IL TERRITORIO METTENDO IN SICUREZZA LE ZONE DI MONTAGNA



Spendiamo 3,5 miliardi l'anno per i danni dovuti alla pioggia. Provare a fare prevenzione?



di Paolo Bramante
 


 Alluvione


L'Italia è un Paese in costante emergenza ambientale, eppure il nostro territorio non è soggetto ad uragani, maremoti o terremoti di alto livello. Le nostre emergenze sono la pioggia, i terremoti (anche di bassa intensità) e gli incendi boschivi. Tre fenomeni, due naturali e uno no, che potrebbero essere tranquillamente evitati, o arginati, facendo una seria prevenzione. Prevenzione che avrebbe un impatto economico sulle casse dello Stato minore rispetto a quanto bisogna spendere per le varie ricostruzioni, senza tener conto delle vite umane che purtroppo si perdono in questi disastri. Analizziamo questi 3 fenomeni e vediamo cosa si può fare per migliorare la situazione
Pioggia. Siamo un Paese di alluvionati e inondati e non è neanche molto corretto parlare di emergenza, visto che ormai alluvioni e inondazioni hanno un ritmo abbastanza regolare. L'ultimo episodio successo a Genova è costato la vita di un uomo oltre ai danni materiali, ma non servirà come esempio, così come non sono serviti da esempio le 24 alluvioni/inondazioni che hanno devastato l'Italia negli ultimi 10 anni (2003 - 2013). A luglio di quest'anno Palazzo Chigi in una nota ha dichiarato che, dal 1945 ad oggi, lo Stato ha pagato 3,5 miliardi l'anno per i danni e i risarcimenti da frane e alluvioni, quindi 241,5 miliardi di euro in 69 anni. Una cifra pazzesca che si poteva evitare facendo prevenzione.

Certo la prevenzione non è a costo zero, ma sicuramente avremmo speso meno, avremmo salvato delle vite umane e avremmo evitato a molte persone di vivere esperienze cosi traumatizzanti. Per evitare che la pioggia faccia danni si può fare molto: monitorare i fiumi (alzare gli argini e pulire i letti in maniera regolare), ridisegnare il territorio mettendo in sicurezza le zone di montagna, migliorare il sistema fognario e smetterla coi condoni edilizi. Attuare questi 4 punti è molto semplice, anche se oneroso, purtroppo però spesso ci si va a scontrare con un mondo politico poco incline ai problemi ambientali. Insomma si stracciano le vesti quando succedono le tragedie, ma poi non fanno niente per prevenirle.

Terremoti. L'Italia ha diverse aree particolarmente soggette a terremoti. L'ultima tragedia ce la ricordiamo tutti, è successa solo nel 2009 a L'aquila ed è costata la vita a 308 persone. Per quanto riguarda i terremoti ci sono solo 2 cose da fare: una corretta informazione e costruzioni a norma. Purtroppo in passato questo non si è mai fatto. Bisognava spiegare alle popolazioni interessate i gravi rischi e far evacuare ai primi segnali di allarme. Le costruzioni antisismiche sono un altro punto dolente dell'Italia, infatti anche costruzioni recenti sono crollate, ciò a significare che non si tiene conto della specificità del territorio quando si costruisce. Leggerezze che in passato sono costate la vita a diverse persone.

Incendi boschivi. Questo è l'unico fenomeno non naturale, ma che soprattutto in estate diventa un grosso problema, visto che il 30% della superficie territoriale del nostro Paese è costituita da boschi. Per rendere l'idea della situazione basti pensare che negli ultimi trent'anni è andato distrutto il 12% del patrimonio forestale nazionale. Questi incendi, quasi sempre di origine dolosa, avvengono principalmente per motivi edilizi, ma anche per motivi "lavorativi". Infatti già nel 2001 i servizi segreti italiani (SISDE) scrivevano un dossier circa la responsabilità dei roghi da parte dei forestali stagionali, è paradossale, ma è stato accertato che i forestali bruciano i boschi per essere assunti. Se continua cosi a breve ci saranno più forestali che alberi. Questa è la situazione dove si può incidere di meno con la prevenzione, oltre ad aumentare il controllo del territorio si possono stabilire norme più severe per i piromani e per le speculazioni edilizie collegate ai roghi.

Quanto ci costa? Abbiamo già detto che solo i danni dovuti alla pioggia ci costano 3,5 miliardi l'anno, intanto la Banca Mondiale ci dice che i disastri ambientali mondiali degli ultimi 10 anni sono costati 200 miliardi di dollari, quindi circa 15 miliardi di euro l'anno a livello mondiale. Facendo un rapido calcolo in Italia spendiamo più del 20% di quanto si spende in tutto il mondo per riparare i danni degli eventi climatici. Provare a fare prevenzione? Magari spendiamo meno.



14 Ottobre 2014
http://it.ibtimes.com/articles/71389/20141014/danni-ambientali-prevenzione-miliardi.htm



Leggi il rapporto presentato dal Sisde ai ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura nel 2001.


Minkiata col botto.
Soli contro tutti. Anche il SISDE accusa i forestali per gli incendi boschivi.  Abbiamo forti dubbi sul dossier che accusa i forestali stagionali (mi riferisco alla Sicilia).
Quanti forestali-piromani-criminali troviamo nel dossier? Mi sa che forse si parla  per partito preso o perchè va di moda infangare (per mandarli a casa) i lavoratori del comparto forestale. 
Vogliamo i nomi di quei forestali che bruciano i boschi, non solo, bisogna applicare la pena massima con la radiazione a vita!
Ma esistono davvero? Quanti sono?


Ecco invece il nostro dossier:


C'è di tutto:
Troviamo il pompiere discontiuno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che con suo gesto avrebbe avuto l'obiettivo di permettergli di essere assunto, pensionati, operai, impiegati, agricoltori, pastori, minorenni ecc. Tra gli imbecilli raramente e non sempre, troviamo anche qualche lavoratore forestale. Quest'ultimi però si contano  sul palmo di una mano.






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