RENZI CHIUDE LA LEOPOLDA E ATTACCA: IL POSTO FISSO NON C'È PIÙ E IL PRECARIATO NON SI RISOLVE CON I CORTEI. UN PARTITO DI SINISTRA SI DEVE PRENDERE CARICO DI CHI PERDE IL LAVORO

Politica

Renzi chiude la Leopolda e attacca; il posto fisso non c'è più e non riconsegno il Pd a quelli del 25%

Il precariato non si sblocca con i cortei, dice il premier, e rivolto a chi sostiene l'art. 18 ironizza: "aggrapparsi ad una norma del 1970 è come prendere un i-phone e dire dove metto il gettone del telefono". Servizio di Laura Perego

E' diretto e senza giri di parole il messaggio che Matteo Renzi lancia dal palco della Leopolda alla Cgil:  "il precariato non si combatte con i cortei ma cambiando la mentalità delle nostre imprese e le regole del gioco. Il posto fisso non c'è più perchè il mondo è cambiato, la monogamia aziendale è in crisi, un partito di sinistra si deve prendere carico di chi perde il lavoro" ha detto il premier. E rivolto a chi sostiene l'art. 18 ha ironizzato: "aggrapparsi ad una norma del 1970 è come prendere un i-phone e dire dove metto il gettone del telefono". 
 "Mi pare che Renzi non abbia argomenti per ribattere" ha detto nel pomeriggio la Camusso.
Duro anche con il vecchio Pd: "non ho paura di una nuova sinistra" sottolinea renzi che dice no ad un partito di reduci e ritirando fuori i panni del rottamatore aggiunge: "non permetteremo a quella classe dirigente di riprendersi il pd per riportarlo al 25 per cento"
Il premier è tornato a difendere la legge di stabilità:"la riduzione dell'evasione fiscale a cui stiamo lavorando non ha eguali nella storia. Ridare questi soldi a chi ne ha meno non è una operazione elettorale ma un'operazione di giustizia sociale".
Infine ha difeso Napolitano: "quando si sentono tante menzogne sul presidente, credo sia doveroso che l'italia perbene faccia sentire tutto l'affetto"

25 Ottobre 2014