08 ottobre 2014

IN QUESTO MOMENTO LA REGIONE NON HA I SOLDI PER PAGARE LE GIORNATE MINIME AI FORESTALI, VIVE UNA «GRAVE CRISI DI LIQUIDITÀ DI CASSA». CROCETTA: MI DEVONO AIUTARE, NON È COLPA MIA SE I GOVERNI PRECEDENTI HANNO FATTO DEBITI PER PAGARE I FORESTALI



Casse vuote, Crocetta sotto assedio

In rivolta forestali e formatori senza stipendio. Il governatore trova dieci milioni ma ammette: “C’è crisi di liquidità”. Fra una settimana all’Ars le mozioni di censura a Scilabra e Vancheri. Riforma delle Province, maggioranza spaccatadi ANTONIO FRASCHILLA



Casse vuote, Crocetta sotto assedioIn questo momento la Regione non ha i soldi per pagare le giornate minime ai forestali, vive una «grave crisi di liquidità di cassa», quasi tutti i dipartimenti hanno raggiunto il tetto massimo consentito dal patto di stabilità e non possono spendere un euro, mentre l’assessore Roberto Agnello è alle prese con un bilancio 2015 che non riesce a far quadrare perché rimane un miliardo di euro di disavanzo strutturale da coprire. Di fronte a questa crisi finanziaria gravissima il governatore Rosario Crocetta ammette i problemi economici, lanciando appelli «all’unità della maggioranza» e chiedendo aiuto a Roma: «Sto facendo miracoli ma ho bisogno di sostegno», dice. «Mi devono aiutare, non è colpa mia se i governi precedenti hanno fatto debiti per pagare i forestali causando disavanzi miliardari che oggi ci costringono a subire una pesante crisi di liquidità», continua il presidente della Regione durante una conferenza stampa fiume trasformata in un grande sfogo. Crocetta lancia un ultimo avviso ai naviganti: «Io sto scardinando un sistema, lo scontro non è politico ma riguarda gli affari che si sono fatti in questa Regione — dice — per questo chiedo alla politica di sostenermi: la smettano con questo stillicidio di censure e mozioni di sfiducia, i cuperliani indichino i loro assessori e si torni a lavorare insieme».
È un governatore preoccupato, quello che si presenta alle 17 a Palazzo d’Orleans per lanciare l’appello anticrisi. Ha appena ricevuto al telefono la notizia che la conferenza dei capigruppo all’Ars ha programmato per la prossima settimana il dibattito sulle mozioni di censura contro gli assessori Nelli Scilabra e Linda Vancheri, mentre il presidente di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, ha consegnato un testo per recepire il disegno di legge Delrio accantonando l’annunciata riforma del governo sulle Province. Nel frattempo, fuori dalla Sala Alessi, Crocetta sente l’eco delle urla di forestali, formatori e dipendenti dei Consorzi di bonifica che chiedono il pagamento degli stipendi. «Stiamo facendo miracoli e voglio rassicurare chi sta protestando — dice — Per i forestali mancano 25 milioni di euro, ma contiamo di utilizzare almeno dieci milioni dei fondi congelati alla Crias. Sulla Formazione a giorni arriveranno i primi mandati di pagamento, così come la selezione degli sportellisti, domani sarà pubblicato l’avviso della terza annualità, il 13 ottobre partirà il progetto Prometeo». Ma la coperta rimane corta e Crocetta ammette che i fondi sono pochi: «Dobbiamo ridurre la mole di personale, sui formatori abbiamo già un accordo con il ministero del Lavoro per avviare subito 600 prepensionamenti». Per quanto riguarda i forestali, chiede aiuto a Roma: «L’Inps ci deve aiutare, è necessario avviare i prepensionamenti anche in questo settore».
Le vertenze economiche con il governo nazionale sono già tante: non ultima la richiesta di deroga al patto di stabilità per almeno 600 milioni, senza la quale da ora a fine anno la Regione non potrà spendere un euro. Tanti, troppi, i problemi finanziari, e Crocetta teme che senza un quadro politico forte a sostegno del governo qualsiasi trattativa sia difficile. Pezzi del Pd annunciano il voto favorevole alle mozioni di censura contro Scilabra e Vancheri, mentre Ardizzone con il suo ddl mette in difficoltà il governo: «Abbiamo approvato in giunta la bozza della nostra riforma sui Liberi consorzi, chi vuole approvare la Delrio non ha capito nulla e rischia di fare un grave danno alla Sicilia», dice riferendosi ad Ardizzone ma anche a chi, nella sua maggioranza, sostiene la riforma nazionale, come Articolo 4.
Crocetta, in difficoltà sui numeri a suo sostegno in aula, fa qualche carezza all’opposizione, nominando all’Asp di Enna una manager gradita all’Mpa, ma lancia soprattutto un invito al dialogo alla sua maggioranza, a partire dai cuperliani e dal segretario pd Fausto Raciti: «Mi aiutino invece di attaccarmi tutti giorni, indichino i loro assessori, non è colpa mia se i renziani sono maggioranza perché così ha scelto la base. Lavoriamo insieme, all’Ars ci sono tre riforme epocali: Formazione, Province e burocrazia. Approviamole. E poi mi aiutino nel dialogo con Roma».
Appelli che, se cadranno nel vuoto, certificheranno la crisi del governo. E Crocetta non spegne di certo la tensione, anzi. Commentando il voto a Siracusa, dice scherzando: «Morto un Gianni, se ne fa un altro». Parole prese molto sul serio dall’ex ministro Salvatore Cardinale, del Pdr, che ribatte: «Chieda scusa, se no vale anche per lui “morto un Crocetta se ne farà un altro”». Il messaggio è chiaro.

08 Ottobre 2014







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