Il Governo Crocetta ha ritirato il disegno di sullo scippo alla Crias
A QUANTO PARE, L’UFFICIO DEL COMMISSARIO DELLO STATO AVREBBE FATTO INFORMALMENTE SAPERE AGLI UFFICI DELL’ARS CHE L’AVREBBE IMPUGNATO
Ora che il disegno di legge sullo scippo da 20 milioni di euro alla Crias è saltato, tutti sono pronti a giurare che il provvedimento era sbagliato. Anche i deputati dell’Ars – soprattutto questi ultimi – che ieri mattina l’avrebbero approvato.
Ufficialmente, l’esame di questo contestato disegno di legge è stato rinviato a martedì prossimo. In pratica, è stato eliminato. La prossima settimana Governo e Ars, per pagare gli operai della Forestale rimasti senza salari, si dovranno inventare qualche altra cosa.
Per la cronaca, ricordiamo che questo disegno di legge ormai ‘cassato’ prevedeva il ‘saccheggio’ integrale del fondo di rotazione della Crias (Cassa regionale per il credito agli artigiani). Sono 20 milioni di euro che vengono utilizzati da artigiani e agricoltori.
Il Governo di Rosario Crocetta aveva deciso che, per pagare i forestali (19 milioni di euro) e il Ciapi di Priolo (un milione di euro), si sarebbe dovuto sbaraccare questo fondo di rotazione.
Nonostante la palese incostituzionalità di un tale disegno di legge, la terza Commissione legislativa (Attività produttive) e la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars hanno incredibilmente approvato il disegno di legge.
Questo è avvenuto nonostante le proteste della Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Confagricoltura. E naturalmente gli artigiani.
Un paio di giorni fa, proprio quando la Commissione Finanze di Sala d’Ercole stava approvando questo disegno di legge, il parlamentare regionale di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, ha espresso dubbi.
Ieri sera un altro parlamentare di Forza Italia, Riccardo Savona, che forse aveva ‘naschiato’ qualcosa dagli uffici del Parlamento siciliano, ha detto a chiare lettere che il provvedimento sarebbe stato impugnato dall’Ufficio del Commissario dello Stato.
A quanto risulta a LinkSicilia, ieri autorevoli esponenti degli uffici del Parlamento – sulla base di un’usanza inveterata – si sono sentiti con gli uffici del Commissario dello Stato. Questi ultimi avrebbero fatto sapere che la legge-scippo sarebbe stata impugnata.
Ieri mattina il disegno di legge sullo scippo Crias è arrivato in Aula. Governo e maggioranza dell’Ars avrebbero voluto approvarlo, scaricando, così, la responsabilità del mancato pagamento dei forestali sull’Ufficio del Commissario dello Stato.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, è stato invece molto corretto e ha fatto quello che avrebbero dovuto fare i presidenti delle Commissioni Attività produttive (Bruno Marziano) e Finanze e Bilancio (Nino Dina): ha chiesto al Governo la relazione tecnica.
Com’è possibile che un disegno di legge così importante arrivi in Aula senza che nella Commissione legislativa di merito e nella Commissione Finanze si sia ‘materializata’ la relazione tecnica, beh, è questione che solo Marziano, Dina e la segreteria generale di Palazzo Reale potrebbero e, forse, dovrebbero spiegare.
L’unica cosa che possiamo dire è che, alla richiesta della relazione tecnica da parte della presidenza dell’Ars, il Governo regionale forse non ha ‘capito’, forse ha preso tempo. O forse ha preferito ‘scappare’ dall’Aula. Chissà.
Fatto sta che la seduta di ieri mattina è stata sospesa e rinviata a martedì. Con la quasi certezza che Governo e Ars, come già accennato, si dovranno inventare qualcos’altro per pagare i forestali e per il Ciapi di Priolo.
A questo punto, dopo e non prima, sulla vicenda si sono gettate le ‘vestali’ dell’ipocrisia politica, per arrogarsi meriti che non hanno.
Il capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars, Nino D’Asero, ha vergato una ‘filippica’ sul buon governo con un titolo ‘crepuscolare’: “La politica non prepari il fallimento della Sicilia”.
D’Asero è uno di quelli che, quando Crocetta è tornato da Roma dopo aver firmato l’accordo-capestro con il Governo Renzi – la ‘celebre’ rinuncia ai contenziosi, da parte della Regione siciliana pari a circa 5,4 miliardi di euro in cambio di 550 milioni di euro che non sono mai arrivati non ha aperto bocca.
Ieri D’Asero – come una bella donna che ha nascosto con eccessivi vestimenti la propria bellezza e la va mostrando piano piano – ha mostrato le sue virtù fino ad oggi nascoste. Scrive D’Asero:
“L’azzeramento del governo per motivi squisitamente politici interni alla maggioranza fatto mentre si devono trattare temi delicati e questo andazzo che vuole la distruzione di pezzi di futuro per risolvere momentaneamente un problema, mi ispirano terrore: una paura ragionata per il domani della nostra Isola. Con la Finanziaria ter è stato aggredito l’Ircac per oltre 20 milioni di euro e, oggi, si vuole procurare un danno incalcolabile alla Crias sempre per tamponare una falla”.
“È logico voler risolvere il problema dei precari, dei forestali – prosegue D’Asero – ma non possiamo distruggere i fondi speciali di Crias, Irfis e Ircac, ammazzando così la microimpresa. L’utilizzo di questi fondi sarebbe giustificabile soltanto se la politica e l’economia siciliane fossero all’ultima spiaggia; oppure è questo che si vuol dire: siamo all’ultima spiaggia!”.
“Stiamo preparando il nostro fallimento ed è per ciò che mi appello ai capigruppo, all’Aula e, in particolare alla Commissione Bilancio perché sia presidio a difesa delle garanzie per il futuro”.
Belle parole. Che sarebbero state ancora più belle se fossero state pronunciate prima che altri togliessero le castagne dal fuoco a rischio di bruciarsi le mani.
Nulla da dire sul comunicato della Cna siciliana. Per la Confederazione nazionale artigiani dell’Isola, la manovra sul fondi di rotazione Crias si configura come uno “scippo a danno delle categorie produttive siciliane che, se private dai fondamentali e vitali canali di credito sinora garantiti dal Crias, ed avendo problemi di sopravvivenza, rischiano di chiudere i battenti delle loro aziende”.
“Depauperare la Crias dei fondi destinati alle imprese – si legge sempre nel comunicato della Cna siciliana – è miopia politica che dà l’esatta misura di una classe politica regionale non attenta ai problemi reali dell’economia della nostra regione perpetuando ancora una volta il metodo della conservazione ossia del privilegio del clientelismo e dell’assistenzialismo a discapito della produttività e della sana occupazione”.
La Cna “ribadisce il proprio impegno a combattere e contrastare fermamente tali scelte che, è sotto gli occhi di tutti, finiscono, ancora una volta, per penalizzare chi in Sicilia lavora e produce per la crescita e lo sviluppo di una sana democrazia economica”.
Sulla vicenda interviene – anche lui un po’ in ritardo – anche Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia.
“Ennesimo pasticcio del governo Crocetta – dice marco Falcone – questa volta sul fronte dei forestali siciliani. Dopo avere annunciato la manovra Quater per garantire la copertura economica della prosecuzione delle giornate dei lavoratori, attingendo dalle risorse Crias, l’esecutivo regionale ha ritirato il disegno di legge, a seguito di contestazioni sulla sostenibilità e sulla compatibilità delle risorse, un’operazione finanziaria che Forza Italia aveva già bollato come sbagliata. Uno stop & go vergognoso, che evidenzia una totale incapacità di decidere e di agire di Palazzo d’Orleans”.
“Da settimane indichiamo la strada giusta da seguire – prosegue l’esponente azzurro – le risorse necessarie, 19 milioni di euro, ci sono. Dieci milioni di euro si possono ricavare alla ex tabella H, tanto cara a Crocetta, altri 9 possono giungere dalla riduzione orizzontale del 6% dell’allegato 1 dell’art. 25 della legge 21. Nessun nuovo esborso dunque, solo la necessità di guardare ai conti con maggiore senso di responsabilità di quanto non faccia da sempre l’esecutivo, incapace di razionalizzare la spesa e di perseguire un cambiamento virtuoso”.
24 Ottobre 2014
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