29 ottobre 2014

FIAMME DI MAFIA? MISTERO FORESTALI: QUANTI SONO, CHI SONO E CHE FANNO. C’È L’INTENZIONE DEL GOVERNO REGIONALE, DI AFFIDARE AI FORESTALI IL RIASSETTO IDROGEOLOGICO



Fiamme di mafia? Mistero forestali:
quanti sono, chi sono e che fanno


Fiamme di mafia? Mistero forestali: <br /> quanti sono, chi sono e che fanno

Perché si chiamino forestali è un mistero, dal momento che la Sicilia non ha foreste, semmai boschi. Ma non è questo il problema. Al di là dello Stretto i forestali sono diventati l’icona del clientelismo ed assistenzialismo del Meridione d’Italia. La Sicilia e la Calabria sono la loro terra d’elezione, la Lombardia il luogo del “processo”, quotidiano e rumoroso.
L’accusa principale è che sono tanti, troppi, e che nonostante siano tanti il numero degli incendi nei boschi siciliani aumenta esponenzialmente. Crocetta sospetta che ad incendiare i boschi sia la mafia, altri che fra i forestali ci siano dei piromani. E il movente? Mantenere alto il numero delle giornate lavorative. Ma anche riconsegnare terreni al pascolo, ripiantare gli alberi ecc. I sospetti sono molteplici, e per molti forestali financo ingiusti.
Chi difende la categoria fa sapere che i 28 mila forestali non sono affatto troppi perché il numero delle giornate lavorative sono molto contenute, trattandosi di stagionali. Altrove, invece, non è così.
Gli incendi? Sono tanti perché non si fa manutenzione e la Sicilia ha un clima caldo, piove poco o niente, e i terreni non sono curati in modo da difenderli dalle fiamme. E infine, sono tanti perché la Regione a statuto speciale ha alle sue dipendenze i forestali, mentre altrove sono statali.
Tutte queste informazioni, però, non vengono nemmeno prese in considerazione. Ormai, come dice un vecchio detto siciliano, fatti la fama e curcati. Una volta che il giudizio si trasforma in pregiudizio non c’è nulla da fare, si soccombe e basta.
Ciò detto, tuttavia, è indubbio che siano tanti, e che la sorveglianza sia carente, stando alla casistica degli eventi. E c’è chi giura che su alcuni incendi ci sia la mano di qualche delinquente che lavora con i forestali. Una pecora nera o c’è dell’altro? La mafia, dice il presidente della Regione. Il sospetto, certo, non migliore l’immagine dei forestali, divenuti un cilicio da portare addosso con rassegnazione.
Crocetta deve difendersi, un giorno sì ed uno no, nel talk show dei network più frequentati dall’accusa di spendere un sacco di soldi per migliaia di lavoratori che fanno poco o niente e sono mantenuti in servizio per portare voti ai partiti che ne sostengono la sopravvivenza. E quando torna a casa deve difendersi dagli improperi che gli giungono dalle opposizioni (qualche volta anche dall’interno della sua maggioranza), le quali gli addebitano ritardi nei pagamenti dei loro stipendi e nel rispetto del contrato di lavoro.
I forestali, giusto per ricordarlo, devono effettuare un certo numero di giornate lavorative per contratto: 151, 78, 101, a seconda della entità dell’impegno contrattualizzato. Il contratto costava 400 milioni l’anno fino al 2013, ora la spesa è stata dimezzata e c’è l’intenzione del governo regionale, di affidare ai forestali il riassetto idrogeologico del terreno oltre che la manutenzione dei boschi. Il problema vero, infatti, è di rendere produttiva la loro opera.
Occorrerà cambiare l’organizzazione del lavoro e prevedere una mobilità obbligatoria. Se i forestali di Godrano – la capitale dei forestali – servono altrove, è bene che siano trasferiti.
 28 Ottobre 2014








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