«Lottiamo a difesa del nostro lavoro»
L'urlo di protesta dei forestali che chiedono il sostegno del sindaco Mangione
Operai forestali al lavoro.
Foto lasicilia.it
Lottiamo a difesa del nostro lavoro per il sostentamento delle nostre famiglie. Non completare le giornate lavorative previste dalla legge arrecherà a tutti noi un grossissimo danno».
E l'urlo di protesta di un nutrito gruppo di lavoratori forestali di Randazzo che non riconoscendosi più nelle organizzazioni sindacali confederali si sono riuniti in un «Movimento spontaneo forestali in difesa dei diritti degli operai».
Il balletto di assunzioni e sospensioni per parecchi lavoratori e l'incertezza sul futuro li preoccupa. Per questo hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco Michele Mangione.
«Al sindaco - ci dicono - abbiamo chiesto un deciso intervento, affinché non si verifichino più sospensioni dal lavoro. In più abbiamo chiesto il suo interessamento e quello di tutti i sindaci della Provincia di Catania che si schierino a fianco del lavoratori per un autunno di lotta».
E il primo cittadino ha deciso di accontentarli, organizzando a Randazzo un incontro. «Magari con i sindaci di tutta la Provincia no, ma del nostro comprensorio certamente sì - ci dice il sindaco - ma non solo con i sindaci, anche con i vertici dell'Azienda forestale e della burocrazia regionale. I lavoratori - continua - mi hanno chiesto di voler ascoltare dalla voce dai diretti interessati quale sia il loro futuro».
La domanda però è se un incontro di questo tipo possa realmente servire alla loro causa. Difficilmente un sindaco si schiererà contro i lavoratori come è naturale che il funzionario possa garantire assunzioni e pagamenti solo se ci sono i fondi in bilancio.
Per conferire spessore e concretezza all'incontro ci vorrebbe un rappresentante del Governo regionale. «Che io proverò a coinvolgere in questo incontro - aggiunge il sindaco Mangione - è ovvio che ci sono aspetti come i ritardi nell'erogazione degli stipendi che possiamo discutere con la burocrazia. Il resto ovviamente no».
Gaetano Guidotto
23 Settembre 2014
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