27 settembre 2014

LOTTA CONTINUA!



Ricevo e pubblico



LOTTA CONTINUA!


Caos negli avviamenti, nei salari, nelle graduatorie, nei diritti contrattuali, nella normativa di settore, nelle relazioni sindacali, nelle garanzie occupazionali, nei finanziamenti, nelle visite mediche, nell’organizzazione del lavoro. Caos nei rapporti tra Uffici Provinciali Azienda e Servizi Ispettorati Ripartimentali delle Foreste, tra Comando Corpo Forestale e Dipartimento delle Risorse Agricole, tra Assessorato dell’Agricoltura e Assessorato del Territorio.
Ci si aspettava, dall’incontro di martedì scorso, una coraggiosa presa di posizione del governo regionale e delle segreterie regionali del sindacalismo forestale e, invece, la montagna ha partorito il solito topolino. Si è recitato a soggetto. E’ stato diramato il solito comunicato stampa che dice tutto senza dire nulla, come da copione. Ridotta ai minimi termini la situazione è la seguente: il governo ha promesso, come al solito, di attivarsi; le segreterie regionali hanno confermato, come sempre, lo stato d’agitazione della categoria. Sfido chiunque a dimostrare che sia cambiato qualcosa rispetto a qualche giorno fa: il caos continua, l’agitazione pure; dunque non è accaduto nulla di rilevante, di clamoroso.
Eppure, alla vigilia dell’incontro, i toni erano altri: Crocetta aveva dichiarato senza mezzi termini che la burocrazia non doveva intralciare l’Amministrazione, stravolgere le decisioni prese e gli accordi fatti, togliere ai lavoratori del comparto la dignità del ruolo e del salario. La federazione unitaria di Flai, Fai e Uila era stata altrettanto chiara: il comparto è allo sbando, la categoria è allo stremo, circolari e direttive si rincorrono e si contraddicono paralizzando l’intero settore. Su queste basi si preannunciava un esito diverso, positivo, costruttivo: tutti concordavano sulla necessità di superare l’attuale situazione a cominciare dallo stramaledetto e famigerato articolo 12. Macchè! E mentre il governo s’impegna a promettere e il sindacato continua ad agitarsi, si prepara il cappio dei tagli finanziari e il palo del pareggio di bilancio su cui impiccare i lavoratori.
Ripeto in questo blog quello che da qualche anno vado dicendo nelle sedi sindacali e istituzionali, ufficiali e ufficiose, ad alta e a bassa voce: smettiamola di pensare al futuro e agiamo nel presente, perché il boia non aspetta il futuro per stringere il cappio al collo dei lavoratori forestali.
In attesa che si riordini il settore, che si recepisca il contratto nazionale che sta per scadere, che si rinnovi il contratto integrativo scaduto da oltre dieci anni, esiste una legge che prevede specifiche garanzie occupazionali che servono alla manutenzione e all’antincendio se non vogliamo trasformare la Sicilia nel deserto del Mediterraneo; esistono un contratto nazionale e un contratto integrativo vecchi ma ancora in vigore e  che regolamentano diritti e doveri dell’amministrazione e dei lavoratori, con tabelle salariali e indennità accessorie, con date di scadenza per la liquidazione dei salari e degli arretrati contrattuali; esistono accordi firmati da rispettare. Tutto questo ha un costo. Nell’agenda delle priorità umane e civili, l’ambiente è al primo posto, seguito dalla salute e dalla formazione. Queste priorità vanno rispettate e finanziate. Dunque il Governo deve trovare le risorse economiche. Non è compito del Sindacato dire come e da dove eventualmente attingere le risorse. Compito del Sindacato è quello di tutelare il lavoro e i lavoratori facendo rispettare leggi, contratti, accordi e priorità e concordando un uso produttivo delle giornate lavorative.
Il Governo prenda dove vuole i soldi, tagli quel che gli pare, non ha che da scegliere quale spreco abolire o quale altra categoria più privilegiata costringere ad essere solidale. Ma bisogna imporgli d’agire.
Per ottenere tutto questo non basta l’agitazione. Si deve proclamare la lotta continua mobilitando i lavoratori a oltranza non a Palermo, nella solita piazza Indipendenza, con il solito corteo di pulman e bandiere. E’ uno sciopero nuovo e diverso che bisogna praticare. Si devono mobilitare i lavoratori davanti alle sedi istituzionali di tutta la Sicilia. Laddove c’è un Comune o una Prefettura, lì si dovranno concentrare i lavoratori del posto, dandosi il cambio per garantire il servizio a chi per adesso è rassunto. Si devono, allo stesso tempo, organizzare volantinaggi nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. Questi presidi devono organizzarsi in tutto il territorio nello stesso momento; si dovrà procedere a singhiozzo, quarantotto ore a settimana, fino a quando il Governo non si presenterà con un atto approvato dalla giunta e votato dal parlamento che faccia rispettare la legge e i contratti oggi esistenti. Le segreterie regionali, allargate da una delegazione di lavoratori, dovranno partecipare alla stesura dell’atto e vigilare sull’iter da seguire che deve essere urgente. Abbiamo visto fare leggi che hanno radicalmente cambiato interi settori in poche giornate, adottando la procedura d’urgenza. Una volta che questo atto legislativo avrà garantito il presente, allora si potrà discutere del futuro, e del riordino.
Questa lotta continua è un sogno, una visione, un’illusione? Quante volte nella storia i sogni e le illusioni, con la fede e il coraggio, sono diventati realtà? Il latifondismo sembrava impossibile da distruggere ma è stato distrutto. Trent’anni fa pareva impossibile creare l’antincendio ma è stato creato. L’importante è non rassegnarsi, non pensare che saranno gli altri a risolvere il problema di tutti, sapere che non tutto si può ottenere con i ricorsi legali; e ricordare che il Sindacato siamo noi, noi lavoratori tutti insieme, che al di là dei direttivi, degli esecutivi, delle segreterie esiste la categoria e sono i vertici sindacali ad essere al servizio della categoria e non viceversa. Non è possibile che un pugno di politici e burocrati abbiano ragione di venticinquemila lavoratori e facciano quello che credono. Dobbiamo cominciare a ragionare come se quella di domani fosse l’ultima giornata di lavoro prima del licenziamento definitivo. Dopodomani sarà troppo tardi, oggi siamo ancora in tempo. Il dibattito è aperto. Questa proposta si può migliorare, perfezionare, cambiare, integrare, sostituire con una diversa e magari più efficace proposta di lotta; ma per favore niente piagnistei, niente lamenti, niente critiche. Servono proposte. discutiamone, incontriamoci, decidiamo ma poi agiamo. E’ in gioco il nostro lavoro non qualche sigla sindacale o qualche giornata in più o in meno ma il nostro lavoro, per moltissimi il lavoro di una vita, che merita rispetto e richiede lotta.

Michelangelo Ingrassia
Componente dell'Esecutivo Territoriale della Uila-Uil Palermo








2 commenti:

  1. CONDIVIDO A PIENO QUANTO SOPRA SCRITTO, MA PER FAVORE MUOVIAMOCI SUBITO, IL TEMPO E' SCADUTO. NEL MIO PICCOLO PORTERO' IL CARTACEO NELLA POSTAZIONE ANTINCENDIO DI CASABOLI, PERCHE' TUTTI SIANO A CONOSCIENZA DELLA SITUAZIONE.
    CARLO GIORDANO

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  2. Concordo pienamente.

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