04 agosto 2014

FORESTALI E FIAMME, COME LA SICILIA PERDE I BOSCHI E LA FACCIA. I LAVORATORI NON DEVONO ESSERE AFFATTO FELICI DI SOPPORTARE INSULTI E SOSPETTI




Forestali e fiamme, come la Sicilia perde i boschi e la faccia


Forestali e fiamme, come la Sicilia perde i boschi e la faccia
“L’emergenza incendi che attanaglia la Sicilia impone l’immediata entrata in servizio degli operatori forestali centunisti e settantottunisti, indispensabili per la tutela del patrimonio boschivo e per la nostra sicurezza”. Il capogruppo parlamentare di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, lancia il suo appello attraverso una nota allarmata. “Il Presidente Crocetta applichi il principio di immediata esecutività”, suggerisce Figuccia, oltremodo preoccupato, “e disponga l’assunzione dei forestali a 101 e 71 giornate”.
È assai probabile che il governo abbia già disposto la discesa in campo dei forestali. È altrettanto probabile che la grande stampa nazionale, in testa Il Giornale di Berlusconi, vicino al partito del deputato Figuccia, sbatta nuovamente i forestali siciliani in prima pagina, additandoli come una mandria di buoi al pascolo nella generosa prateria delle risorse pubbliche nazionali, permettendo al forzismo nazionale di recitare le due parti in commedia: tifosi e nemici dei forestali.
Non è invece altrettanto certo che gli incendi vengano sedati dai centunisti e settantunisti in servizio dal momento che, come insegna l’esperienza ormai vecchia di mezzo secolo, le fiamme divampano a prescindere, magari annunciate dal bisogno di “custodi” , e sono domate da elicotteri e Canadair la cui operatività costa un occhio della testa.
I forestali di Sicilia, meriti e demeriti a parte, sono di sicuro la categoria di lavoratori più conosciuta del Paese. Sono additati come dei diavoli, piromani, parassiti, mangiafranchi al di là dello Stretto e, in qualche caso anche al di qua, e guardiani gelosi dei boschi, trincea insostituibile delle fiamme, padri di famiglia da tutelare comunque in Sicilia. Quando scoppiano gli incendi, e la Sicilia è una delle regioni più colpite dai piromani, i forestali vengono sospettati con sorprendente disinvoltura di essere mandanti o esecutori degli incendi, ed insieme invocati, come fa il deputati Figuccia, come i salvatori della patria. La diversità di giudizio non provoca alcuna cambiamento, perché c’è, un forte partito dei forestali, trasversale e maggioritario, nell’Isola.
L’odio-amore si spiega con l’origine della categoria, nata e cresciuta negli anni delle vacche grasse grazie a una classe dirigente attenta al consenso elettorale e a regole d’ingaggio che sembrano studiate a tavolino per favorire il clientelismo e deturpare l’immagine, deteriorata di suo, della Regione siciliana. La cattiva fama, inoltre, è alimentata dall’entità degli incendi boschivi e dal salasso di risorse pubbliche che le fiamme fanno subire alle casse della Regione.
C’è infine una cattiva stampa nazionale, che ne fa un esercito di clienti, creato da amministratori disinvolti. Ogni volta che la Regione siciliana finisce sul banco degli imputati, sono i forestali che vengono chiamati a rispondere della loro esistenza in vita.
I toni sono esasperati dalla crisi economica e dalla cattiva fama. Così si finisce con il fare di tutta l’erba un fascio, perché fra i ventimila (o trentamila?) forestali in servizio, ci sono persone che fanno la loro parte come meglio è possibile. Non devono essere affatto felici di sopportare insulti e sospetti che non meritano.
Ogni tanto qualcuno, dopo una notte insonne, si alza di buzzo buono e comunica al mondo la necessità che il sistema venga rivoltato come un calzino, ma la volontà si spegne come una candela di basso costo. Pare che non esista niente di più complicato che mettere mano ai forestali, centunisti o settantunisti che siano. E’ perciò probabile che fra un secolo non sia necessario sfogliare i giornali dell’epoca per prendere coscienza del problema.

03 Agosto 2014
http://www.siciliainformazioni.com/109116/forestali-e-fiamme-come-la-sicilia-perde-i-boschi-e-la-faccia








On Figuccia, glielo dica lei a questi buffoni come stanno realmente le cose, se può parli direttamente con il proprietario, anche lui ci mette e c'ha messo del suo per distruggerci.  Risponderà il gruppo di Forza Italia dell'Ars al proprio capo? (Figuccia, Falcone, Grasso ecc.) Ci difenderanno per come è stato fatto in questi giorni? Ebbene, siamo curiosi!




Berlusconi non voleva che gli ex Fondi Fas andavano ai Forestali perchè spesa corrente, ok, ci può anche stare. Ma siamo così sicuri che i fas sono stati usati tutti per gli investimenti?
Andiamo a vedere come sono stati piazzati una parte di quei fondi, anche la Lega Nord è stata accontentata per la spesa corrente togliendoli al Sud, una per tutte: le multe delle quote latte.

Per coprire i buchi del comune di Palermo della controllata Amia e per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione comunale, oltre che per le ricostruzioni dopo il terremoto in Abruzzo, Marche e Molise, anche per tappare i buchi di bilancio delle amministrazioni di Roma e Catania, per le multe delle quote latte, i Fondi per le aree sottosviluppate sono state utilizzate per ripianare 2 miliardi di euro nella sanità di 3 regioni: Campania, Calabria e Lazio, 400 mila euro sono andati ad una scuola privata di Varese. L’emergenza rifiuti e la proroga della rottamazione dei frigoriferi, anche il ponte sullo stretto, benché il governo abbia detto che non costerà nulla allo Stato, sarà destinatario del Fas, dai trasporti sul lago di Garda ai debiti del Campidoglio e persino per coprire il deficit causato dall’addio all’Ici  per finanziare la Cassa integrazione per le aziende del Nord ed i disavanzi delle Ferrovie dello Stato. Sconti di benzina e gasolio concessi agli automobilisti di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige, denunciati dal deputato Pd Ludovico Vico. Il  Fondo si vede sottrarre altri 12 miliardi, 963 milioni per finanziare una serie di provvedimenti tra cui le aziende viticole siciliane, l’acquisto di velivoli antincendio (altri 150); la viabilità di Sicilia e Calabria (1 miliardo);  la proroga della rottamazione dei frigoriferi (935 milioni); l’emergenza rifiuti in Campania (450); la copertura degli oneri del servizio sanitario (1 miliardo 309 milioni); e perfino la copertura degli oneri per l’assunzione dei ricercatori universitari (63).Un altro taglio da un miliardo e mezzo arriva per una serie di spese tra cui quelle per il G8 in Sardegna (100 milioni) marchiato dagli scandali; per l’alluvione in Piemonte e Valle d’Aosta (50 milioni); la copertura degli oneri del decreto anticrisi 2008 e gli accantonamenti della legge finanziaria. Al Fondo per l’occupazione e la formazione vengono per esempio assegnati 4 miliardi che trovano i primi impieghi per finanziare la cassa integrazione e i programmi di formazione per i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali. Quanto al fondo per il sostegno all’economia reale finanziato va a coprire le uscite per il termovalorizzatore di Acerra (355 milioni); mentre 80 milioni se ne vanno ancora per la rete Tetra delle forze di polizia in Sardegna; un miliardo per il finanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; 400 milioni per incrementare il fondo ‘conti dormienti’ destinato all’indennizzo dei risparmiatori vittime delle frodi finanziarie; 150 milioni per gli interventi dell’Istituto di sviluppo agroalimentare; 50 milioni per gli interventi nelle zone franche urbane; 100 per interventi di risanamento ambientale; 220 di contributo alla fondazione siciliana Rimed per la ricerca biotecnologica e biomedica. All’interno del fondo Infrastrutture si consuma (12 miliardi 356 milioni di dotazione iniziale) dove il Sud vede poco o niente. Le sue
dotazioni se ne vanno per mille rivoli a coprire i più svariati provvedimenti governativi: 900 milioni per l’adeguamento dei prezzi del materiale da costruzione (cemento e ferro) necessario per riequilibrare i rapporti contrattuali tra stazioni appaltanti e imprese esecutrici dopo i pesanti aumenti dei costi; 390 per la privatizzazione della società Tirrenia; 960 per finanziare gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato; un altro miliardo 440 milioni per i contratti di servizio di Trenitalia; 15 milioni per gli interventi in favore delle fiere di Bari, Verona, Foggia, Padova.Ancora: 330 milioni vanno a garantire la media-lunga percorrenza di Trenitalia; 200 l’edilizia carceraria (penitenziari in Emilia Romagna, Veneto e Liguria) e per mettere in sicurezza quella scolastica; 12 milioni al trasporto nei laghi Maggiore, Garda e Como. Pesano poi sul fondo Infrastrutture l’alta velocità Milano-Verona e Milano-Genova; la metro di Bologna; il tunnel del Frejus e la Pedemontana Lecco-Bergamo. E poi le opere dell’Expo 2015 che comprendono il prolungamento di due linee della metropolitana milanese per 451 milioni; i 58 milioni della linea C di quella di Roma; i 50 per la laguna di Venezia; l’adeguamento degli edifici dei carabinieri di Parma (5); quello dei sistemi metropolitani di Parma, Brescia, Bologna e Torino (110); la metrotranvia di Bologna (54 milioni); 408 milioni per la ricostruzione all’Aquila; un miliardo 300 milioni a favore della società Stretto di Messina. E non per le spese di costruzione della grande opera più discussa degli ultimi 20 anni, ma solo per consentire alla società di cominciare a funzionare.
Mi avvio alla conclusione, i circa 570 milioni di euro che la Regione Sicilia paga in più rispetto al 2006 avrebbe dovuto interrompersi nel 2010. Così pensavano, il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e i suoi assessori. Invece da Roma hanno deciso, unilateralmente, che la Sicilia dovrà continuare a pagare i 570 milioni di euro all’anno in più. In compenso, il governo nazionale chiuderà un occhio, o forse tutt’e due gli occhi, se la Regione Siciliana, per pagare la sanità, attingerà a piene mani dai Fas, ovvero dai Fondi per le aree sottoutilizzate che avrebbero dovuto essere utilizzati per le infrastrutture.
Pensate: il governo nazionale, da tre anni a questa parte, si rifiuta di erogare le risorse Fas per timore che le Regioni del Sud utilizzino questi fondi per pagare precari e clientele varie. I soldi del Fas, ci hanno spiegato fino a qualche giorno fa il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e il ministro per le Regioni, Raffaele Fitto, debbono servire per le infrastrutture e non per le spese correnti.Ora, invece, da Roma ci dicono che potranno essere utilizzati per la sanità, cioè per le spese correnti.
Che coerenza, ragazzi!

Queste cifre non me li sono inventate io, ma sono state pubblicate online da diversi quotidiani e sono tutte DOCUMENTATE, quindi ho solamente estratto i pezzi più interessanti per renderli pubblici.








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