Dario Cartabellotta: “Forestali ed Expo 2015: quello che ho fatto da assessore”
Dario Cartabellotta, già assessore regionale alle Risorse agricole dal dicembre 2012 all’aprile del 2014, ed oggi dirigente generale del dipartimento della Pesca mediterranea nel secondo Governo del presidente Rosario Crocetta, risponde punto su punto ai rilievi ed alle critiche sul suo operato mosse in precedenti articoli del nostro giornale.
I temi affrontati nell’intervista riguardano la gestione del settore forestale ed i rapporti con Expò 2015 che l’ex assessore ha voluto chiarire e puntualizzare, come si sul dire con ‘carte alla mano’.
Nella veste di assessore alle risorse Agricole, dottore Cartabellotta, quale situazione ha ereditato dal precedente Governo del ex presidente Raffaele Lombardo nel settore forestale?
“Nel dicembre 2012 vengo chiamato a ricoprire l’incarico di assessore alla Risorse agricole e forestali ed insieme alla collega assessore al Territorio ed Ambiente, che ha la competenza sugli incendi, Mariella Lo Bello, ci siamo seduti subito, per mettere mano alla riforma del comparto forestale. La spesa forestale nel 2012 aveva sforato i 350 milioni di euro e gli incendi avevano interessato circa 55.593 ettari di superficie isolana”.
Quali risultati avete raggiunto alla fine del 2013 in termini di bilancio e dal punto di vista operativo?
“Nel 2013 la spesa è scesa a 270 milioni di euro, con un risparmio netto 80 milioni di euro, garantendo le fasce di garanzia occupazionale nel comparto e gli incendi si sono ridotti del 93 per cento, interessando 3.597 ettari”.
Le critiche sul comparto forestale non sono mai mancate sia negli anni scorsi che nell’ultimo periodo. Troppi lavoratori, disorganizzazione e risultati non sempre raggiunti. Come ha inteso incidere, durante il suo mandato assessoriale, sulle criticità che ha trovato?
“Gli sforzi che ho profuso, con la collega Lo Bello, sono stati incentrati su chiari obiettivi. Ho voluto innovare il comparto, superando il primo ostacolo legato all’utilizzo del personale, circa 25 mila addetti, tra manutentori e addetti allo spegnimento antincendio, valorizzandone le risorse umane. E per farlo ho lavorato nella direzione di allargare le competenze dei forestali con interventi previsti nei siti archeologici oppure a tutela del territorio dal dissesto idrogeologico. O, ancora, nella realizzazione di percorsi ed itinerari naturalistici per la valorizzazione dell’ambiente e del territorio siciliano. Finalità che sono confluite nell’articolo 25 della legge regionale n.9 del 15 maggio 2013 dal titolo ‘Contenimento della spesa e valorizzazione delle risorse umane nel settore forestale’”.
Sul piano operativo, l’applicazione dell’articolo 25 della legge regionale n.9/2014, ha portato vantaggi concreti alla collettività ed ai lavoratori forestali?
“Con soddisfazione posso affermare che i risultati sono cominciati ad arrivare. Cito alcuni esempi. Un importante lavoro, realizzato con lodevole impegno e professionalità, è stato effettuato dai forestali nella cura, pulizia e scerbatura dei siti archeologici. Ne è un esempio la consegna alla fruizione del parco archeologico della ‘Neapolis’ di Siracusa. Ed ancora, vorrei ricordare, la tutela dal dissesto idrogeologico che ha reso possibile utilizzare i 70 milioni di euro del Piano azione e coesione (Pac), di cui i lavori realizzati sul Fiume Belice, a valle della diga Garcia, ne rappresentano un caso concreto . Ed, inoltre, la convenzione con il Consorzio autostrade siciliane (Cas) per la manutenzione del verde autostradale che ha permesso all’Azienda foreste demaniali di incassare 2 milioni di euro”.
Poi c’è l’itinerario di santa Rosalia.
“Una menzione a parte merita ‘Itinerarium Rosalia’, percorso religioso alla scoperta dei luoghi in cui ha vissuto Santa Rosalia, dove, attraverso l’utilizzo dei fondi del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013, per un importo di 600 mila euro. Spesa che, senza l’impiego dei forestali, avrebbe potuto lievitare almeno a 2 milioni di euro. I forestali sono tutt’ora impegnati nei lavori di realizzazione dell’itinerario religioso e naturalistico di collegamento tra il Santuario di Santa Rosalia di Monte Pellegrino e l’Eremo di Santo Stefano Quisquina, il rifugio scelto dalla ‘Santuzza’. La creazione di questo percorso, pensato per essere attraversato a piedi, copre 160 km e attraverserà 14 Comuni e 7 Riserve naturali con un vasto lavoro di miglioramento incentrato sulla segnaletica, la ripulitura, la messa in sicurezza, la realizzazione di passerelle e ponticelli, l’apposizione di capannine con cartografia del percorso. Un grande lavori che vede all’opera i forestali. Un progetto che mira inoltre a sviluppare e potenziare delle iniziative che riguardano l’ospitalità rurale e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari ‘Born in Sicily’, creando opportunità di economia intorno all’iniziativa”.
Sul versante della razionalizzazione della spesa, quali altri interventi ha realizzato durante la sua permanenza alla guida dell’assessorato alle risorse agricole?
“Razionalizzazione della spesa ha significato contenere il ‘business’ delle visite mediche alle quali ogni anno sono sottoposti i forestali prima dell’avvio al lavoro, che abbiamo affidato alle Aziende sanitarie provinciali (Asp) ed anche l’emanazione del decreto di disciplina di fornitura dei beni e servizi delle opere gestite dall’amministrazione forestale. Allo scopo di rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali, ma anche per procedere alla valorizzazione del patrimonio agricolo forestale, con particolare riferimento a quello di proprietà pubblica e/o privata incolto e/o abbandonato, siamo intervenuti con l’istituzione dell’albo denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’, con decreto assessoriale n.11/Gab del 27 febbraio 2014, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 21, primo comma, della legge regionale n.5 del 28 gennaio 2014. Per favorire lo sviluppo della zootecnia nelle aree interne, è stato riconosciuto il ruolo di operatore antincendio di bovini, ovini e caprini, affidando agli allevatori, dietro procedure di evidenza pubblica e purchè in possesso di requisiti di onorabilità, moralità pubblica e capacità di contrarre con la pubblica amministrazione, i terreni individuati dalla legge regionale n.5/2014”.
Lei è stato destinatario di forti critiche sull’articolo 12 della legge regionale n.5/2014 che ha unificato le graduatorie dell’Azienda foreste demaniali e del Corpo forestale della Sicilia, com’è andata?
“Con la finanziaria del 2014 è stato introdotto l’articolo 12 che prevede l’unificazione delle fasce di garanzia occupazionale al fini di perequare ed ottimizzare l’impiego dei lavoratori che avrebbero dovuto essere classificati per qualifica professionale. Quello che sento di dire è che la corretta applicazione dell’articolo 12 consentirà un migliore contrasto del fenomeno del lavoro nero mediante la verifica delle dichiarazioni annuali di disponibilità al lavoro, ed eviterebbe duplicazioni di garanzie occupazionali con altri settori occupazionali. Essendo sette mila i lavoratori dell’antincendio e 18 mila i manutentori dell’Azienda, unificandoli in un’unica graduatoria ci sarebbe una razionalizzazione delle azioni di prevenzione (viali parafuoco, vie di fuga) e di successivo controllo degli incendi (Sab), nel frattempo dotato attraverso le risorse del Psr, di un sistema di monitoraggio del controllo degli incendi. Servizio, così pensato, che guarda alla gestione del territorio e alla prevenzione degli incendi piuttosto che alla lotta”.
Come risponde agli attacchi per l’Expo 2015 che l’hanno vista protagonista di un’aspra polemica?
“Nel dicembre del 2013 l’assessorato regionale alle Risorse agricole ha partecipato ad una manifestazione d’interesse indetta da Expo 2015 per il coordinamento e la gestione del Cluster Bio Mediterraneo, una vasta area dedicata interamente al tema della biodiversità e quindi alla dieta mediterranea che accomunerà 12 Paesi. La Sicilia, attraverso l’assessorato alle Risorse agricole, si è aggiudicata questo importante ruolo di guida del Cluster che annovera, oltre alla nostra Regione, anche Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia e Tunisia. Si tratta di uno spazio di 7.330 metri quadrati, di cui 1.900 dedicati all’area comune. La presentazione dell’importante risultato ottenuto è stato oggetto della conferenza stampa del 7 aprile scorso, svoltasi, in occasione della Fiera del Vinitaly, a Verona, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, del Direttore aree tematiche presso Expò 2015 spa, Matteo Gatto e del Commissario Generale ,Simon Jabbour, per la Repubblica del Libano che ha firmato il contratto di partecipazione all’Esposizione universale di Milano e che avrà a disposizione nel Cluster un’area di 125 metri quadrati, in cui proporrà ai visitatori prodotti artigianali e piatti tipici”. Aggiungo, inoltre, che il padiglione consentirà di promuovere i prodotti agricoli e agroalimentari siciliani per sei mesi, a differenza del padiglione Italia dove le regioni avranno a disposizione solamente qualche settimana di esposizione”.
Quali sono i numeri dell’operazione Expo 2015 per la Sicilia e perché la definisce importante?
“Il nostro è il padiglione della dieta del Mediterraneo, riconosciuto patrimonio dell’Unesco, i cui prodotti potranno essere venduti ed è stato stimato un afflusso di circa 50 mila visitatori al giorno. La guida del Cluster testimonia l’affermazione della Sicilia nella sua Leadership storica geografica e culturale per la definizione del patrimonio agricolo alimentare e della pesca. L’impegno finanziario della Regione è di 3 milioni di euro. Tutte le procedure saranno attuate tramite evidenza pubblica e soprattutto attraverso le organizzazioni associative: Gal, Gac, Consorzi di filiera, Distretti produttivi, che potranno, a loro volta, utilizzare fondi comunitari per le spese di partecipazione all’evento. Per sei mesi la Sicilia riafferma il suo ruolo baricentrico del mediterraneo e di integrazione culturale di tre Continenti, Europa, Africa ed Asia. La Sicilia è stata nella storia crocevia di popoli, civiltà e culture e la sua evoluzione culturale, testimoniata da un ricco patrimonio artistico, archeologico, architettonico, museale, letterario, paesaggistico ed ambientale, hanno fatto dell’Isola un serbatoio prezioso da cui attingere le risorse genetiche naturali, per diversificare le produzioni enologiche, vegetali ed animali”.
Nota a margine
Il 7 aprile 2014 Dario Cartabellotta ha lasciato l’incarico di assessore regionale alle risorse agricole, passando dai forestali alla guida del dipartimento della Pesca mediterranea.
Qualche interrogativo, a conclusione dell’intervista, ce lo poniamo.
Perché il Parlamento siciliano non ha insistito ed approvato una norma che riunificasse tutte le competenze operative sotto un unico assessorato? Quali interessi pestava questo importante momento di sintesi. È mai possibile che nello stesso comparto debbano coesistere tre soggetti diversi che si occupano dei forestali, e che, peraltro, come dimostrano i fatti, lo fanno pure male?
Il Corpo forestale della Regione siciliana si occupa della gestione operativa degli interventi nella campagna antincendio boschivo e nell’utilizzo dei mezzi.
L’Azienda foreste demaniali, trasformata, nel frattempo, in dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale, si preoccupa dell’organizzazione del servizio e della gestione dei forestali. Poi c’è il dipartimento del Lavoro che si occupa del collocamento al lavoro dei forestali.
Risultato? Quello che è sotto gli occhi di tutti: disorganizzazione, graduatorie fatte e rifatte più volte, ricorsi a gogò, ritardi nell’avvio dei lavoratori, e chi più ne ha più ne metta.
Nulla ha fatto finora il governatore della Sicilia per porre fine alla situazione paradossale ed al limite della legalità che vede il personale, appartenente a vario titolo ai ruoli del Corpo forestale della Regione ed in servizio presso il dipartimento dello Sviluppo Rurale e territoriale, percepire l’indennità d’istituto. Ed a nulla sono valsi i ripetuti richiami della Corte dei Conti su questa vicenda.
E poi, non sarebbe stato più logico mettere mano ad un disegno di legge organico, così come aveva tentato Cartabellotta, che avrebbe posto fine alla giungla normativa , normando un settore complesso e caratterizzato da una inflazione di leggi?
Che fine ha fatto il disegno di legge sul riordino del settore che Cartabellotta aveva già sottoposto alle organizzazioni sindacali, incassandone il beneplacito?
Cosa aspetta il presidente Crocetta a mettere mano al definitivo riordino del personale appartenente al Corpo forestale?
Misteri che aleggiano nel settore forestale e che infittiscono di nubi il Governo guidato dal presidente Crocetta.
31 Luglio 2014
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