La denuncia del Segretario Provinciale Di Paola
Forestali, Fai Cisl Catania: “Settore penalizzato chiede aiuto alla politica”
Contratto
integrativo regionale non rinnovato dal 2001, arretrati del vecchio
contratto 2006-2009 ancora da esigere. E per quanto riguarda il presunto
eccessivo numero di 25mila unità, è come se ne lavorassero 6500 a tempo
indeterminato.
È il quadro della condizione in
cui versa il settore degli operai forestali siciliani che fa Pietro Di
Paola, segretario generale della Fai Cisl di Catania, in merito
all’emergenza incendi che ha interessato i boschi siciliani e l’attività
antincendio.
“Operai – precisa il dirigente sindacale
della Fai – che sono distribuiti a giornate lavorate: 10mila circa
sono per 78 giornate, 9000 circa per 101, 5000 circa per 151. Solo 1400
circa sono a tempo indeterminato. Ripartendo le giornate, è come se in
Sicilia lavorassero a tempo indeterminato 6500 persone circa”.
“Questi lavoratori – sottolinea Di Paola
– hanno consentito alla Sicilia, dal 2005 in poi, a quasi raddoppiare
la sua superficie boschiva da 350mila ettari iniziali ai 510 mila
attuali, passando dal 12% al 20% e attestandosi solo dietro a regioni
come il Trentino e la Toscana dove vi sono ben altre condizioni
climatiche.
“Oggi – denuncia il segretario della Fai
catanese – la lentezza e l’incertezza del governo regionale sta
mettendo a rischio un patrimonio boschivo pazientemente e faticosamente
costruito negli anni con certosino lavoro di operai forestali”.
“Nel mondo – ricorda ancora Di Paola –
la risorsa territorio-ambiente e sistema forestale sono scelte
prioritarie di grande valore economico-sociale, produttivo e protettivo e
anche come sviluppo e reddito. In Sicilia, come al solito si punta a
smantellare il sistema, con scarse e molto dispersive risorse, governi e
politici asfittici, senza programmazione adeguata, si parla sempre di
contenere le spese ma solo a parole, poichè nei fatti si assiste al
moltiplicarsi di difficoltà e disagi per la scarsissima e approssimativa
organizzazione e spesso a costi superiori”.
“In questo quadro desolante – aggiunge –
è facile colpire sempre il lato debole e penalizzare il lavoratore,
senza prenderne nessuna difesa. In un momento in cui c’è molto da
aggiustare, gli operai forestali guidati da un sindacato responsabile,
hanno già fatto molti passi indietro con atteggiamenti di
responsabilità cosi come tutti i siciliani”.
“Noi da tempo chiediamo investimenti
produttivi – continua – per ridurre nel tempo e in modo progressivo il
finanziamento pubblico; l’ampliamento del territorio boschivo con
impianti di specie pregiate come il mercato e l’industria di
trasformazione; lo sfruttamento del sottobosco e delle biomasse; il
potenziamento del turismo ambientale e didattico e una programmazione
finalizzata per accedere ai fondi UE”.
Per Di Paola, “l’Azienda Foreste deve
diventare una vera e propria azienda, da gestire con criterio d’impresa
ma sempre con attenzione all’interesse generale, per un ambiente sano,
salubre e sicuro, e deve servire come volano o leva tramite cui dare un
segnale positivo di ripresa”.
“Gli operai forestali – conclude – sono
pronti a rimboccarsi le maniche con spirito di sacrificio, coraggio e
buona volontà. E chiedono ai nostri politici e amministratori uno stesso
e celere impegno prima che la situazione possa diventare ingestibile”.
(foto archivio forestali Catania)
02 Luglio 2014
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