Dopo l'incendio, tutti al capezzale dell'area protetta chiusa alle visite dei turisti a tempo indeterminato
la riunione al municipio di Avola per l'emergenza
a Cava Grande. Foto lasicilia.it
Avola. Tutti al capezzale di Cava Grande. L'incendio che ha gravemente danneggiato la riserva naturale - al punto che si è dovuta chiuderla- impone un rigoroso intervento di contrasto a quella che appare un'azione delinquenziale. Secondo fonti accreditate, infatti, l'incendio sarebbe di origini dolose. Un disastro ambientale, quello dei giorni scorsi: l'incendio ha distrutto decine di ettari di macchia mediterranea della riserva naturale di Cava Grande, e ha colpito il versante del costone di Avola Antica. Un danno incalcolabile sia dal punto di vista ambientale che economico. Sabato l'incontro a Palazzo di città con i vertici della Pro Loco, le associazioni locali, tra cui l'Ente fauna siciliana, Acquanuvena e molti operatori turistici. Tutti insieme per fare il punto della situazione e decidere quali soluzioni adottare, a breve e lungo termine, per ripristinare l'accesso alla riserva.
Gli operatori hanno proposto intanto una rapida messa in sicurezza della cava, suggerendo di adottare reti di protezione laddove è necessario. Si attende oggi un sopralluogo dei funzionari del dipartimento foreste che hanno la gestione delle riserve per verificare dove sono i punti critici e quindi intervenire.
«Non possiamo assistere inermi alla devastazione del nostro patrimonio boschivo e naturale - ha commentato il segretario regionale dell'Ente fauna siciliana Corrado Bianca - Puntualmente, in Sicilia, ogni stagione estiva vede andare in fumo migliaia di ettari di aree protette ed aree boschive senza che i responsabili di questi reati vengano assicurati alla giustizia. Non è possibile che a fronte di migliaia di roghi dolosi i delinquenti che compiono questi reati non paghino. Coloro che consumano questi reati devono essere considerati alla pari dei mafiosi o degli assassini e come tali vanno perseguiti».
Perché tutto ciò non avviene? E il segretario sollecita un coordinamento interforze volto a reprimere gli attentati all'ambiente. Altro aspetto del problema, secondo Bianca, è quello di individuare le responsabilità politiche di chi, con una discutibilissima riforma del personale della forestale, ha reso impossibile attivare in tempi ragionevoli il servizio antincendio - dal 15 maggio- così come previsto dalla legge regionale 14 del 2006.
«Questo servizio di fatto- spiega Bianca - è iniziato impiegando una piccola parte del personale solo a fine giugno, quando gli incendi hanno già percorso gran parte del territorio ed utilizzando per lo spegnimento solo mezzi aerei costosissimi. Bisogna individuare i responsabili di questi ritardi che hanno lasciato incustodito il territorio regionale». E il segretario dell'Ente Fauna chiede che la tutela del patrimonio naturale venga inserito fra le priorità dell'agenda politica regionale e che, qualora ce ne fosse bisogno, anche le associazioni ambientaliste, con propri uomini e mezzi, possano dare il loro contributo, così come era previsto dal progetto regionale "Guardaboschi" basato sul volontariato e a costo zero, «soppresso senza motivazione, forse perché stava dando dei risultati nella prevenzione degli incendi».
«Vi è un metodo per porre fine alla piaga gli incendi- ha spiegato il presidente dei Verdi Paolo Pantano- E' stato attuato dal sociologo Tonino Perna, presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte dal 2000 al 2005. In quegli anni aveva fatto scendere dell'80% la quantità di incendi in quella zona della Calabria». Il metodo consisteva nell'affidare zone del parco ad associazioni o cooperative con un contratto di responsabilità.
Carmen Orvieto
30 Giugno 2014
NOTIZIA CORRELATA:
IL 25 GIUGNO 2014. UN VASTO INCENDIO HA DIVORATO LA RISERVA NATURALE CAVAGRANDE DEL CASSIBILE CON I SUOI LAGHETTI, ADESSO TUTTI I SENTIERI SONO CHIUSI
IL SIFUS DA GENNAIO HA DENUNCIATO IN TUTTI I MODI POSSIBILI I DANNI CHE L'ART.12 AVREBBE PROVOCATO, SOLO CHI ERA CIECO E INTERDETTO, SE NON DIRETTAMENTE INTERESSATO POTEVA NON ACCORGERSI DEI DANNI CHE DETTO ARTICOLO AVREBBE PROVOCATO.
RispondiEliminaIO STESSO HO PIù VOLTE AFFERMATO CHE QUESTO ARTICOLO AVREBBE PREGIUDICATO GRAVEMENTE L'INIZIO DEI LAVORI E QUINDI I DANNI IRRIMEDIABILI CHE TUTTO CIO' SI STA' PORTANDO DIETRO, COMPRESI I GRAVI INCENDI CHE STANNO DEVASTANDO IL NOSTRO TERRITORIO E QUINDI IL NOSTRO LAVORO.
ORA TUTTI SI PUNTANO IL DITO UNO CONTRO L'ALTRO PERDENDO QUINDI ANCORA TEMPO PREZIOSO.
BISOGNA AVVIARE TUTTI I LAVORATORI ...E PER TUTTI INTENDO ANCHE I 78STI ....VANNO REALIZZATI SUBITO TUTTI I VIALI PARAFUOCO E LE PULIZIE DELLE STRADE E SENTIERI BOSCHIVI ....PRIMA CHE CI SCAPPI ANCHE LA DISGRAZIA DI QUALCHE PERDITA UMANA.
MI RIMETTO ALL'ONESTA' E SENSIBILITA' DEL PRESIDENTE CROCETTA E DEI SUI ASSESSORI COMPETENTI NEL RICERCARE TUTTI I MEZZI E FONDI NECESSARI PER SCONGIURARE OGNI ULTERIORE DISASTRO ...FINO ANCHE ALLA DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA.