La Sicilia è in fiamme. I 28mila forestali non le spengono
di Matteo Borghi
Ebbene sì, la Sicilia pullula di forestali, ma nessuno spegne gli incendi.
Che nell’isola più grande d’Italia i forestali siano tanti, troppi lo sappiamo benissimo. Parliamo di un esercito di 28mila uomini, sessantotto volte il Piemonte che, con un’estensione territoriale pressoché identica (25.4000 chilometri quadrati), ne ha appena 406. C’è addirittura un Paese, Pioppo, frazione di Monreale in provincia di Palermo, in cui – riferisce Il Fatto Quotidiano – su una popolazione di circa duemila abitanti ben 383 fanno i forestali: uno su cinque,
inclusi pensionati e bambini. Una forza tale da permettere, passateci
l’esempio colorito, di spegnere un incendio semplicemente urinando sul
fuoco.
Eppure – come riporta oggi Libero in edicola – gli incendi continuano a propagarsi
mentre nessuno fa niente. Già perché l’articolo 12 dell’ultima
finanziaria regionale ha accorpato gli operai addetti alla manutenzione
dei boschi con quelli antincendio creando confusione su «chi debba fare cosa».
Un errore formale che ti aspetteresti si possa superare con un decreto
d’urgenza del presidente regionale, del questore, del prefetto che
imponga a tutte le forze disponibili di operare insieme: cosa
evidentemente impossibile per i dipendenti più sindacalizzati,
della regione più sindacalizzata dello Stato europeo più
sindacalizzato. Piuttosto che far lavorare chi non è competente, meglio
lasciar bruciare tutto.
Anche perché, come non bastasse, mancano i mezzi per spegnere il fuoco: il bando relativo all’acquisto degli elicotteri anti-incendio è stato pubblicato solo dieci giorni fa, lo scorso 17 giugno.
Un ritardo incomprensibile che non lascia il minimo tempo necessario
per rendere operativi gli elicotteri in estate. Ed è così che gli
amministratori, nel mezzo della catastrofe, non hanno trovato di meglio
che convocare l’ennesima, inutile «conferenza dei servizi con i
dirigenti della Forestale e della Protezione civile per esaminare le
procedure».
Chissà come andrà a finire. Di certo
questi (colpevoli) ritardi porteranno danni irreparabili alla flora e
alla fauna – speriamo non all’uomo, anche se da Altavilla Milicia giunge
la notizia di una casa inghiottita dalle fiamme e una decina di persone
intossicate dal fumo -. Speriamo, almeno, che non ci chiedano l’ennesimo balzello sulla benzina per l’emergenza siciliana. Sarebbe, oltre il danno, la beffa.
26 Giugno 2014
L'ignoranza acceca gli uomini
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