01 maggio 2014

UN PRIMO MAGGIO DRAMMATICO PER I FORESTALI


Crisi e disoccupazione. La festa amara nell'Isola con il record dei senza lavoro


Le cifre fanno paura: Pil fermo allo 0,6% e consumi in calo del 12 Termini, dipendenti e bandiere davanti alla fabbrica chiusa


Crisi e disoccupazione. La festa amara nell'Isola con il record dei senza lavoro

Sullo schermo dei televisori passano le immagini dei cortei. Palloncini liberati in cielo. Bandiere issate nei palazzi del potere. Pellegrinaggi di politici e sindacati nei luoghi simbolo della Sicilia che fatica. È il Primo Maggio. La festa del lavoro. Del lavoro perduto per 75 mila siciliani che nel 2013 hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Del lavoro mortificato per i 175 mila lavoratori in cassa integrazione e mobilità o titolari di sussidi. Un bollettino di guerra. Freddo, impietoso, disarmante. E senza uscita: nel 2014 la disoccupazione è prevista in salita al 23,1 per cento (due punti in più rispetto all'anno scorso e 10 rispetto alla media nazionale), il Pil fermo allo 0,6 per cento e i consumi in calo del 12 per cento.
I numeri raccolti dal comitato regionale Inps fanno paura. Dietro le cifre ci sono soprattutto loro, i lavoratori. Ci sono i 1200 operai della Fiat di Termini Imerese da quattro anni con le mani in mano. Oggi sfileranno davanti ai cancelli dello stabilimento con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil. "I politici vengano qui anziché calcare il palcoscenico di piazza San Giovanni ", dice Roberto Mastrosimone della Fiom. Ci sono i 500 nuovi cassintegrati palermitani del commercio. I pasticcieri del bar Mazzara, i croupier del bingo Las Vegas, i commessi di Grande Migliore, gli impiegati del gruppo Randazzo in contratto di solidarietà, le
guardie giurate della Mondialpol.
Perché la crisi non conosce zone franche. Imprese (sono oltre tremila quelle che nel 2013 hanno mandato i libri in tribunale), industria (nemmeno colossi come la Micron di Catania sono stati risparmiati), aziende agricole (ne sono scomparse 13 mila al Sud). Uno scenario da Dopoguerra. E da ricostruzione. Secondo il report della fondazione Curella, in Sicilia lavorano un milione 350 mila persone. Dovrebbero esserci 2,3 milioni di occupati per una condizione sostenibile. Come stupirsi, allora, dell'impennata dei suicidi per motivi economici. In Sicilia, secondo lo studio dell'università Link Campus, nel 2013 sono state dieci le persone che si sono tolte la vita e 11 quelle che ci hanno provato.
Il lavoro bruciato. Ma anche il lavoro sognato, cercato, inseguito. Nell'Isola, fonte Istat, quasi un ragazzo su cinque sotto i 30 anni non ce l'ha (il 45,5 per cento degli under trenta). Più del doppio che in Lombardia, ma anche di Calabria e Campania. E chi non riesce a trovarlo spesso finisce a ingrossare i circuiti del sommerso. Secondo le stime della Cgil, i siciliani in nero sono 300 mila. Un settore emblematico l'edilizia, che dal 2008 ha perso 68 mila posti di lavoro, ha visto chiudere 2.518 imprese e aumentare il sommerso.
"È un Primo maggio drammatico senza risposte per i 18 mila precari dei comuni, i 19 mila forestali, gli 8 mila della Formazione", attacca Claudio Barone, segretario regionale della Uil. "Come fa la politica regionale a non
capire che bisogna
far ripartire la Sicilia anziché esibirsi nei giri di tango dei partiti?" rilancia il leader regionale della Cisl Maurizio Bernava. Spalleggiato dal segretario della Cgil Michele Pagliaro: "Basta con l'immobilismo dell'azione di governo. Serve un segnale". Arrivera?

01 Maggio 2014 
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/01/news/crisi_e_disoccupazione_la_festa_amara_nell_isola_con_il_record_dei_senza_lavoro-84944644/

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